Brexit, Confindustria Toscana nord: “Già create le prime difficoltà per le imprese”

11 gennaio 2021 | 15:44
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Brexit, Confindustria Toscana nord: “Già create le prime difficoltà per le imprese”

Nel 2019 le esportazioni dell’area Lucca, Pistoia e Prato verso il Regno Unito sono state di 794 milioni di euro

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sta creando difficoltà consistenti alle imprese anche nel territorio di Lucca, Pistoia e Prato. E’ quanto preoccupa Confindustria Toscana nord, considerato il fatto che nel 2019 le esportazioni in quell’area hanno rappresentato il 9 per cento dell’export totale.

“Il problema principale è, ovviamente, il ripristino delle operazioni doganali, con la necessità per le imprese europee di disporre di un codice apposito riconosciuto dalle dogane britanniche; passare la dogana implica inoltre, inevitabilmente, pratiche amministrative e l’allungamento dei tempi sia per l’import che per l’export – spiega Confindustria -. Con il concretizzarsi della Brexit, infatti, dal primo gennaio 2021 l’interscambio commerciale con il Regno Unito è soggetto alle regole in vigore nei confronti dei Paesi terzi, salvo alcune specifiche derivanti da accordi bilaterali con l’Unione Europea”.

“Ancora maggiore la penalizzazione nei casi, non frequenti nel nostro territorio ma comunque significativi, di lavorazioni di prodotti di imprese britanniche effettuate in Italia o viceversa, con ritorno poi nel paese di partenza: il passaggio in questi casi è doppio, in entrata e in uscita della merce – va avanti Confindustria Toscana nord -. Complessa in molti casi la determinazione dell’origine delle merci stesse, da cui dipende l’applicazione o meno del dazio: le merci classificate come europee ne sono esentate ma tale origine va documentata attraverso modalità predefinite.  Più complicato anche il movimento delle persone da e per il Regno Unito”.

Confindustria Toscana Nord sta fornendo quindi alle imprese la consulenza necessaria per porle in condizione di operare, sebbene alcuni nodi procedurali rimangano irrisolti e attendano la definizione puntuale di regole da parte delle autorità europee e nazionali. Nel 2019 le esportazioni dell’area Lucca-Pistoia-Prato verso il Regno Unito sono state di 794 milioni di euro; nel complesso, rappresentavano il 9 per cento dell’export totale dell’area, una quota quindi rilevante.

“Il saldo della bilancia commerciale 2019 è positivo (+418 milioni export-import). La quasi totalità delle esportazioni 2019 sono manifatturiere (95%; per il 4% prodotti agricoli), soprattutto mezzi di trasporto (navi e treni, 41%), moda (tessile, abbigliamento e calzature 27%), prodotti alimentari (9%) e carta (7%) – riporta Confindustria Toscana nord -. Nei primi 9 mesi del 2020, a causa del covid le vendite dell’area Lucca-Pistoia-Prato nel Regno Unito si sono quasi dimezzate (-46%), perdendo più della media ed erodendo tre punti alla quota inglese sul totale dei mercati (6%). I mezzi di trasporto nel gennaio-settembre 2020 hanno perso 264 milioni di export rispetto al 2019 (soprattutto treni, ma anche navi; la quota sul totale è scesa al 9% dal 41%); la moda (tessile, abbigliamento e calzature), pur perdendo il 26% sul 2019, diventa il primo settore che ha venduto nel 2020 in Uk (34%). Segno positivo per l’export 2020 di macchine (+53%, portandosi al 9% sul totale area verso il Regno Unito), di prodotti alimentari (+10% la variazione tendenziale, 16% la quota sul totale), della carta (+1%, 12% la quota). La bilancia commerciale pur dimezzata rimane ampiamente positiva (+312 milioni, gennaio-settembre)”.