Taglio del nastro per il Miac: “Il caro-energia? Dobbiamo investire sull’innovazione”
Al via la mostra internazionale dell’industria con la presenza di 250 espositori internazionali
“Investire su innovazione per superare il momento difficile legato all’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Ma per far ciò serve una risposta unita dell’Unione Europea”. È questa, in estrema sintesi, la prima riflessione che arriva dal Miac 2022, la mostra internazionale dell’industria cartaria inaugurata ufficialmente questa mattina (12 ottobre).
Una grande occasione di confronto al Polo Fiere che, grazie alla presenza di 250 espositori internazionali, diventa un importante appuntamento tra gli addetti ai lavori del settore cartario per elaborare nuove soluzioni innovative e sostenibili.
Un taglio del nastro che ha visto la presenza di numeroso autorità, tra cui: Gli onorevoli Elisa Montemagni e Riccardo Zucconi, gli assessori regionali Leonardo Marras e Stefano Baccelli, i consiglieri regionali Valentina Mercanti, Mario Puppa e Vittorio Fantozzi, il sindaco di Lucca Mario Pardini e gran parte della sua giunta, Sara D’Ambrosio, sindaco di Altopascio in rappresentanza della Provincia, i vari rappresentanti dei Comuni della Piana, il presidente di Assocarta Lorenzo Poli e il presidente della sezione carta di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti.
Dopo il taglio del nastro, si è svolta una tavola rotonda che ha portato alla luce le prime riflessioni sul mondo della carta e sul difficile contesto attuale legato al caro-vita.
“Le sfide sono molto ambiziose oggi – commenta Lorenzo Poli – e aggiungerei molto pericolose per il contesto nazionale e internazionale. Non solo l’energia, ma anche i nostri problemi di dumping ambientale con forse troppi ingressi di carta che viene da paesi che non hanno i nostri stessi problemi attuali. Però l’occasione è sempre quella di incontrarsi, parlare e vedere di fare sistema”.
Tra il 2020 e il 2022 l’incidenza del costo del gas sul fatturato è infatti passata dal 4,2% al 47%.
“Il forte impatto dei costi energetici sull’economia italiana sta minando, alla base, anche l’economia circolare oltre che aprire il mercato domestico al dumping ambientale con l’arrivo sul territorio europeo e italiano di prodotti cartari che costano meno a livello energetico ma soprattutto ambientale – spiega ancora Poli -. Sono necessarie misure a livello europeo per ridurre i costi energetici ed evitare che un singolo Paese, come ad esempio la Germania, adotti interventi a livello nazionale o introduca un cap a livello di singolo Stato, che modificano la competitività in Europa e minano la stessa Europa sotto il profilo economico e politico”.
Il comparto cartario con un tasso di riciclo dell’85% è parte di una filiera che rappresenta l’1,4% del Pil che ha quale materia prima la carta da riciclare. Il nostro Paese si posiziona, infatti, al secondo posto in Europa – dopo la Germania – sia per produzione che per utilizzo di carta da riciclare, tanto che ogni minuto il comparto ricicla 12 tonnellate di carta. Nel 2021 sono state riciclate 6 milioni di tonnellate di carta (+800 mila tonnellate rispetto al 2020).
“Alcuni impianti cartari, in questo momento, sono fermi ed altri stanno considerando di farlo a motivo del caro energia – va avanti Poli -. Ma tale situazione, oltre che fermare la produzione, porterebbe anche al collasso della gestione della raccolta della carta che non potendo più essere utilizzata in cartiera richiederà ulteriori costi per la sua gestione e stoccaggio. Una situazione di emergenza rilevata anche dal primo riciclatore di cartaceo in Europa, la Germania, che potrebbe impattare sul nostro sistema industriale e sociale richiedendo un intervento immediato delle autorità competenti”.
“Il distretto cartario di Lucca non sfugge, naturalmente, ai gravi problemi che stanno affliggendo il settore a livello italiano – interviene il presidente della sezione Carta e cartotecnica di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Attualmente quello dell’energia è il problema di gran lunga più serio che stiamo affrontando, un problema grave per i suoi potenziali effetti anche a medio termine. Perdere competitività e quote di mercato rispetto ai nostri concorrenti esteri significa imboccare una strada che potrebbe essere difficilmente reversibile anche quando, in un tempo che speriamo non sia troppo lontano, la situazione si sarà normalizzata. L’aggravio sui prezzi non può superare un certo livello: se accade questo, per gli acquirenti diventa conveniente ricorrere a forniture provenienti da paesi che fino a ieri erano impensabili, data l’incidenza dei costi di trasporto. Sono equilibri complessi che incidono su flussi commerciali importanti”.
“E’ questo che stiamo cercando di far comprendere alle autorità politiche nazionali ed europee: attenzione, i guasti che si stanno producendo oggi potrebbero avere conseguenze gravi per il manifatturiero italiano e continentale, cartario incluso. Inoltre si rischia di generare un circuito in cui si andrebbero a premiare a livello di mercato produttori di paesi molto meno attenti dei nostri alla sostenibilità ambientale e alla dimensione sociale del lavoro – va avanti Pieretti -. Alle istituzioni regionali e locali, pur nella consapevolezza che il tema generale va oltre il loro ambito di competenza, chiediamo di fare la loro parte per quanto possibile. Penso alle autorizzazioni, lunghe e faticose, per gli impianti per le energie rinnovabili; ma anche al pressing che ci auguriamo vogliano fare assieme a noi presso le autorità nazionali per estendere anche all’industria la possibilità di costituire comunità energetiche. Un provvedimento a costo zero, questo, che porterebbe benefici significativi.”
Per l’assessore regionale Leonardo Marras il superamento del momento difficile che si prospetta a causa del caro-vita deve passare dall’innovazione: “Il Miac è per definizione un momento in cui si ragiona di innovazione. Oggi parlare di innovazione significa affrontare temi che erano già presenti, sì, ma che adesso sono esplosi. Sto parlando del tema del risparmio energetico, della sostenibilità e della tenuta di competitività rispetto a questi temi. Sono tutte riflessioni che andranno fate perché nel mondo c’è chi fa dumping ambientale che si inserisce nelle difficoltà delle produzioni europee che risentono fortemente dell’incremento dei costi energetici che, nella carta, hanno un impatto devastante. Nonostante questo il 2022, soprattutto per quanto riguarda la filiera della meccanica per la carta, è stato un anno comunque positivo. Chiaramente la dinamica dei prezzi avrà delle ripercussione sui bilanci, ma ci dice anche che investire è l’unica strada che dobbiamo percorrere. Investire in innovazione è quello che le imprese sanno che devono fare e il pubblico, in questo caso anche la Regione, grazie al fondo europeo per lo sviluppo regionale – che è stato appena approvato a Bruxelles – potrà sostenere programmi di ricerca e sviluppo in quelle direzioni”.
I dati
Si stima che nei primi 9 mesi di quest’anno la bolletta del gas del settore cartario abbia superato di oltre il 95% quella dell’intero 2021, pari a oltre 1,3 miliardi di euro, 5 volte superiore a quella del 2020 (265 milioni di euro). Tra il 2020 e il 2022 l’incidenza sul fatturato del costo del gas è passata dal 4,2% al 47%.
I primi sette mesi dell’anno registrano una modesta crescita del settore pari allo 0,3%. Dopo il miglioramento registrato nel primo trimestre (+4,5%), i volumi realizzati dal settore hanno presentato in luglio la prima sensibile riduzione (-5,9% su luglio 2021) da novembre 2020. La produzione di carte e cartoni per imballaggio, che ha sempre guidato le positive dinamiche del settore (anche nel 2020 con qualche eccezione), è scesa nel mese di luglio del 4%, del 7.5% sono diminuite le carte e cartoni per cartone ondulato.
In riduzione anche le carte per usi grafici (-9,9%) e carte per usi igienico-sanitari (-3,6%) ed altre specialità (-17,4%). Fatturato in recupero dei sette mesi 2022 di oltre il 50% per effetto della necessità delle cartiere di recuperare gli ingenti rincari degli input energetici e delle materie prime fibrose.
“Una crisi energetica, quella che viviamo, che rischia di avere un impatto devastante anche sull’occupazione del settore. Sono diverse le aziende cartiere che stanno già utilizzando la cassa integrazione per l’aumento eccezionale dei costi energetici con il concreto rischio di arrivare a chiusure di siti produttivi, con il coinvolgimento anche dell’intera filiera. Per questo è fondamentale il varo del piano di contenimento dei consumi dell’industria, collocando l’industria cartaria tra quelli essenziali, cioè tra gli ultimi a dover subire interruzioni – afferma Poli -. I settori energivori, come quello cartario, stanno adottando delle strategie per affrontare i temi della decarbonizzazione e dei costi energetici spingendo sugli investimenti e utilizzo di biometano e bioliquidi. Ma stiamo puntando anche sulla elettricità verde e sulle Comunità energetiche Industriali: per questo dobbiamo accelerare la messa a disposizione di aree idonee per la costruzione di impianti alimentati a fonte rinnovabile, anche garantendo condizione di favore a consumatori industriali o gruppi di consumatori industriali che intendano autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno”.