
Nel corso degli ultimi anni, al fianco dell’ascesa di Bitcoin, c’è anche un’altra valuta digitale che ha compiuto dei passi letteralmente da giganti. Stiamo facendo riferimento a Ethereum, che in men che non si dica si è trasformata in un vero e proprio punto di riferimento anche per la Finanza Decentralizzata. Tutto merito, come si può facilmente intuire, della diffusione sempre più dilagante degli smart contract e dell’innovativa tecnologia denominata ERC-20.
Nonostante questo entusiasmo, c’è da sottolineare, come si sono accorti anche gli utenti che sono soliti investire su Ethereum, che questa valuta digitale è ancora ostaggio di fee eccessivamente alte, anche per via del fatto che la versione 2.0 di Ethereum non è stata ancora lanciata.
La media delle fee? Troppo alta!
Certo, non gioca a favore di Ethereum anche il fatto che l’avversario numero della valuta digitale, ovvero Polygon, ha comunicato in via ufficiale di aver portato a termine un investimento di tutto conto, visto che ha sborsato 400 milioni di dollari per mettere le mani sulla startup Mir, che ha realizzato un’innovativa tecnologia legata allo scaling, denominata Zero-Knowledge, che è davvero molto rapida.
La situazione delle fee, però, sembra essere ormai sfuggita di mano: basti pensare che le fee. Due anni fa, mediamente venivano pagate per ciascuna transazione quasi sempre meno di 3 dollari. Al giorno d’oggi tale soglia è stata completamente scombussolata, dal momento che nel 2021 la media è arrivata spesso e volentieri ad abbattere addirittura la soglia di 4 dollari.
In modo particolare, il momento peggiore da questo punto di vista è arrivato nel corso del mese di agosto 2021, ovvero quanto è stato lanciato il nuovo aggiornamento London, che ha di fatto bruciato una porzione delle fee. Ecco, da questo momento in avanti, il costo media di ciascuna transazione che è stata portata a termine sulla blockchain di Ethereum ha raggiunto spesso e volentieri una soglia superiore ai 10 dollari.
Un problema che ha bisogno di essere risolto alla svelta
È abbastanza chiaro come Ethereum dovrà spingere il più possibile sull’acceleratore per individuare un modo per risolvere il prima possibile questa problematica. Non si può permettere di lasciar passare troppo tempo: il mondo delle criptovalute, su cui intende investire anche WhatsApp, è una giungla e c’è sempre qualche avversario che è pronto a prendere il tuo posto.
Proviamo a capire meglio, allora, che cosa potrebbe fare Ethereum per arginare il problema quantomeno in maniera parziale nell’immediata. La soluzione più prossima temporalmente potrebbe essere quella di cambiare la Proof-of-Work e puntare sulla Proof-of-Stake. In realtà, si tratta di un passaggio che è già previsto di default con la versione 2.0 di Ethereum, ma è chiaro che velocizzarlo sarebbe una soluzione più che auspicabile al momento.
Il problema, anche in questo caso, è che tale passaggio è stato oggetto di un numero importante di ritardi ed è facile anche pensare come non si potrebbe considerare una soluzione definitiva per far rientrare le fee entro livelli accettabili. Non a caso, verso il mese di ottobre dello scorso anno, il co-fondatore di Ethereum, ovvero Vitalik Buterin, aveva messo in evidenza come, per poter dare nuovo vigore a questa valuta digitale, l’unica soluzione sarebbe stata quella di puntare su delle soluzioni legati ai rollup.
In verità, anche le soluzioni intermedie come quella appena prospettata, non ha dato gli esiti sperati dal punto di vista delle fee, anche per via del fatto che la PoS potrebbe non bastare a farle diminuire in misura netta. Il futuro di Ethereum? Secondo Buterin potrebbe essere multi-rollup, visto che focalizzarsi su una simile scelta vorrebbe dire ottenere una serie di aspetti convenienti non indifferenti. Ci sarà anche la riduzione delle fee tra questi ultimi?