Artigiani, mestiere in via di estinzione: Lucca la più colpita dalla crisi

Crollo delle attività: la provincia è al primo posto in Italia
Quasi 300mila artigiani scomparsi nel giro di dieci anni. Un crollo che riguarda tutta Italia, ma che vede Lucca al primo posto -4.945 pari a -25,4%. E subito giù dal poco piacevole podio c’è anche Massa Carrara (-1.840, diminuzione del 23%), preceduta da Vercelli e Teramo.

È quanto emerge dal rapporto dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato i numeri di titolari, soci e collaboratori artigiani iscritti all’Inps. Delle 103 province monitorate in questo ultimo decennio, solo Napoli ha registrato una variazione positiva (+58 pari un incremento dello 0,2%).
Tante le ragioni del crollo: caro affitti, tasse, insufficiente ricambio generazionale e contrazione del volume d’affari provocato dalla storica concorrenza della grande distribuzione a cui si è aggiunta quella del commercio online.
Tanti i mestieri tradizionali in declino: autoriparatori (verniciatori, battilamiera, meccanici, etc.), calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, impagliatori, lattonieri, lavasecco, materassai, orafi, orologiai, pellettieri, restauratori, ricamatrici, riparatori di elettrodomestici, sarti, stuccatori, tappezzieri e tipografi. Al contrario stanno vivendo una fase di espansione importante sono quelli delle aree appartenenti al benessere e all’informatica.
Tornando alla classifica, numeri pesanti anche per Pistoia, Siena e Arezzo, rispettivamente ventunesima, ventitreesima e ventiseiesima con cali del 19,4%, 18,7% e 18%. La provincia che regge meglio è Prato (78esimo posto con -13,2%), quindi Livorno (69esima con -14,2), Grosseto (66esima posizione, -14,4%), Pisa (65esima con un calo del 14,5) e a metà classifica Firenze che si colloca al 55esimo posto con una diminuzione del 15,6%.