Report di Bankitalia: economia in ripresa, ma preoccupano gli effetti della guerra in Ucraina

L’aumento dei costi dell’energia rischia di bloccare la ripresa dopo lo stop a causa della pandemia
L’economia regionale è in ripresa rispetto all’anno passato ma non in modo omogeneo in tutti i settori e inoltre le ripercussioni della guerra in Ucraina sui costi dell’energia rappresentano una novità inaspettata con cui fare i conti specie alla luce della pandemia ancora non sconfitta del tutto.
Il report annuale di Bankitalia con dati aggiornati fino a maggio scorso delinea il quadro regionale e provinciale di tutti gli aspetti economici principali e come c’era da aspettarsi è un affresco a doppie tinte, un cauto ottimismo da un lato e una serie di raccomandazioni e preoccupazioni dall’altro, specialmente in relazione a eventi che non dipendono dalla volontà degli italiani. Nel 2021, dopo il forte calo causato dallo scoppio della crisi pandemica nel 2020, l’attività industriale è cresciuta a ritmo sostenuto. Secondo le stime, il valore aggiunto dell’industria in senso stretto è aumentato in termini reali del 12 per cento, in linea con il Centro e con l’Italia, senza tuttavia recuperare completamente il livello del 2019. In base alla rilevazione condotta da Confindustria Toscana Nord su un campione di imprese manifatturiere, lo scorso anno la produzione è aumentata – nella media delle variazioni tendenziali – del 9,3 per cento nella provincia di Prato, per il forte recupero della moda, in particolare dell’abbigliamento, del 6,8 in quella di Pistoia, grazie al contributo dei mezzi di trasporto, e del 6,4 a Lucca, per il buon andamento della nautica, dei macchinari e della metallurgia, a fronte di un settore cartario rimasto stabile e ancora al di sotto dei livelli elevati del 2019.
Si legge nel report: “Nell’anno in corso le imprese prevedono un fatturato in riduzione e una decelerazione degli investimenti. La crescita dei prezzi delle materie prime energetiche, emersa nel corso del 2021 e acuitasi a seguito del conflitto in Ucraina, ha infatti inciso negativamente sull’economia della Toscana. Tre quinti delle imprese hanno dichiarato di attendersi un effetto negativo dalla guerra, di cui un quarto in misura intensa; la principale motivazione è legata all’incremento dei costi energetici, cui si prevede di far fronte principalmente attraverso l’aumento dei prezzi e la riduzione dei margini”. La guerra preoccupa più di tutto il resto i vertici di Bankitalia.
A Lucca per quanto riguarda i finanziamenti il report sottolinea l’anomalia rispetto alle altre province toscane: “Alla fine del 2021 il credito concesso al complesso della clientela toscana ha registrato un incremento del 3 per cento, in linea con quello dell’anno precedente. L’andamento riflette l’accelerazione dei prestiti alle famiglie, compensata dal rallentamento dei finanziamenti alle imprese legato alla riduzione delle operazioni di sostegno alla liquidità. La dinamica, superiore alla media nazionale, ha interessato tutte le province ad eccezione di Lucca, a causa dell’accesso a canali di finanziamento non bancario da parte di imprese di maggiori dimensioni”. Probabilmente si tratta di finanziamenti pubblici o nel caso di grosse realtà di emissioni di obbligazioni o ricapitalizzazioni dei soci per nob rivolgersi al sistema bancario. “
Alla fine del 2021, tuttavia, la quota dei crediti alle imprese toscane operanti in questi settori risultava contenuta (5,7 per cento), anche in raffronto alle regioni del Centro e alla media nazionale; l’incidenza, eterogenea tra i territori, registrava i valori più elevati in provincia di Lucca, per la specializzazione nel cartario”. Il comparto cartario che ha retto più degli altri alla crisi pandemica si è rivolto meno alle banche, ma bisognerà attendere le evoluzioni del conflitto in Ucraina e l’andamento dei prezzi dell’energia, nei prossimi mesi, per capire cosa accadrà anche in questo settore trainante per l’economia lucchese.
Un altro aspetto preoccupante in Lucchesia, come in tutta la Toscana, è l’economia generata dal turismo. Scrive Bankitalia: “Nel biennio 2020-21, la Toscana ha risentito pesantemente e più dell’Italia del forte calo del turismo extraeuropeo, in cui risulta specializzata, legato alle città d’arte e caratterizzato da livelli di spesa più elevati. Nella crisi sanitaria vi è stata anche una ricomposizione dei flussi turistici con un aumento dell’incidenza dei viaggiatori più giovani e di quelli già stati recentemente nel nostro paese; si è registrata inoltre una maggiore preferenza a pernottare in alloggi privati. Le tensioni geopolitiche, che si riflettono anche sulla percezione del rischio e sui costi legati al viaggio, potrebbero ritardare il recupero del turismo straniero, unitamente agli effetti di una pandemia non ancora pienamente superata”.
Nella Piana di Lucca e in Versilia, tra turisti stranieri e italiani, divisi tra arrivi e presenze, Bankitalia registra un caldo medio rispettivamente del 40% e del 21%, dove però la componente riferita ai turisti stranieri è sempre in entrambi i casi a ridosso del 50% in meno rispetto al periodo pre-pandemia e soprattutto alla guerra che ha bloccato nuovamente la ripresa del settore per come si si aspettava dopo la fine delle restrizioni agli spostamenti per il Covid. Insomma i segnali di ripresa c’erano ma la guerra tra Russia e Ucraina sta di nuovo complicando tutto anche a livello economico.