Naspi negata per tre volte, Cgil contro l’Inps: “Pericoloso comportamento discrezionale, chiederemo revisione”

Il segretario generale della Filctem di Lucca Franco Galeotti si scaglia contro l’ente dopo l’amara vicenda che ha coinvolto una lavoratrice lucchese
Sono tanti e decentrati i punti interrogativi rimasti in sospeso nella diatriba aperta dalla Filctem Cgil con l’Inps provinciale in merito alla concessione della Naspi a una lavoratrice lucchese del dipartimento altopascese dell’azienda Conte of Florence. A illustrarli è stato, nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina (11 dicembre), il segretario generale Franco Galeotti preoccupato sia per le sorti dell’indennità mensile della dipendente sia per i risvolti preoccupanti che il caso in questione potrebbe generare su scala nazionale.
Ma partiamo dall’inizio. La Cgil è l’unico sindacato presente all’interno dell’azienda che ha sede nel comune di Altopascio. In funzione del decreto di legge 104 del 14 agosto 2020 (il cosiddetto Decreto Agosto) il sindacato ha avviato un percorso di ricorsi concorsuali per sedici lavoratori interessati a uscire dall’azienda – che attualmente si trova in esercizio provvisorio – affiancato da Filcams con la curatela del tribunale di Lucca. A seguito dell’accordo il 23 ottobre i sedici dipendenti cessano il rapporto di lavoro e si recano nelle sedi Inps di riferimento per richiedere la Naspi. Alcune richieste vengono poste in pagamento, altre soggette all’integrazione di documenti e in un solo caso la richiesta viene respinta. È il caso della lavoratrice lucchese che per tre volte si è vista negare la Nuova assicurazione sociale per l’impiego dall’Inps di Lucca. Questo ha innescato la diatriba tra la Cgil e l’ente lucchese.
“La prima volta la lavoratrice ha fatto richiesta per sbaglio con due giorni di anticipo e per questo la domanda è stata respinta – entra nel dettaglio Galeotti – Abbiamo quindi ripresentato la domanda nei giorni successivi alla luce dell’effettiva cessione del contratto di lavoro. Questa volta però la domanda è stata respinta perché alla lavoratrice è stato contestato il non raggiungimento delle 30 giornate effettivamente lavorate nel corso di 12 mesi, necessarie per ottenere la Naspi. Abbiamo fatto però notare all’ufficio competente che nel caso in cui il lavoratore in questione si trovi in cassa integrazione, ordinaria o straordinaria il periodo di tempo in cui ricercare le 30 giornate lavorate va ampliato. Misura riportata sullo stesso sito Inps. Abbiamo quindi chiesto il riesame ma la risposta dell’ente lucchese ci ha lasciati perplessi e preoccupati per i possibili risvolti a livello collettivo“.
“La domanda è stata respinta una terza volta per la mancanza di un accordo collettivo aziendale firmato dai sindacati più rappresentativi a livello nazionale, mentre nel caso oggetto sarebbe stato presente ‘solo un accordo sindacale’, nonostante la Filctem Cgil sia il sindacato più rappresentativo a livello nazionale nonché l’unico per questa categoria lavorativa- prosegue Galeotti -. Nella risposta dell’ente viene anche sottolineato come tutte le pratiche inerenti alla stessa azienda siano state respinte. Una risposta sconcertante dato che tutte le altre Naspi sono invece state già autorizzate, sia dall’ente lucchese che da altri sedi Inps. Ma a preoccupare è anche il sottinteso del messaggio che innesca una serie di domande. Quando l’Inps parla di un solo accordo sindacale prende in considerazione il fatto che in quell’azienda, così come in altre, esiste un solo sindacato? Visto che la risposta arriva in termini diretti da un funzionario c’è da aspettarsi che le risposte cambino a seconda della sede dell’ente e peggio ancora a interpretazione del personale? Oppure dobbiamo aspettarci che le Naspi già pagate siano riesaminate? Alla luce di questo avremmo di fronte Inps che lavorano diversamente o che richiedono soldi indietro ai lavoratori dato che le altre Naspi, all’incirca tredici o quattordici, sono già state poste in approvazione e sono stati approvati i pagamenti, alcuni a Lucca, altri in altre sedi”.
“Siamo preoccupati per la lavoratrice perché non percepisce sussidio ma soprattutto per il meccanismo che può generare questo tipo di risposta. Sappiamo che quando esiste un sindacato solo questo genere di accordi vengono tenuti dall’unico presente. Andranno quindi a revisionare un accordo fatto con la curatela? Ci dobbiamo aspettare che tutto quello esercitato dal 14 agosto a oggi debba essere revisionato su scala nazionale? Sono entrati nel merito di un accordo firmato dall’unico sindacato presente fatto con il tribunale di Lucca su una base legislativa solida e questo desta più di una preoccupazione. Non solo per l’assistenza alla lavoratrice, per la quale avvieremo una rimostranza personale e riusciremo a far valere le ragioni di concessione Naspi ma perché tutti gli accordi fatti, stando a questa risposta, saranno oggetto di revisione – conclude Galeotti -. Non si possono trattare i lavoratori con ammortizzatori sociali come se fosse granturco che il contadino butta ai polli. Questi sono frutto di una negoziazione sindacale e mai frutto della decisione di un funzionario rispetto a un altro. Chiederemo revisioni affinché il caso specifico trovi risoluzione. Nel mentre abbiamo già trasmesso la questione alla direzione nazionale, regionale e lucchese dell’Inps per sapere qual è la tipologia di accordo che l’ente si aspetta e per trovare almeno una parziale risposta ai tanti interrogativi aperti”.