Acconciatori ed estetisti, l’allarme Confartigianato: “Tante attività rischiano di chiudere”

15 aprile 2021 | 13:06
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Acconciatori ed estetisti, l’allarme Confartigianato: “Tante attività rischiano di chiudere”

Con una raccolta di oltre 50 mila firme una delegazione è stata ricevuta a Roma dalla ministra Mariastella Gelmini

Autorizzare le aziende di acconciatura ed estetica ad aprire nelle zone rosse, massima determinazione nella lotta all’abusivismo dilagante, aumentare le risorse per i contributi a fondo perduto e rivedere i criteri di assegnazione per evitare discriminazioni. Sono queste le richieste delle associazioni di categoria al Governo.

Una delegazione di imprese della Confartigianato è stata infatti ricevuta a Roma dalla ministra per gli affari regionali e autonomie Mariastella Gelmini portando una raccolta di 50 mila firme raccolte con la petizione promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani per sollecitare l’intervento del Governo a favore di un comparto che conta oltre 150 mila imprese e più di 300 mila addetti.

“Purtroppo circa il 94% delle attività – spiega Barbara Catani, presidente di Confartigianato Toscana acconciatori preoccupata per il settore dove tante attività rischiano di chiudere – non può accedere ad alcun aiuto. Il limite del 30% del calo del fatturato deve essere abbassato. L’alternarsi di chiusure e riaperture crea grande incertezza. Le aziende il venerdì non sanno se potranno aprire il sabato e non possono programmare gli appuntamenti. Questa situazione favorisce l’abusivismo domiciliare che diffonde il contagio e crea ulteriori perdite economiche alle imprese in regola”.

“Le attività che rispettano i protocolli lavorano in sicurezza, su appuntamento, tracciando i clienti – aggiunge Pier Luigi Marzocchi, presidente di Confartigianato Toscana Estetica -. Hanno effettuato molti investimenti a partire dal primo lockdown, in particolare per la sanificazione degli ambienti che avviene tra un cliente e l’altro. E’ garantita la massima sicurezza ai dipendenti, ai clienti. Non si può dire la stessa cosa per molte delle attività aperte, dove si verificano anche assembramenti e file. Chiediamo urgentemente la riapertura delle attività anche nelle zone rosse”, conclude Marzocchi.