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Settore agroalimentare: quale ruolo gioca la catena del freddo?

13 settembre 2022 | 10:35
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Settore agroalimentare: quale ruolo gioca la catena del freddo?

I prodotti agroalimentari italiani sono il frutto di un’eredità culturale che da sempre contraddistingue il made in Italy nel mondo.

La qualità dei cibi è infatti garantita da una filiera scrupolosamente controllata dal produttore al consumatore, che oggi vede coinvolti diversi stakeholder, in una procedura di trasporto della massima efficienza.

L’insieme di queste attività spesso prevede il mantenimento della cosiddetta catena del freddo, un iter che contribuisce a dare valore ai prodotti alimentari, offrendo un’elevata garanzia di qualità.

Catena del freddo: cos’è e quali rischi comporta la sua interruzione

Con il termine di catena del freddo si intende quel percorso a temperatura controllata che compiono i cibi prima di arrivare sulle tavole dei consumatori. Per far sì che i prodotti agroalimentari mantengano inalterate tutte le loro qualità salutistiche e organolettiche è infatti necessario che la temperatura si mantenga inalterata lungo tutte le fasi della supply chain, comprese le procedure di stoccaggio, le attività di carico e scarico e il trasporto sui mezzi refrigerati.

Il rispetto scrupoloso della catena del freddo fa sì che gli alimenti restino integri e che rispettino i più alti standard igienici e di sicurezza alimentare. Viceversa, l’interruzione anche di un solo anello della catena non consentirebbe di assicurare la qualità dei beni coinvolti: lo sbalzo di temperatura potrebbe infatti causare una variazione dei livelli di umidità, innescare un processo di proliferazione batterica e determinare un conseguente deterioramento del prodotto distribuito.

Di conseguenza, per il trasporto a temperatura controllata ci si avvale di procedure flessibili che tengano conto della specifica natura del prodotto e di una serie di mezzi di supporto che permettano di verificare che le operazioni siano sempre svolte in modo corretto.

Trasporto a temperatura controllata: l’importanza di affidarsi a realtà specializzate

Dietro al trasporto a temperatura controllata non vi è soltanto la necessità di preservare la sicurezza alimentare per i consumatori: alla base c’è anche la volontà di accompagnare l’evoluzione che costantemente interessa il settore dell’agroalimentare italiano e fare in modo che l’intero comparto venga valorizzato da una filiera di trasporto più sicura e più efficiente.

Tutto ciò rende la catena del freddo un processo in cui non è possibile improvvisare: oggi, infatti, la crescente necessità di offrire al consumatore prodotti agroalimentari di altissimo livello fa in modo che a farsene carico siano soprattutto aziende specializzate nella supply chain di prodotti freschi, surgelati e termosensibili.

Tra queste a distinguersi è STEF, il leader nella logistica a temperatura controllata che oggi conta oltre 242 filiali in tutta Europa. Per il corretto mantenimento della catena del freddo è infatti fondamentale poter disporre di competenzamezzi tecnologie per la gestione corretta di tutte le fasi della filiera, e solo realtà operanti a livello internazionale possono assicurare performance elevate per qualunque range di temperatura.

Catena del freddo: il rispetto della temperatura in tutte le fasi della supply chain

Il trasporto dei beni agroalimentari avviene attraverso tre diversi range di temperatura che permettono la movimentazione di altrettante categorie di prodotti: si va dai surgelati, che richiedono ambienti tra i -18 e i -25°C, ai freschi, le cui temperature possono oscillare tra 0 a 4°C, passando per i prodotti termosensibili, per i quali bisogna prevedere un intervallo compreso tra i 15 e i 18°C.

Naturalmente, anche i negozi di prossimità dispongono di bancali e celle refrigerate che permettono di assicurare il mantenimento della catena del freddo. Questi ambienti rappresentano infatti l’ultimo anello della filiera e come tali operano in sinergia con tutti gli altri canali per assicurare una riduzione di ogni genere di criticità.

Il trasporto a temperatura controllata è un processo rigidamente regolamentato in ogni suo step e tutti gli attori di questo percorso – produttori, trasportatori, distributori – sono chiamati ad adoperarsi affinché ogni procedura avvenga a tutela della qualità dei beni alimentari. Il tutto, in unione ai piani HACCP, oggi fondamentali per offrire all’utenza un’ulteriore garanzia di salubrità.