Rifiuti, Valfreddana diventa ReLife Recycling: fatturato atteso di 13 milioni di euro

1 febbraio 2022 | 11:24
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Rifiuti, Valfreddana diventa ReLife Recycling: fatturato atteso di 13 milioni di euro

L’azienda vuole operare a livello internazionale nel settore dell’economia circolare attraverso la produzione di imballaggi sostenibili

Novità aziendale da oggi (1 febbraio): Valfreddana diventa ReLife Recycling. L’azienda, che opera a Lunata, è dotata di tre impianti per la selezione e la valorizzazione dei rifiuti solidi urbani e speciali, quali carta e cartone, metalli ferrosi e non ferrosi, vetro, plastiche, per una capacità di trattamento di circa 80mila tonnellate di materiale all’anno.

Con una prospettiva di fatturato superiore a 13 milioni di euro, un indotto sul territorio stimato in 8 milioni di euro e 35 addetti, Valfreddana rappresenta da oltre 25 anni un importante punto di riferimento per le raccolte differenziate nella provincia di Lucca: la prematura scomparsa del fondatore, Andrea Bianchini, ha rafforzato nelle persone che sono cresciute con lui la voglia di crescere e fare sempre meglio, arrivando a incorporare anche l’azienda San Ginese.

Da oggi diventa ufficiale, dunque, il cambio di denominazione e l’incorporazione dell’azienda nella divisione produttiva Recycling del Gruppo ReLife, che vuole operare a livello internazionale nel settore dell’economia circolare attraverso la produzione di imballaggi sostenibili, quali scatole e film riciclato, ottenuti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili.

“Il cambio di denominazione ha un’importanza epocale per la nostra azienda – dichiara Gianluca Cencia, amministratore di Valfreddana – Da singola impresa locale diventiamo parte di integrante di un player che compete a livello europeo nel settore dell’economia circolare. Da oggi siamo una realtà diversa: più integrata e più rilevante nel processo di sviluppo di un gruppo industriale realmente innovativo, nel nostro paese e al livello internazionale”.

La presenza territoriale dell’impianto di Lunata ne uscirà rafforzata, come spiega Paolo Benfante, Ceo di ReLife Recycling: “Il cambio di nome di Valfreddana avviene nel segno della continuità, dal momento che partecipa alla nuova avventura con F2i, il fondo di caratura internazionale che con il 70% delle azioni della compagine darà all’azienda e al gruppo la forza e la solidità per espandersi a livello europeo e, al tempo stesso, per accentuare il proprio radicamento a livello locale”.

“ReLife entra nel futuro – prosegue Marco Benfante – Da oggi, il gruppo si presenta sul mercato come produttore di imballaggi sostenibili, provenienti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili. Una realtà che si pone obiettivi importanti, quali l’abbattimento delle emissioni di Co2, garantire la massima sostenibilità dei propri prodotti, moltiplicare il valore per i clienti, che sono al tempo stesso fornitori, ma soprattutto partner di questo modo di fare economia circolare.”

Il ReLife Group

ReLife Group nasce nel 2013 dall’intuizione dei fratelli Marco e Paolo Benfante, titolari dell’omonima srl fondata negli anni ’50 per la raccolta della carta da macero, e di Enzo Scalia insieme al fondo Xenon Private Equity. Dal luglio scorso, la maggioranza del pacchetto azionario appartiene a F2i, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali.

ReLife Group rappresenta un unicum nel panorama nazionale ed europeo per il suo modello di crescita, dal momento che è in grado di proporre ai propri clienti nuovi prodotti derivanti dalla trasformazione dei rifiuti – carta, plastica, legno, metalli – da loro stessi forniti.

Le attività produttive sono organizzate in 4 divisioni: ReLife Recycling (con oltre 700 mila tonnellate di rifiuti avviati a riciclo), ReLife Paper Mill (con oltre 115 mila tonnellate di bobine di cartoncino grigio prodotte da macero), ReLife Paper Packaging (con oltre 80 mila tonnellate di scatole prodotte), ReLife Plastic Packaging (con oltre 15 mila tonnellate di prodotti plastici).

I siti produttivi, 18 in totale, si trovano in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana e generano un fatturato di 260 milioni di Euro.