‘No alle spese militari’, domani la mobilitazione dei sindacati

I sindacati: “E’ ora che le varie sigle sindacali si uniscano contro questo governo guerrafondaio e affondatore di economia”
“Dopo due anni di decreti a raffica, di restrizioni supportate da uno stato di paura ben alimentato dai media che ci hanno assuefatto ad una logica assolutamente distante dalla tutela dei diritti di tutti: è evidente la pericolosità una gestione che non trova le risorse per assicurare il funzionamento della sanità, della scuola e dei servizi primari ma che trova in un battibaleno costosissimi sistemi d’arma da offrire all’Ucraina”.
Così le Rsu della Fabio Perini – Korber Tissue di Lucca che confermano la propria adesione alla mobilitazione indetta dal cartello di sigle di base per la giornata di domani (20 maggio), confluendo nella manifestazione organizzata a Pisa.
“Come da scambi e battute all’ultima assemblea del 9 maggio – prosegue la Rsu – sulle stesse ragioni della mobilitazione indetta da Usb il 22 aprile scorso, si denota come lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, disoccupati e disoccupate stiano subendo questa situazione conseguente alle folli scelte di un governo che da una parte picchia e arresta gli studenti (ciò accade con carcerazioni, arresti domiciliari e obbligo di firma per punire il movimento di febbraio a Torino per le morti avvenute in alternanza scuola lavoro) e dall’altra calpesta impunemente sia le leggi vigenti (185/90, divieto fornitura armi a paesi belligeranti) che il primario Spirito costituzionale (articolo 11). Crediamo che non sia possibile assistere a questo scempio senza provare a resistere, ed ora che varie sigle sindacali si uniscono con i medesimi obiettivi di lotta contro questo governo guerrafondaio e affondatore di economia, riteniamo assolutamente necessario sostenere questa mobilitazione”.
“Leggi e costituzione valgono per tutti – affermano -, per questo aderiamo allo sciopero di 8 ore di venerdì, perché deve solo crescere il ‘no’ a questa logica idiota e mortifera di governo e politica internazionale. Lo sciopero è un diritto come altri, se non lo eserciti lo perdi”.