Rapporto italiani nel mondo, le riflessioni degli studenti dell’Isi Carrara-Nottolini-Busdraghi
Alcuni alluni hanno partecipato all’incontro grazie ai Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, scrivendo a margine alcune considerazioni sull’emigrazione
Alcuni studenti dell’Isi Carrara, Nottolini, Busdraghi hanno partecipato alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo nell’ambito del Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, scrivendo a margine alcune considerazioni.
La presentazione organizzata dalla Provincia di Lucca, Fondazione Paolo Cresci, Associazione Lucchesi nel Mondo, con il contributo di analisi e approfondimenti di Delfina Licata, sociologa curatrice per Migrantes del Rim, oltre che rappresentare un aggiornamento sulla realtà storico-sociale-economica del nostro Paese è stata anche la parte conclusiva di un Pcto che la Fondazione Cresci ha attivato con le classi quarte dell’Istituto scolastico.
Le competenze trasversali e l’orientamento attraverso le mostre Navi di carta e Montagne che migrano organizzate da settembre a dicembre, sono state l’asse portante dell’attività concordata con i docenti e i referenti del Pcto. All’incontro non è mancata una videochiamata con Stefano Nicoli, video-maker che vive e lavora a Barcellona, che ha risposto alle molte domande degli studenti in sala, offrendo loro ulteriori spunti di riflessione sull’essere un italiano-europeo che da quasi vent’anni lavora e vive in Spagna con tutte le caratteristiche di un cittadino del Mondo.
La presidente Ave Marchi ringrazia la dirigente scolastica dell’Isi Carrara, Nottolini, Busdraghi, docenti delle classi quarte RA,RB,SA Paola Raffaelli, Elena Mazza, Antonio Ragonesi, il coordinatore Vinicio Casella e gli studenti protagonisti dell’iniziativa.
La relazione di Chiara Milli, studentessa 4SA
Partecipando all’incontro sull’emigrazione, organizzato dalla Fondazione Cresci presso la Sala Tobino del Palazzo Ducale, ho avuto la possibilità di arricchire il mio bagaglio culturale e di farmi un’idea chiara sulla situazione attuale del nostro Paese. Si è trattato di argomenti relativi all’emigrazione degli italiani all’estero e del fatto che gran parte di essi siano proprio ragazzi come noi, con obiettivi da raggiungere, aspettative, paure e desideri. Queste sono, a mio parere, le emozioni che prevalgono nell’animo dei ragazzi che decidono di percorrere questa strada, spesso sconosciuta e che talvolta può spaventare. Non è facile infatti dire addio alla famiglia, alle nostre terre e a quella che finora è stata la nostra routine quotidiana. La maggior parte dei giovani italiani decide di andare all’estero per cercare quelle opportunità che purtroppo in Italia non esistono; per il nostro Paese chiaramente questa rappresenta un’enorme perdita. In particolar modo, il problema non sono i ragazzi che vanno in altri Paesi per migliorare le loro conoscenze, ma il fatto che poi non trovino le motivazioni per ritornare in Italia. Durante l’incontro ci sono stati inoltre forniti molti dati e percentuali, relativi all’emigrazione ai nostri tempi e a come essa sia cambiata nel corso degli anni, soprattutto durante il periodo del Covid. Tali informazioni sono state raccolte ed elaborate dal Rim (Rapporto Italiani nel Mondo), che si occupa di mobilità italiana di ieri e di oggi. Alla luce di quanto messo in evidenza dal sopracitato Rapporto si evince che dobbiamo correggere quanto siamo soliti affermare: che l’Italia, da Paese di emigrazione, si sia trasformato negli anni in Paese di immigrazione. Questa sintesi non è mai stata vera, e non lo è nemmeno oggi perché smentita da innumerevoli dati e fatti. Basti infatti considerare che dal 2006 al 2022 la presenza strutturale italiana all’estero ha subito altissimi incrementi. Sono aumentati sia il numero di donne e minori all’estero (rispettivamente: +94,8% e +75,4%), che il numero di iscrizioni per espatrio (+44,6%) e il numero di nascite all’estero (+135%). Queste sono solo alcune delle tante percentuali e stime che possono essere calcolate, ma a mio parere sono sufficienti a farci “aprire gli occhi” sul numero di persone che quotidianamente lasciano il nostro paese. Da tempo quindi ci si trova ad avere a che fare con un’Italia che da una parte soffre di problemi demografici, e che dall’altra ha messo le sue radici all’estero. In termini numerici, le partenze per espatrio si sono aggirate intorno a 120.000 fino al 2020, subendo una netta riduzione negli anni della pandemia (2021 e 2022). In queste cifre così elevate rientrano sia i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni che gli anziani, i quali partono da diverse regioni italiane e trovano residenza in Paesi come: Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Stati Uniti e Brasile. A differenza di ciò a cui siamo abituati a pensare, la maggior parte delle partenze per l’estero avvengono nelle regioni Centro-Nord del nostro Paese, tra cui per esempio Lombardia, Veneto, Toscana e Piemonte. Molti abitanti del Sud Italia sono spinti a spostarsi verso le province del Nord per cercare migliori offerte lavorative e poi, proprio da tali province, decidono di intraprendere il viaggio verso un Paese estero. Il Rim, grazie all’ uso di grafici e statistiche, ha focalizzato l’attenzione sulla Toscana. Dal 2006 al 2022 in Toscana si è verificato un incremento del 125% degli espatri, ossia si è passati da 91 mila a oltre 205 mila. In particolar modo la Provincia di Lucca, nonostante le sue dimensioni inferiori rispetto ad altre città toscane, rappresenta il 23,3% di partenze sul 100% di tutta la Regione. Mi sono soffermata su questi dati, in particolar modo quelli relativi alla mia regione e città d’origine, perché credo che sia giusto sensibilizzare le persone su queste tematiche. Soprattutto noi ragazzi siamo i diretti interessati, perché tra non molto ci troveremo ad essere in contatto con nuove realtà e con il mondo lavorativo. In conclusione non posso che sperare in una riduzione di queste elevate percentuali, ma per il momento credo che sia importante sottolineare come l’Italia sia più un Paese di emigrazione piuttosto che d’immigrazione.
La relazione di James Miccoli, studente 4SA
L’emigrazione dall’Italia all’estero è stata una realtà costante per molti decenni. In passato, l’emigrazione italiana verso le Americhe e l’Australia era una scelta obbligata per molte famiglie in cerca di lavoro e di migliori opportunità di vita. Oggi, l’emigrazione dall’Italia è ancora molto diffusa, e le ragioni sono diverse. Uno dei principali motivi dell’emigrazione dall’Italia all’estero è la ricerca di opportunità lavorative. Molti giovani italiani si trovano a dover affrontare una situazione economica difficile e la mancanza di opportunità di lavoro nella loro area geografica. Di conseguenza, molti di loro decidono di cercare lavoro all’estero, dove spesso trovano maggiori opportunità di crescita professionale e di guadagno. Inoltre, l’emigrazione dall’Italia all’estero può essere anche una scelta dettata dalla curiosità e dal desiderio di conoscere nuove culture. Molti giovani italiani decidono di trascorrere un periodo di tempo all’estero per imparare una nuova lingua, conoscere nuovi modi di vivere e di pensare e allargare i propri orizzonti culturali. Nel 2020 sono emigrati dall’Italia circa 145.000 cittadini, di cui circa il 50% con età compresa tra i 18 e i 34 anni. Le principali destinazioni scelte dagli italiani che emigrano sono in Europa, con il Regno Unito al primo posto, seguito da Germania, Francia e Spagna. Al di fuori dell’Europa, le principali destinazioni scelte dagli italiani sono gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia. Inoltre, l’emigrazione italiana verso l’estero ha subito un incremento costante negli ultimi anni, passando da circa 91.000 persone emigrate nel 2015 a oltre 145.000 nel 2020.