Artigiani dell’edilizia, Confartigianato: “Si pensi al pensionamento anticipato”

12 marzo 2021 | 14:08
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Artigiani dell’edilizia, Confartigianato: “Si pensi al pensionamento anticipato”

Il presidente Crestini: “Anche loro sono esposti ai fattori di logoramento che definiscono quello edile come lavoro usurante”

“Includere gli imprenditori artigiani tra gli addetti del settore dell’edilizia che possono accedere al pensionamento anticipato previsto per le attività usuranti”. È questa la sollecitazione espressa dal presidente regionale delle federazioni Confartigianato Edilizia Stefano Crestini.

“Ci sono lavori che, più di altri, risultano particolarmente stancanti, logoranti e gravosi per chi li svolge – prosegue Crestini -. Le lavorazioni edili costituiscono attività usuranti, in base al  Decreto legislativo n. 67/2011, con conseguente diritto per i lavoratori del settore all’accesso al trattamento pensionistico anticipato. Anaepa-Confartigianato Edilizia ha proposto recentemente, in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera, la riduzione per  tutti gli addetti impiegati nel  settore, dell’anzianità contributiva minima di 30 anni per raggiungere la pensione con età minima anagrafica di 61,7 anni. A partire da questi requisiti, ogni 4 anni di contribuzione aggiuntiva, la proposta prevede la riduzione dell’età minima anagrafica. Ad esempio, con anzianità contributiva di 34 anni, l’età minima anagrafica si ridurrà a 60 anni; con anzianità contributiva di 38 anni a 59 anni”.

“Lo stesso diritto alla pensione anticipata va riconosciuto all’artigiano edile. E’ fondamentale, in questo momento di grave crisi economica e sanitaria, in cui molte aziende dell’edilizia si stanno riorganizzando, riconoscere le specificità del settore – prosegue poi il presidente -. Nelle imprese artigiane gli imprenditori lavorano spalla a spalla con i propri dipendenti, partecipando in prima persona e direttamente al processo produttivo e alle attività del cantiere. Anche gli imprenditori edili  artigiani sono quindi esposti, al pari dei propri dipendenti, ai numerosi fattori di logoramento che definiscono quello edile come ‘lavoro usurante’. Quando si parla di salute non si dovrebbero assumere discrimini di nessun genere, e riconoscere eguale trattamento sanitario e pensionistico a parità di condizione fisica”.