Aumenti generalizzati per gas e luce, Confartigianato: “A soffrire sono anche famiglie e piccole imprese”

A patire le conseguenze dei rincari, secondo l’associazione di categoria, in primo luogo il manifatturiero
Aumenti di gas e luce, interviene Confartigianato. Che stigmatizza la politica energetica del governo e chiede soluzioni immediate per la salvaguardia anche delle piccole aziende.
“Aspettavamo ad uscire sulla stampa – dice l’associazione di categoria – pensando che gli aumenti di gas e luce fossero un qualcosa di temporaneo, anzi una questione di pochi giorni. Purtroppo non è così, e il fenomeno riguarda non solo luce e gas, ma anche carburanti, farina, eccetera. Sui media e sulle televisioni sembra che questi aumenti riguardino solo le grandi aziende. Nella nostra provincia si è parlato e sono stati intervistati proprietari di cartiere perché questo rappresenta un distretto importante a Lucca ed è corretto, ma non possiamo ignorare, completamente, le ripercussioni che avranno anche sugli altri settori, in primo luogo il manifatturiero artigiano da sempre settore portante dell’economia lucchese e che è tra i più energifori e che rischia di perdere di competitività nei confronti delle aziende estere. Oppure pensiamo al settore dei servizi e non solo alla persona, ma anche lavanderie, panifici, taxi, ecc.”.
“Abbiamo circa un migliaio di operatori del benessere – dice ancora Confartigiaianto – che dopo aver assorbito, almeno in parte, i costi legati alla igienizzazione dei locali per le problematiche legate al Covid-19 si trovano a dover affrontare gli aumenti dell’energia elettrica e di tutti i prodotti in generale visto che l’aumento della benzina incide sui trasporti e quindi sulla consegna di questi ultimi. Sono buoni compagni le lavanderie, i panificatori e le pasticcerie artigiane che vedono aumentare, almeno del 20%, anche il costo della farina. Indubbiamente questa diventa una situazione che già ora non è più sostenibile per cui, a breve, i servizi dal parrucchiere o dall’estetista aumenteranno, così come il costo del pane, quello della lavanderia, ecc. determinando un incremento dell’inflazione che già è intorno al 4%“.
“Tutto questo – spiega l’associazione – accade in un contesto socio economico difficile, dove ci sono persone che hanno perso il lavoro, altre che sono in cassa integrazione, altre ancora con pensioni che non raggiungono i mille euro al mese. Qualcuno ci deve spiegare come fanno questi cittadini ad arrivare a fine mese con cifre del genere e soprattutto ci deve dire come fa una persona anziana a fare visite specialistiche o esami a pagamento, visto che i tempi per eseguirle con il Servizio sanitario nazionale superano i sei mesi, a volte anche un anno. Noi crediamo che per la prima volta dal dopoguerra siano i figli, quando possibile, che devono aiutare il genitori da un punto di vista economico, mentre prima erano i genitori o i nonni che aiutavano i figli o i nipoti. Molti comunque devono rinunciare a curarsi con un incremento/aggravamento delle patologie trascurate. Inoltre ci sarà un’impennata del ricorso alla cassa integrazione perché molte aziende hanno già deciso che è fallimentare rimanere aperti“.
“Per tornare alla questione degli approvvigionamenti energetici, ogni giorno sempre più cari, questi sono il frutto di scelte sbagliate – è il commento di Confartigianato – Ricordo il referendum sul nucleare, la maggioranza della popolazione espresse parere negativo forse senza tenere conto che siamo circondati da centrali nucleari in Francia e Svizzera e che da questi paesi acquistiamo energia. Poteva anche andar bene che non volessimo creare centrali nucleari sul nostro territorio, ma occorreva mettersi subito all’opera per trovare soluzioni alternative perché noi dipendiamo, in grandissima parte, da approvvigionamenti che provengono da paesi esteri e che se decidono di bloccarli lo fanno, punto e basta. Eppure abbiamo il gas lungo la costa adriatica che la Slovenia estrae per le sue necessità, ma noi abbiamo deciso di non perforare la costa e quindi non preleviamo gas; non vogliamo inceneritori e paghiamo lo smaltimento dei rifiuti anziché trarne energia, come succede in Germania per esempio; insomma non vogliamo fare niente se non fotovoltaico e installare pale eoliche per produrre energia e poi ci lamentiamo dei costi che sono diventati insostenibili per le famiglie e per le aziende”:
“Crediamo, anche come associazione – conclude la nota – che la scelta per il nostro futuro non sia più rinviabile, ne va della stessa sopravvivenza delle aziende. Effetto del Covid, approvvigionamento materie prime, produzione di energia, saranno i temi prioritari su cui ci confronteremo con le forze politiche alla prossima tornata delle elezioni politiche sia che ci siano nel 2022, o nel 2023. Chi governerà il paese nei prossimi anni deve sapere che è chiamato a fare scelte importanti per poter far sì che l’Italia rimanga fra le nazioni più industrializzate del pianeta anche scontentando qualcuno perché noi non solo dipendiamo dai paesi esteri per le materie prime, ma anche per le risorse energetiche che sono l’ossigeno per tutti quanti noi. Nel frattempo occorre fare qualcosa e trovare accordi con chi ci può dare gas o energia elettrica a prezzi migliori”.