Oleificio Salvadori, l’azienda replica al sindacato: “Il lavoro straordinario? Chiesto in buona fede”

2 maggio 2022 | 16:57
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Oleificio Salvadori, l’azienda replica al sindacato: “Il lavoro straordinario? Chiesto in buona fede”

Poi la richiesta a Fisascat Cisl: “Ci auguriamo che si possa continuare nel segno di una collaborazione costruttiva”

“La richiesta di lavoro straordinario ai nostri dipendenti? Non è assolutamente dovuta a una carenza di personale, ma al fatto che le materie prime, a causa della guerra in Ucraina, arrivano a singhiozzo rendendo così necessario intensificare in alcuni periodi la produzione”. Così l’Oleificio Salvadori, che ha sede anche a Porcari, replica a Fisascat Cisl che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per presunte illiceità dell’azienda nei confronti dei propri lavoratori, aprendo lo stato di agitazione.

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“Si tratta quindi di lavoro che serve in questa fase a fronteggiare eccezionali e oggettive esigenze tecnico-produttive – prosegue l’azienda -. Come ben noto al sindacato il rifiuto dello straordinario non è legittimo quando il datore di lavoro ha richiesto la prestazione aggiuntiva nel rispetto dei principi di buona fede e correttezza, così come affermato da molteplici sentenze della Corte di cassazione e in particolare dalla sentenza n. 9305 del 20 maggio 2020. L’Oleificio Salvadori ha operato in assoluta buona fede, correttezza e trasparenza avviando e coltivando un dialogo con il sindacato e i dipendenti, spiegando la situazione (sono stati all’uopo effettuati anche degli incontri in azienda) e cercando di condividere l’organizzazione dei turni di lavoro in modo da programmarli e renderli il più funzionali possibile alle esigenze di vita dei lavoratori e alla produttività aziendale. Con alcuni dipendenti è stato possibile instaurare un dialogo e sono state trovate soluzioni concordate, purtroppo non altrettanto è successo con il sindacato ed alcuni lavoratori che al dialogo hanno preferito il silenzio, visto che non hanno nemmeno avvertito del fatto che non sarebbero venuti a coprire i turni di lavoro comunicati con largo anticipo che l’azienda aveva proposto”.

“Peraltro, in una fase così delicata, è stato attivato lo stato di agitazione per richiedere la programmazione degli orari e adducendo a corollario delle proprie esternazioni ulteriori questioni rispetto alle quali l’azienda ha comunque valutato di collaborare. Stiamo vivendo un periodo d’emergenza per motivi oggettivi e di rilevo internazionale e i clienti non accettano ulteriori ritardi dovuti alla mancanza di collaborazione interna – concludono dall’azienda -. Se la produzione si dovesse fermare o rallentare ulteriormente si perderebbero primari clienti e ovviamente si avrebbero gravissime ripercussioni, non solo sull’azienda, ma proprio sugli stessi posti di lavoro che è nostra priorità mantenere. Ci auguriamo che il sindacato Fisascat Cisl comprenda tale situazione e che si possa continuare nel segno di una collaborazione costruttiva”.