Körber, i lavoratori tornano a incrociare le braccia: sit-in davanti ai cancelli di Mugnano

19 ottobre 2022 | 12:50
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Körber, i lavoratori tornano a incrociare le braccia: sit-in davanti ai cancelli di Mugnano

La Rsu: “Dalla direzione ancora nessuna risposta”. Proclamato un nuovo sciopero di due ore

Prosegue la vertenza sindacale alla Fabio Perini-Körber Tissue, che aveva visto i lavoratori incrociare le braccia già lo scorso venerdì (14 ottobre).

Körber, i lavoratori incrociano le braccia: “Dalla direzione ormai solo decisioni unilaterali”

La Rsu ha proclamato per domani (20 ottobre) altre due ore di sciopero, con un presidio davanti ai cancelli della sede di Mugnano fino alle 10,30 “dato il silenzio e le mancate risposte a tutt’ora” da parte della direzione aziendale, accusata dai sindacati di aver interrotto il dialogo con i propri dipendenti.

“La protesta é stata decisa la scorsa settimana a seguito dell’invio di alcune lettere di trasferimento a dei lavoratori, che nel frattempo sono stati trasferiti ad altra sede – spiega Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana -. Abbiamo impugnato formalmente i trasferimenti in quanto a nostro avviso non sussistono le ragioni tecniche, organizzative e produttive volte a giustificare la decisione aziendale. Abbiamo chiesto la revoca dei provvedimenti, ma non abbiamo ricevuto risposte. Valuteremo anche di adire alle vie legali. All’interno dell’azienda lavorano peraltro molti lavoratori di ditte in appalto, il sistema produttivo va esaminato attentamente, anche in considerazione della genuinità dell’appalto”.

“Non vorremmo che a qualcuno passasse l’idea che il montaggio delle macchine sia sempre più affidato alle ditte in appalto, al fine di ridurre il costo del lavoro. Riteniamo che i lavoratori debbano avere tutti gli stessi diritti – conclude Braccini -. Il settore del tissue sta attraversando una fase delicata che va ben compresa, non crediamo che sia opportuno affrontarla attraverso comportamenti aziendali pretestuosi. Bisognerebbe invece favorire il dialogo tra le parti e affrontare i veri problemi aziendali, ma se l’azienda crede di poter prendere decisioni unilaterali e antisindacali, continuerà lo stato di agitazione”.