Cobas in assemblea a Verciano in vista dello sciopero generale unitario dei sindacati di base

Manifestazione l’11 ottobre. All’incontro parteciperà una delegazione del collettivo di fabbrica Gkn di Campi Bisenzio
Mercoledì (29 settembre) alla Casa del popolo di via Paoli a Verciano è convocata l’assemblea territoriale della confederazione Cobas in preparazione dellosciopero generale unitario indetto da tutte le organizzazioni del sindacalismo di base.
All’assemblea parteciperà una delegazione del collettivo di fabbrica Gkn di Campi Bisenzio. Sono invitati le organizzazioni sindacali di base, i comitati, le associazioni e tutti i lavoratori e cittadini interessati.
“Nel corso della pandemia – dicono i Cobas – l’Unione Europea ha operato una svolta significativa nella politica monetaria (iniziata già nel 2012) e nella politica di bilancio, passando da politiche restrittive a politiche fortemente espansive. In particolare, il Recovery Fund con l’emissione di Eurobond ha avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in netta controtendenza rispetto alle politiche di austerità. Tale svolta va resa strutturale, a partire dalla cancellazione del debito pubblico detenuto dalla Bce e dalle banche centrali nazionali, che per l’Italia ammonta al 20 per cento circa del debito complessivo”.
“Ma il Pnrr italiano – proseguono i Cobas – e degli altri paesi dimostra chiaramente che non vi è stata una svolta nell’uso di questa massa di denaro, con elementi di forte continuità con la fase neoliberista. Con lo sciopero generale dell’11 ottobre la Confederazione Cobas punta ad una radicale inversione di tendenza, rivendicando: la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario per contrastare la disoccupazione tecnologica dovuta all’informatizzazione e robotizzazione della produzione; un lavoro di qualità in termini di diritti, con il ritorno al contratto a tempo indeterminato come regola generale, l’innalzamento dei salari reali anche con un salario minimo legale europeo che lasci alla contrattazione il ruolo di puntare ad un’effettiva redistribuzione del reddito, l’abolizione del jobs act e della riforma Fornero sui licenziamenti individuali e collettivi; un reddito effettivamente universale, esteso anche ai migranti con l’eliminazione della clausola capestro dei 10 anni di residenza, che rafforzi il potere contrattuale di tutti i lavoratori, fornendo loro un’alternativa reale ai ricatti padronali; l’effettiva inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico provocati dal capitalismo, evitando operazioni di green washing”.
“Infine – concludono i Cobas – il rilancio dello Stato sociale, tramite: investimenti nella scuola pubblica, con la riduzione del numero degli alunni per classe, l’aumento degli organici con l’assunzione dei docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2; per interventi immediati e di lungo periodo nell’edilizia scolastica e nei trasporti locali; investimenti nella sanità pubblica che puntino all’assunzione a tempo indeterminato di infermieri e medici, alla medicina di prossimità radicata sul territorio e nelle scuole, all’inversione di tendenza rispetto all’aziendalizzazione e alla privatizzazione della sanità; in particolare, la sospensione dei brevetti, l’esportazione dei vaccini e della tecnologia e del know how per produrli sono strumenti indispensabili per la lotta alla pandemia; potenziamento del trasporto pubblico, invertendo la tendenza rispetto alla privatizzazione e aziendalizzazione degli ultimi decenni, con il ritorno alla gestione diretta da parte dei soggetti pubblici”.