Emergenza caldo nei luoghi di lavoro, la Uilcom: “La legge obbliga le aziende ad affrontare seriamente il problema”

Il segretario Uilcom Bindocci e il rappresentante per la sicurezza Santelli: “Le fabbriche lucchesi del cartario richiedano l’intervento di Asl e ispettorato”
“Se non vengono adottate apposite misurein presenza di elevate temperature nei luoghi di lavoro, specie nel caso di lavorazioni faticose e in assenza di adeguate pause di recupero, è più facile che si verifichino incidenti dovuti alla riduzione della concentrazione e attenzione dei lavoratori, alla stanchezza ed alla spossatezza per il caldo, oltre ai rischi specifici come quelli cardiovascolari e quelli legati ai colpi di calore. Inevitabili anche le conseguenze sulla produttività”. A lanciare l’allarme delle conseguenze del caldo estremo nei luoghi di lavoro sono Massimiliano Bindocci, segretario regionle di Uilcom Toscana e Rls e l’altro rappresentante Rls Eugenio Santelli, che ricordano: “La legge obbliga le aziende ad affrontare seriamente il problema del caldo”.

“La Uilcom su questo tema invita le aziende della carta lucchese a non banalizzare il tema come inevitabile e stagionale, e se del caso a fare richieste di intervento ad Asl ed ispettorato, ma soprattutto servirebbe aprire un reale tavolo di confronto per ridurre le conseguenze del caldo che in questi giorni gli operai delle produzioni stanno soffrendo, perché ribadiamo, la legge pone in materia degli obblighi alle aziende”.
“Con la stagione estiva, infatti – proseguono i rappresentanti Uilcom – il caldo eccessivo è un vero e proprio rischio per la salute del lavoratore. Questa situazione è definita stress termico, ovvero la persistenza di un microclima eccessivamente caldo o umido sul luogo di lavoro, e dovrebbe essere combattuta in vari modi”.
“Il tutto si fa ancora più difficile a causa dell’utilizzo delle norme di prevenzione contagio da Covid-19, che presumono in diversi casi l’utilizzo di mascherine e un abbigliamento spesso fatto di materiale sintetico. Giova ricordare – sottolineano Bindocci e Santeli – che il datore di lavoro è obbligato per legge a garantire una temperatura adeguata nei luoghi dove i lavoratori svolgono le proprie mansioni; la normativa di riferimento è il testo unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro, decreto legislativo 81/08 (articoli 63-64; allegato 4)”.
“Quindi il tema del caldo è un tema che prevede l’obbligo di intervenire da parte delle aziende. Nei giorni scorsi è uscita anche una nota dell’Inail e dell’ispettorato su questo tema con varie indicazioni su come combattere questa problematica. La circolare ha dei limiti, ma ha il pregio di evidenziare un problema. Le aziende hanno il dovere di utilizzare degli strumenti adeguati (climatizzazione, termoventilatori, rinfrescatori) per sopperire almeno in parte a questo problema. Si deve poi garantire la distribuzione dell’acqua e anche di sali minerali, e si possono valutare anche altri sistemi per migliorare la condizione degli operai e preservarne la loro salute”.
“Il problema però – conclude la nota – è che tutto è poi rimesso alla buona volontà, nessuno controlla, gli organici dell’Asl e dell’ispettorato sono risicati, e spesso le sole Rls non hanno la forza per far rispettare questa regola, complice anche la disinformazione e la poca sensibilità al tema anche di parte del sindacato. Nemmeno in alcune realtà più grandi si fa qualcosa di serio. Questo a tutto vantaggio delle aziende inadempienti. Ed in molte fabbriche della carta si soffre il caldo in modo davvero drammatico, soprattutto nel turno di pomeriggio“.