Infrastrutture, turismo e rilancio dei negozi: la ricetta di Confesercenti per la ripartenza
Una serie di proposte per la città che verranno consegnate ai candidati a sindaco di Lucca. “Don Baroni? Il nostro sogno è spostare il mercato sulle Mura”
Turismo, rilancio dei negozi di vicinato, infrastrutture, terminal bus alla stazione, ex manifattura, mercato Don Baroni, mercatini straordinari e ferie. Sono questi i 7 temi toccati da Confesercenti, che lancia ufficialmente una serie di proposte per il rilancio della città che consegnerà direttamente ai candidati a sindaco di Lucca.
Il documento programmatico si chiama “Lucca ventidueventisette” ed è stato presentato questa mattina (23 marzo) dal presidente Francesco Domenici, il vicepresidente responsabile centro storico Massimiliano Giambastiani ed il responsabile area lucchese Daniele Benvenuti.
“Con la pandemia che continua a tenere sotto pressione il nostro Paese anche se i prossimi allentamenti delle restrizioni aprono spiragli di fiducia, alla quale si è aggiunta la tragedia della guerra – spiegano -, bisogna più che mai lavorare concretamente alla ripartenza che per le attività commerciali vuol dire alzare la testa dopo due anni terribili in cui i bilanci hanno toccato il fondo. Essere sopravvissuti è già stata una conquista e chi lo ha fatto deve guardare al futuro con ottimismo solo se la politica farà la sua parte, a cominciare da quella locale. Per questo il compito che si troverà di fronte il nuovo sindaco per i prossimi cinque anni sarà impegnativo. C’è da ripartire, sicuramente, ma c’è anche da mettere in campo progetti ed iniziative che rendano questa ripartenza concreta e duratura. La presidenza area lucchese di Confesercenti Toscana Nord ha messo a punto un documento ‘Luccaventidueventisette’ che sottoporremo ai tutti i candidati a sindaco di Lucca, che vorranno confrontarsi con noi, nel quale sono presentate alcune tematiche che per noi devono essere al centro dei programmi elettorali e soprattutto dell’azione di governo della nuova amministrazione”.
“C’è bisogno di portare più persone in centro storico – affermano -. Con l’ex Manifattura abbiamo perso un’opportunità importante, ci riferiamo a Tagetik , noi però ribadiamo l’importanza di immettere uffici e aziende per riportare i lavoratori in centro storico. Lucca non può vivere solo di turismo. In città il trasporto pubblico è insufficiente, mancano anche i parcheggi. Il mercato Don Baroni? Attualmente non è attrattivo, va riqualificato e va reso più connesso alla vita del centro storico. La situazione è drammatica nella giornata di mercoledì, con 20/25 posti che restano vuoti. Bisogna pensare magari ad una riduzione dei posti e perché non spostare il mercato del mercoledì, qualora risultasse con banchi limitati, in centro storico? La location in cui spostarlo? Il nostro sogno sono le Mura. Del terminal bus alla stazione se ne parla ormai da 15 anni, speriamo che con la prossima amministrazione sia la volta buona. Capitolo negozi: Lucca per il rilancio non ha bisogno di catene come Zara e H&M. Lucca ha bisogno di qualità”.
Le proposte di Confesercenti
Lucca e le infrastrutture. La città ha bisogno di collegamenti più efficaci per il suo attraversamento. La circonvallazione ormai non è più in grado di sostenere il volume di traffico di chi non entra in città ma, uscito dall’autostrada, vuole raggiungere altre mete soprattutto dal punto di vista dei veicoli commerciali. Per questo bisogna riconsiderare innanzitutto l’utilità dei due caselli Est e Ovest così ravvicinati che di fatto alimentano solo il traffico di attraversamento della città. Il progetto del casello di Mugnano con una revisione della funzione di quello di Lucca Est possono essere un punto di partenza. Viabilità che può essere facilitata anche da un servizio pubblico che lascia completamente scoperte alcune zone dell’immediata periferia, zone che una volta chiuse le scuole perdono diverse corse di collegamento con la città. Anche il servizio dei bus navetta deve considerare aree della città ad oggi dimenticate. Per questo si richiede di aumentare le linee Lam considerate positive in termini di “leggibilità” e frequenza garantendo la raggiungibilità di altre zone e individuando parcheggi scambiatori facilmente fruibili anche da chi vive la città per pochi giorni. E sempre per quanto riguarda il servizio pubblico, riteniamo fondamentale che la nuova amministrazione si impegno per potenziarlo anche fuori dai periodi di apertura scolastica, in funzione turistica. il turista che non alloggia in centro storico deve avere per forza un proprio mezzo di trasporto se vuole visitare la città. Questo pone la destinazione Lucca in una posizione di non competitività rispetto ad altre realtà, tagliandola fuori da quel tipo di turismo sostenibile che rappresenta il futuro del comparto. A tale proposito riteniamo si debba pensare di migliorare la rete delle ciclabili.
Nuova terminal bus alla stazione. Proprio nell’ottica di migliorare la viabilità della città con nuove infrastrutture, da sempre la nostra associazione sostiene come vitale e strategica la realizzazione del nuovo terminal dei bus nella zona ex magazzino merci della stazione. Un hub in cui concentrare non solo i pullman, ma anche parcheggi auto e servizi di noleggio di biciclette. Un progetto che deve andare di pari passo con la riqualificazione della piazza antistante la stazione. Con questa realizzazione libereremo quindi piazzale Verdi dal suo ormai insostenibili ruolo di terminal, trasformando l’area adiacente all’attuale stazione dei bus in parcheggi. Piazzale Verdi che però deve rimanere come fermata, vero e proprio punto di approdo per la parte ovest della città. Il progetto sta adesso vivendo un rallentamento legato all’acquisto dei terreni di Ferrovie dello Stato e di alcune clausole ad esso collegate. Chiediamo che la nuova amministrazione superi questi rallentamenti con una assunzione di responsabilità che sblocchi la situazione nei confronti dell’attuale proprietario dei terreni.
Ex manifattura. Una ferita aperta nella città. Come associazione avevamo sostenuto con forza l’insediamento di Tagetik in modo da rendere la struttura un importante polo di aziende di alto livello con un numero importante di dipendenti che avrebbero ricadute concrete sulla città. L’alternativa è continuare a lasciare nel degrado uno spicchio strategico della città. La situazione adesso sembra di nuovo in un vicolo cieco. Noi alla nuova amministrazione ribadiremo con forza che l’area deve essere un valore aggiunto per la città. Questo vuol dire fare rispettare lo stop categorico all’insediamento della grande distribuzione sotto ogni sua forma, stop tra l’altro già previsto a Lucca. E spingere al massimo perché nel progetto ci siano il maggior numero di parcheggi funzionali all’accesso al centro storico. A nostro avviso, a prescindere dalla probabile rinuncia di Tagetik, riteniamo che l’area debba ospitare aziende e uffici in grado di portare in città persone e contribuire ad un rilancio del centro storico non solo legato ai flussi turistici. Ci pare possibile ipotizzare un nuovo ritorno nel centro storico di alcune funzioni essenziali oggi allocate all’esterno in locali in affitto da privati quali ad esempio il centro per l’impiego e l’agenzia delle entrate
Mercato Don Baroni. Il rinnovo delle concessioni per i prossimi 12 anni che l’attuale amministrazione comunale deve definire entro il prossimo giugno è il punto di partenza per la riqualificazione del mercato bisettimanale. Una volta definiti i reali posteggi occupati, si deve procedere una ricalibrazione del numero complessivo dei banchi prevedendo anche una riduzione. Soprattutto il mercoledì, i posti liberi sono un numero talmente grande da non poter accettare il mantenimento dell’attuale geografia definita dall’ormai superato piano del commercio. Necessario dunque concordare una riduzione dei posteggi, tenendo comunque conto di quegli spuntisti con numeri di presenza molto alti, ed un nuovo disegno della mappa. Bene anche nuovi bandi per assegnare posteggi vacanti, calibrandoli però su tipologie commerciali assenti o carenti. Il mercato Don Baroni ha poi bisogno di un collegamento di servizi pubblici dal centro storico, una cartellonistica a quattro accessi della città. Ma anche di edizioni straordinarie all’interno del centro storico.
Mercatini straordinari. Lucca sta diventando la città dei mercatini straordinari. Un calendario eccessivo nel suo centro storico per una offerta di qualità e che rischia di rendere normale quello che deve essere straordinario. Spazio quindi ad eventi di qualità, contraddistinti da offerte merceologiche che non siano però copie di quelle che si possono trovare ad esempio nel mercato bisettimanale.
Turismo. Lucca deve tornare ad essere un polo di attrazione turistica e non una meta mordi e fuggi da inserire in rapidi tour della Toscana. Occorrono punti di informazione ai principali varchi cittadini per presentare una offerta globale della città. Investire nelle borse turistiche ed anche nei due principali scali aeroportuali regionali. Turismo che deve fare rima con legalità. Chiediamo quindi che la nuova amministrazione, anche con una nostra fattiva collaborazione, metta mano ad una mappatura dell’offerta alloggiativa turistica affiancando al monitoraggio delle strutture ricettive, il censimento e la promozione dell’emersione e della regolarizzazione delle locazioni turistiche (locazioni di case e appartamenti arredati e senza alcuna prestazione di servizi accessori o complementari, per finalità turistiche) ed usi la mano dura contro il dilagare dell’abusivismo. Abusivismo che squalifica l’immagine turistica della città. Una città che ha Summer Festival e Lucca Comics and Games come biglietti da visita, ma che deve attrarre anche nei restanti mesi dell’anno. Lucca deve farsi attiva anche sui tavoli legati alle infrastrutture: pensiamo ad esempio alla linea ferroviaria che la collega a Firenze, ma anche sul dibattito sugli scali aeroportuali il cui sviluppo è fondamentale per una città che può attrarre passeggeri in arrivo sia da Peretola che dal Galilei.
Rilancio dei negozi di vicinato. Lucca in questi anni ha vissuto un vero e proprio accerchiamento per quanto riguarda la grande distribuzione. Visto infatti in una ottica intercomunale, è impensabile ritenere che le grandi strutture che continuano ad aprire o ad ampliarsi nei comuni limitrofi non portino conseguenze sulle attività tradizionali cittadine. Chiediamo un impegno della nuova amministrazione nel favorire nuovi negozi di vicinato sia nel centro storico che nei quartiere fuori le Mura. Prevedendo bandi che incentivano le aperture attraverso agevolazioni iniziali sulle tasse comunali. Crediamo che si debba anche intervenire con un nuovo blocco delle nuove licenze nel centro storico come minimo fino a tutto il 2023, visto che dopo due anni durissimi causa pandemia, coloro che hanno resistito debbano avere la possibilità di riprendersi e di rivalutare le proprie licenze. Blocco che non riguardi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande ma anche gli esercizi commerciali alimentari (sia di vicinato che di media/grande struttura) e le attività artigianali alimentari ad eccezione di pescherie, rivendite di pane, attività artigianali di panificazione e le rivendite di frutta e verdura, che sono consentite, purché presentino specifico atto unilaterale d’obbligo di impegno a non vendere alcol e a non consentire il consumo sul posto. Per evitare che la grande distribuzione, come sta avvenendo in altri centri storici, torni ad occupare anche la città con strutture piccole (così dette express) ma con modalità di vendita da grande distribuzione (leggi sconti, promozioni o sottocosto).