
Il finanziamento tramite cessione del quinto è sempre più utilizzato dalle persone che necessitano di un prestito. Questo anche grazie alla Legge del 2004 che ha reso obbligatoria la cessione del quinto per i dipendenti privati. La Legge 180/50 faceva riferimento solo ai dipendenti pubblici e statali, per i quali è sempre stata la norma richiedere il finanziamento all’Inpdap, che avrebbe visto la restituzione delle rate tramite una trattenuta effettuata direttamente in busta paga da parte dell’ente che doveva corrispondere lo stipendio.
Questa sua origine nel comparto pubblico è il motivo per cui la procedura della cessione è ancora oggi più lunga rispetto a quella degli altri finanziamenti, e deve essere completamente rispettata perché possa essere tutelata dalla legge.
In linea di massima, si tratta di un prestito che viene erogato facilmente a chi è dipendente o pensionato. Ha il grande vantaggio, per il richiedente, di essere obbligatoriamente assistito da una polizza sulla vita: in questo modo, si evita che il debito pesi sulle spalle degli eredi. In caso il debitore sia un dipendente, vi è anche una polizza rischio impiego che lo tiene indenne dal restituire quanto eccede con il TFR, sia esso presso l’azienda che presso un fondo pensione.
L’ammontare del prestito dipende:
- dallo stipendio percepito;
- dalle altre trattenute in corso;
- dall’età del richiedente;
- dall’eventuale ammontare del TFR.
Questo perché la cessione può coesistere con altre trattenute presenti in busta paga, secondo alcune regole determinate dalla legge.
Finanziamenti precedenti e pignoramenti possono essere eliminati richiedendo un conteggio estintivo al beneficiario. Anche questa parte è normata completamente dalla legge e non sempre il rinnovo – cioè l’estinzione di una cessione precedente per essere sostituita da un’altra – può aver luogo.
Caratteristiche per poter chiedere il rinnovo
Il rinnovo di una cessione del quinto può essere richiesto da chi ha in corso un prestito in busta paga e sianotrascorsi i due quinti del piano di ammortamento in essere. Questa caratteristica deve essere valida al momento dell’erogazione. Per essere certe di ottemperare tutti i dettami della normativa, le finanziarie fanno riferimento al conteggio estintivo rilasciato dalla finanziaria precedente o da loro stesse (se anche il finanziamento pregresso era stato liquidato dal medesimo ente).
Sul documento sulla base del quale viene fatta l’estinzione, viene riportato il numero di rate già pagate, evidenziando che il calcolo viene effettuato sulle rate mancanti. Si può, in ogni caso, sempre ricorrere allo strumento di simulazione cessione del quinto. A questa regola dell’attesa dei due quinti del finanziamento precedente, c’è solo un’eccezione: se il finanziamento in corso è di 60 mesi (cinque anni), è possibile rinnovare in qualsiasi momento il prestito, a condizione che questo avvenga attraverso una cessione di 120 mesi di durata.
Spesso i clienti pensano che la pratica di rinnovo sia più veloce rispetto a quella della cessione originaria. Questo non è purtroppo vero: la procedura da seguire è la stessa. Ottenere una risposta è un po’ più rapido per i dipendenti pubblici, statali o pensionati, mentre occorre qualche giorno di tempo in più per i privati.
Si può riscontrare qualche difficoltà aggiuntiva con aziende terze cedute che tendono a ostacolare il rilascio dei documenti necessari. Non è nemmeno ovvio che si possa avere diritto a un rinnovo di cessione solo perché è già stata erogata in passato ed è stato restituito il 40% delle rate del prestito. Sono moltii fattori che la finanziaria è tenuta a considerare e questo dipende anche dall’assicurazione che deve assistere il finanziamento.
Occorre sottolineare che, se in caso di rinnovo non sia possibile estinguere anticipatamente prima dei 2/5, il cliente può in ogni momento decidere di liberarsi della trattenuta in busta paga, anche ottenendo un prestito personale che non transiti dal datore di lavoro.
In realtà, questa è una pratica di difficile attuazione, poiché la cessione del quinto è utilizzata in particolare da chi ha meno garanzie creditizie. Con la cessione del quinto vengono prese più in considerazione la solidità e la solvibilità del datore di lavoro che non del
ichiedente.
Cosa fare se non è possibile rinnovare
Nel caso in cui non siano decorsi i due quinti, è possibile ipotizzare l’impostazione di una delega di pagamento. Quest’ultima è un tipo di finanziamento il cui rimborso passa dalla busta paga del richiedente ma segue regole diverse.
Innanzitutto, non è obbligatoria per chi corrisponde lo stipendio al dipendente e la normativa lascia in potere di questi soggetti la facoltà di accettare o rifiutare la seconda trattenuta. I pensionati non sono stati volutamente nominati, perché si tratta di un finanziamento che non uò essere rimborsato dall’Inps con una trattenuta sulla pensione.
Per i dipendenti privati, inoltre, si tratta di un finanziamento con minori garanzie dal punto di vista della finanziaria e dell’assicurazione che assiste il prestito, poiché il TFR è già vincolato a favore della cessione del quinto.
Per richiedere il rinnovo della cessione del quinto, la strada migliore è quella di esaminare attentamente la cifra necessaria al cliente e richiedere il conteggio estintivo della cessione in corso. Sulla base di questi elementi, impostando un preventivo, si delinea la strada migliore da seguire, considerate anche le altre trattenute che possono essere presenti in busta paga (ad esempio, per un pignoramento o per un prestito aziendale).
Se la risposta definitiva può arrivare solo dopo l’istruttoria da parte della finanziaria e il benestare assicurativo, un esperto può prevedere in modo abbastanza preciso l’esito e l’impostazione più adatta alla situazione, semplicemente osservando la busta paga o il cedolino della pensione.