Bartolini e Geodis, i due colossi delle consegne in amministrazione giudiziaria

27 marzo 2023 | 19:57
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Bartolini e Geodis, i due colossi delle consegne in amministrazione giudiziaria

Le società accusate di caporalato e frode fiscale: timori per l’occupazione

Brt Bartolini e Geodis, due colossi della logistica e delle consegne tramite corrieri, da stamattina (27 marzo) sono in amministrazione giudiziaria. In Toscana ben 15 le filiali di Brt con centinaia di dipendenti, tra Lucca, Firenze, Prato, Pistoia, Empoli e Pistoia. Per i giudici del Tribunale di Milano devono rispondere di caporalato e frode fiscale.

Il colosso da 1,7 miliardi di fatturato all’anno, con circa 5.000 lavoratori assunti e altri 18.000 impiegati indirettamente, nel gruppo acquisito due anni fa dalle Poste francesi per 1,2 miliardi dopo i sequestri milionari dei mesi scorsi ora è ufficialmente sotto amministrazione giudiziaria. Le due aziende erano già finite al centro di indagini, coordinate dal pm Paolo Storari della procura milanese, con sequestri per un totale di oltre 120 milioni di euro eseguiti dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza, per una presunta maxi frode fiscale realizzata attraverso la gestione, ritenuta illecita, dei cosiddetti “serbatoi di manodopera”, ossia lavoratori messi a disposizione, senza tutele, da società intermediarie e cooperative per le due grandi aziende. Le indagini vedono al centro i settori del trasporto e del facchinaggio e anche il reato di caporalato.

Dall’inchiesta è emerso pure un nuovo dettaglio, ossia che l’ad di Brt, secondo l’accusa, avrebbe incassato circa un milione di euro di presunte mazzette per far lavorare le cooperative “amiche”. Diverse migliaia di lavoratori sarebbero stati sfruttati dai colossi della logistica Brt e Geodis, sempre secondo le accuse e le segnalazioni-denunce da parte di decine di lavoratori. Le indagini “hanno consentito di accertare che i committenti – si legge in una nota della Gdf – al fine di proporsi sul mercato con prezzi oltremodo competitivi approfittavano”dello stato di necessità dei lavoratori e li sottoponevano a orari e ritmi di lavoro estenuanti, peraltro sottopagandoli. I lavoratori, inoltre, sarebbero stati fatti transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale”. E ancora: “Le indagini hanno inoltre consentito di accertare che i committenti, al fine di proporsi sul mercato con prezzi oltremodo competitivi, approfittando dello stato di necessità dei lavoratori, li sottoponevano a orari e ritmi di lavoro estenuanti, peraltro sottopagandoli, nonché li facevano transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale – si legge sempre nella nota della guardia di finanza – t ali pratiche, oltre che sfavorevoli per i lavoratori, erano tali da influenzare le corrette dinamiche di mercato e di leale concorrenza a discapito delle imprese che invece operano in maniera sana”. In caso di infortuni sul lavoro Brt evitava “di chiamare l’ambulanza e l’infortunato veniva portato in ospedale da una persona di fiducia”, secondo l’accusa. Così scrivono i giudici della sezione misure di prevenzione di Milano nel decreto con cui è stata disposta l’amministrazione giudiziaria per caporalato dell’azienda, leader nelle consegne in Italia. Ora c’è un anno di tempo per gli amministratori delle due società per verificare tutto scrupolosamente.