ProGest, i lavoratori tornano a incrociare le braccia: “Chiederemo un incontro con la proprietà”

10 novembre 2022 | 17:20
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ProGest, i lavoratori tornano a incrociare le braccia: “Chiederemo un incontro con la proprietà”

Presidio davanti allo stabilimento di Altopascio: “Da un anno a questa parte le cose sono sì cambiate ma in peggio”

Nuovo presidio di fronte allo stabilimento ProGest di Altopascio, ex Ondulati Giusti. Oggi (10 novembre) i lavoratori hanno incrociato le braccia per un’ora “in risposta al pessimo clima aziendale”.

“Dalla direzione si vorrebbero cancellare tutti gli accordi aziendali, accampando giustificazioni inaccettabili, poi la citazione in tribunale promossa dall’azienda, contro i suoi dipendenti, per la vicenda del mancato pagamento dei sabati festivi, nonostante ci sia un pronunciamento dell’ispettorato del lavoro che obbliga l’azienda a pagare – spiegano dalla Slc Cgil -. Abbiamo quindi proclamato un’ora di sciopero per turno e per il personale a giornata. Dopo la massiccia mobilitazione dello scorso anno, ancora i lavoratori sono qui perché costretti nuovamente a reclamare ciò che spetta loro contrattualmente e a protestare contro un clima aziendale determinato dai comportamenti della direzione che crea continuamente situazione di tensione nel rapporto con i lavoratori”.

“Dovevano cambiare le coso, secondo la promessa fatta un anno fa. Infatti, le cose sono cambiate, in peggio – proseguono dalla Slc Cgil Lucca -. Ci sono stati due accertamenti da parte dell’Inps e dell’Ispettorato del lavoro, che hanno rilevato comportamenti non rispettosi delle norme e dei contratti da parte dell’azienda nel pagamento della cassa integrazione durante il Covid e nella scelta di non pagare, come invece il contratto nazionale prevedrebbe, alcune festività. Nonostante le sia stato intimato di pagare come doveva i lavoratori, l’azienda continua ad essere inottemperante. Anzi, ha fatto di più, invece di fare causa contro gli enti, ha deciso di citare in tribunale direttamente i suoi dipendenti. Ha aperto una nuova cassa integrazione, sostenendo che la gestirà nella solita maniera scorretta che l’ha vista soccombere nei confronti dell’Inps. Ha modificato senza alcuna motivazione plausibile l’orario di lavoro della manutenzione, creando turni impossibili, che prevedono orari dalle 16 alle 24 e dalle 24 alle 8 della mattina, completamente svincolati dai turni produttivi di riferimento che seguono ben altri orari”.

“Nell’ultima riunione sulla sicurezza ha addirittura affermato che questo inverno non accenderà nemmeno il riscaldamento – prosegue la Cgil -. Motivazione, il prezzo del gas. C’è di che essere più che indignati, perché viene preso a pretesto un motivo vero per aggravare le già difficili condizione di lavoro. Una parte dei servizi igienici sono chiusi e l’azienda nono intende riaprirli per metterli a disposizione delle fisiologiche necessità di tutti. C’è un controllo continuo sull’operato dei lavoratori e in questo contesto si dichiara di voler mettere degli impianti di videosorveglianza. Ovvio che se dovesse veramente accadere qualcosa che va oltre ciò che è consentito dalle leggi e dai contratti, non rimarremmo con le mani in mano. Ci è stata comunicata la disdetta formale di tutti gli accordi aziendali, frutto di una storia contrattuale che affonda le sue radici negli anni ’70 e che vede nel riconoscimento della 14esima mensilità e nella regolamentazione delle condizioni di lavoro e nel miglioramento della retribuzione punti importanti di avanzamento per tutti i lavoratori, non solo di quell’azienda ma di tutto il territorio industriale cartario”.

“Si sta male dentro questa azienda e, infatti, le persone continuano ad andarsene, appena trovano una nuova occupazione, occasioni che, fortunatamente per loro, il distretto continua ad offrire – concludono -. Chiederemo un incontro alla proprietà per capire se è a conoscenza di tutti questi fatti e appoggia questo tipo di gestione. Questi sono comportamenti che non possono essere ignorati né tanto meno
accettati. I lavoratori non saranno presi per sfinimento e non hanno intenzione di cedere. Sono qui oggi, per affermalo con forza”.