Oleificio Salvadori, l’azienda replica al sindacato: “Il lavoro straordinario? Chiesto in buona fede”

Poi la richiesta a Fisascat Cisl: “Ci auguriamo che si possa continuare nel segno di una collaborazione costruttiva”
“La richiesta di lavoro straordinario ai nostri dipendenti? Non è assolutamente dovuta a una carenza di personale, ma al fatto che le materie prime, a causa della guerra in Ucraina, arrivano a singhiozzo rendendo così necessario intensificare in alcuni periodi la produzione”. Così l’Oleificio Salvadori, che ha sede anche a Porcari, replica a Fisascat Cisl che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per presunte illiceità dell’azienda nei confronti dei propri lavoratori, aprendo lo stato di agitazione.
“Si tratta quindi di lavoro che serve in questa fase a fronteggiare eccezionali e oggettive esigenze tecnico-produttive – prosegue l’azienda -. Come ben noto al sindacato il rifiuto dello straordinario non è legittimo quando il datore di lavoro ha richiesto la prestazione aggiuntiva nel rispetto dei principi di buona fede e correttezza, così come affermato da molteplici sentenze della Corte di cassazione e in particolare dalla sentenza n. 9305 del 20 maggio 2020. L’Oleificio Salvadori ha operato in assoluta buona fede, correttezza e trasparenza avviando e coltivando un dialogo con il sindacato e i dipendenti, spiegando la situazione (sono stati all’uopo effettuati anche degli incontri in azienda) e cercando di condividere l’organizzazione dei turni di lavoro in modo da programmarli e renderli il più funzionali possibile alle esigenze di vita dei lavoratori e alla produttività aziendale. Con alcuni dipendenti è stato possibile instaurare un dialogo e sono state trovate soluzioni concordate, purtroppo non altrettanto è successo con il sindacato ed alcuni lavoratori che al dialogo hanno preferito il silenzio, visto che non hanno nemmeno avvertito del fatto che non sarebbero venuti a coprire i turni di lavoro comunicati con largo anticipo che l’azienda aveva proposto”.
“Peraltro, in una fase così delicata, è stato attivato lo stato di agitazione per richiedere la programmazione degli orari e adducendo a corollario delle proprie esternazioni ulteriori questioni rispetto alle quali l’azienda ha comunque valutato di collaborare. Stiamo vivendo un periodo d’emergenza per motivi oggettivi e di rilevo internazionale e i clienti non accettano ulteriori ritardi dovuti alla mancanza di collaborazione interna – concludono dall’azienda -. Se la produzione si dovesse fermare o rallentare ulteriormente si perderebbero primari clienti e ovviamente si avrebbero gravissime ripercussioni, non solo sull’azienda, ma proprio sugli stessi posti di lavoro che è nostra priorità mantenere. Ci auguriamo che il sindacato Fisascat Cisl comprenda tale situazione e che si possa continuare nel segno di una collaborazione costruttiva”.