Covid e lavoro, a Lucca su 685 casi il 73% sono donne

1 febbraio 2021 | 14:51
Share0
Covid e lavoro, a Lucca su 685 casi il 73% sono donne

Gli esperti legali commentano il rapporto Inail: “Impasse tra datore di lavoro e autorità sanitaria locale non agevola la situazione”

Secondo il recente rapporto Inail i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131 mila casi.

In questo scenario la Toscana con 7 mila 177 casi rappresenta il 5,5 per cento degli infortuni sul totale nazionale, di questi 5 mila 276 sono donne (73,5 per cento), mentre 1901 (26,5 per cento) sono uomini. Nel dettaglio nella Provincia di Lucca si registrano 685 casi, di cui 498 donne (73 per cento) e 187 uomini (27 per cento) con un’incidenza del 9,5 per cento sul dato della Regione.

Rapporto Inail contagi sul lavoro

“L’impasse – spiega Irene Pudda di Rödl and partner, esperta in privacy e labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’autorità sanitaria locale le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’autorità sanitaria locale che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena”.

Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.

“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce Pudda –. La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione”.