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Le famiglie tagliano i consumi di frutta e verdura

3 maggio 2023 | 15:36
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Le famiglie tagliano i consumi di frutta e verdura

Crollo del 9 per cento rispetto allo scorso anno. Ma aumentano i costi

Con il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, i toscani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo.

È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dei dati Cso Italy. I consumatori, in particolare, hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele, mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Una riduzione significativa che ha effetti sulla salute dei consumatori. Ciò nonostante, per effetto dell’inflazione, dei rincari energetici e della siccità, i toscani hanno speso di più: 150 milioni di euro solo per acquistare verdura e 60 milioni per la frutta nel 2022 secondo l’elaborazione dei dati Istat.

Il brusco calo – sottolinea Coldiretti Toscana – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per una dieta sana: siamo intorno ai 250 grammi.

In controtendenza rispetto al dato generale si registra un aumento degli acquisti direttamente dal produttore e nei mercati contadini, secondo un’analisi effettuata da Fondazione Campagna Amica nella rete di vendita diretta degli agricoltori, la più grande d’Europa. Una cinquantina i mercati settimanali in Toscana dove fare la spesa a km zero. A spingere le vendite della frutta locale è soprattutto – spiega Coldiretti Toscana – la garanzia della stagionalità e della maggiore genuinità e freschezza del prodotto che, non essendo soggetto a lunghi tempi di trasporto, dura di più e, conseguentemente, azzera gli sprechi, rispetto soprattutto a quello proveniente dall’estero, spesso anche di minore qualità.