Settore edile, Filca Cisl: “Boom di addetti in provincia di Lucca ma ancora troppi infortuni”

29 luglio 2022 | 16:22
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Settore edile, Filca Cisl: “Boom di addetti in provincia di Lucca ma ancora troppi infortuni”

Sichei: “Le soluzioni ci sono: occorre rimodulare l’orario di lavoro”

“Boom di addetti nel settore edile lucchese grazie al bonus”. A renderlo noto è Lorenzo Sichei, responsabile Filca Cisl Lucca e Massa Carrara. Stando a quanto riportato dal sindacato infatti, se nel 2019 gli addetti in Cassa edile  – quindi nel perimetro provinciale – erano 2600, oggi sono 3900. Preoccupano però gli infortuni sul lavoro, che, complice il caldo, continuano a registrare numeri alti.

“Il riscatto del settore edile è avvenuto, ed è in corso, a grandi numeri – prosegue Sichei -. Un boom occupazione dovuto all’effetto bonus che ha restituito linfa dopo il blocco durato anni e sta facendo sì che l’edilizia sia oggi traino dell’economia. Non si può negare una preoccupazione per il futuro sia a causa delle difficoltà date dall’ottenere crediti legati al superbonus 110%, sia per l’innalzamento del costo del costo delle materie prime, comprese le attrezzature di lavoro, che stanno creando notevoli problemi alle imprese. Determinante per il settore sarà la progettualità legata al Pnrr, ci si aspetta da questo, un apporto notevole per garantire stabilità al settore edile, sarà oltretutto fondamentale anche per la costruzione di opere pubbliche e infrastrutture determinanti per  lo sviluppo del paese. Le parti sociali a livello nazionale stanno monitorando la situazione, anche se la crisi di Governo in questo momento non ci voleva”.

Altro nodo focale quello degli infortuni, complice anche il gran caldo. “Nel 2021 abbiamo toccato il picco di 1.361 infortuni mortali in generale in Italia, 72 in Toscana. Se calcoliamo che il 36% in media avviene nel settore delle costruzioni possiamo comprendere quanto siamo coinvolti da tutto ciò – specifica il referente sindacale Filca Cisl -. E’ fondamentale, ed è questo il nostro appello, sollecitare tutti gli artefici della sicurezza sul lavoro, sia all’interno delle imprese sia le istituzioni stesse, affinché evolva la cultura della sicurezza. Purtroppo invece talvolta ci troviamo a constatare che non c’è molta sensibilità in merito. Con temperature vicino a 40 gradi continuiamo a vedere operatori al lavoro su tetti e piazzali all’aperto, senza una parvenza di ombra, a orari allucinanti. È necessario fare una seria valutazione del rischio da stress termico”.

“Le soluzioni ci sono: rimodulare l’orario di lavoro in modo da evitare le ore più calde, è una di queste. Ci sono aziende che si sono organizzate con turni dalle 6 del mattino alle 14, magari lavorando il sabato. Inoltre servono acqua potabile, zone d’ombra e soste programmate. Il rischio cadute è sempre quello più incombente, se aggiungiamo un possibile mancamento dovuto anche a un banale calo di pressione da caldo, possiamo renderci conto quanto il rischio aumenti al moltiplicatore. È oltretutto possibile, come prevede la legge – specifica Sichei – , richiedere all’Inps la cassa integrazione guadagni ordinaria quando il termometro supera i 35 gradi, ma anche con temperature più passe se i fattori di umidità o altro ne alterano la percezione”.