Essity, Cgil e Cisl lanciano l’allarme: “La private label è a rischio dismissione”

I sindacati: “Questo è il possibile futuro di fronte al quale si possono trovare i dipendenti italiani dei tre stabilimenti dislocati tra Lucca e Collodi”
“La private label di Essity è a rischio dismissione”. A lanciare l’allarme sono la Slc Cgil di Lucca e Fistel Cisl Toscana.
“È quanto emerso con chiarezza dall’incontro tenutosi in associazione industriali il 12 maggio scorso, con precisazione della stessa società: il termine utilizzato nel comunicato di Essity è da intendersi propriamente come dismissione – riportano le organizzazioni sindacali -. Questo è il possibile futuro di fronte al quale si possono trovare i dipendenti italiani dei tre stabilimenti dislocati tra Lucca e Collodi. Nella riunione del comitato aziendale Europeo, lo stesso ceo di Essity, incalzato dalle molte domande ricevute dal nostro delegato italiano, alla fine ha detto che l’appena neonata divisione private label, per la quale era stata presentata un piano industriale definito strategico, non è più interessante per Essity, preferendo, il Gruppo, concentrarsi sui comparti Brand (prodotti col marchio di proprietà di Essity), medical care (cerotti e bendaggi) e personal care (pannolini) a più alta redditività”.
“Simili dichiarazioni aprono per noi un problema enorme, perché determinano incertezza per la stabilità dell’occupazione e il mantenimento in attività degli stabilimenti stessi – proseguono -. Anche lo stabilimento di Altopascio è coinvolto dalle preoccupazioni, poiché di fronte ad una dismissione, si ritroverebbe l’unica realtà produttiva in Italia col 50% della produzione destinata all’estero: sarebbe una posizione debole per sentirsi garantiti. La notizia riportata all’interno delle fabbriche ha generato allarmismo e la reazione è stata quella di un incremento delle iniziative con gli scioperi e la richiesta alle istituzioni locali e quella regionale di convocare urgentemente un tavolo congiunto con l’azienda, perché è necessario vederci chiaro nell’interesse di tutti. Sul contratto integrativo c’è un atteggiamento inaccettabile: l’azienda conferma una proposta economica sicuramente più bassa rispetto a quella fatta dagli altri gruppi industriali nel distretto cartario; inoltre, pone sul tavolo la volontà di adottare un dubbio principio di uniformità di trattamento per tutti i dipendenti di Essity tra Lucca e Collodi,
di fatto, però, discriminando quelli lucchesi ai quali viene concesso meno. E questa discriminazione dovrebbe riportare alla riconciliazione tra le parti?”.