Lucca, in calo i prestiti concessi alle piccole imprese. Chiusi altri due sportelli bancari
In Camera di Commercio sviscerati i dati sull’andamento del credito: calano i finanziamenti a medio-lungo termine
Atm e sportelli bancari in diminuzione (tra il 2019 e il 2022 ne sono stati chiusi ben 20), utilizzo dell’home banking in aumento, frenata sugli investimenti a causa della crisi e riduzione del credito concesso alle imprese, soprattutto le più piccole e le artigiane.
Questo, in estrema sintesi, la fotografia della provincia di Lucca emersa dall’analisi dei dati della Banca d’Italia effettuata da Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca, presentata questa mattina (24 maggio) durante un partecipato convegno a Lucca nella sede della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest.
“Il credito svolge un ruolo chiave nell’attivazione dell’attività economica, nell’innovazione, nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento della qualità della vita per le famiglie – dichiara Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – ed il suo monitoraggio consente di ottenere informazioni preziose sulle tendenze dei diversi comparti. Se da un lato, infatti, è senz’altro positiva la crescita dei finanziamenti destinati all’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie dall’altro, invece, emergono alcuni elementi che destano una certa preoccupazione. Tra questi si segnalano la riduzione dell’erogato alle piccole imprese, il calo dei prestiti destinati agli investimenti produttivi, ma anche la crescita del credito al consumo concesso alle famiglie per mantenere invariato il profilo di spesa. Come Camera di Commercio, continueremo a monitorare queste evoluzioni consapevoli dell’importanza di fornire un quadro aggiornato e completo utile nel processo decisionale dei diversi stakeholder”.
L’andamento del credito in pillole
La crescente attenzione al digitale, che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia, sta portando ad una riorganizzazione del sistema bancario anche nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa con una diminuzione degli sportelli e dei bancomat ed un aumento delle operazioni online. L’aumento dell’utilizzo di forme di pagamento elettroniche, anche a causa di vincoli normativi, ha portato a un incremento dei Pos. Se la pandemia aveva compresso molte tipologie di spesa e di investimento portando ad un aumento involontario del risparmio, nel 2022 si assiste ad un rallentamento con le famiglie e le imprese che attingono alle risorse finanziare per coprire l’aumento dei costi causato dall’inflazione, ma anche per cercare forme più interessanti di impiego come il residenziale. Dopo due anni di crescita, il 2022 registra una flessione nei prestiti alle imprese, andando a colpire soprattutto quelle di minori dimensioni e le artigiane che, rispetto alle altre, segnalano un elevato utilizzo dell’accordato. Tra le diverse tipologie di prestiti calano quelli per gli investimenti produttivi mentre, pur in progressivo ridimensionamento, crescono quelli concessi alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione. Le sofferenze bancarie, ancora generalmente su livelli molto bassi, segnalano alcune criticità, soprattutto nelle costruzioni.
Il credito in provincia di Lucca: i dati
Il digitale spinge l’operatività on-line, continua a ridimensionarsi il numero di sportelli
Prosegue nel 2022 la riorganizzazione del sistema bancario in provincia di Lucca con gli sportelli che scendono a quota 168, due in meno rispetto al 2021. Il numero di dipendenti è pari a 1.167 unità. Tra il 2019 e il 2022 sono stati chiusi 20 sportelli, con l’abbandono di 3 comuni della provincia: Montecarlo, Vagli di Sotto e Villa Basilica. Negli ultimi anni il rapporto tra banche e clientela è mutato rapidamente, con una crescita dei rapporti telematici e a distanza: le famiglie hanno aumentato l’utilizzo dell’home banking (+1,6% il numero degli utenti nel periodo 2019-2021, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati), mentre per il numero di clienti del corporate banking si è rilevata una lieve flessione (-0,7% nello stesso periodo), dovuta in parte alla buona diffusione già raggiunta negli anni precedenti. Il crescente utilizzo di forme di pagamento elettroniche ha sostenuto l’incremento del numero dei Pos (point of sale – terminali di pagamento) aumentati dell’11,5% nel 2021 (ultimo dato disponibile) a quota 34.724. Come riflesso della chiusura degli sportelli bancari è invece diminuito il numero degli sportelli bancomat (Atm), scesi a quota 266.
L’incremento della spesa delle famiglie e la preferenza per gli impieghi alternativi rallentano la crescita del risparmio
Nel corso del 2022 il risparmio complessivo provinciale (famiglie e imprese) ha registrato una crescita del +3,1% rispetto al 2021 arrivando a 19.205 milioni di euro. L’aumento ha interessato i depositi bancari ed il risparmio postale, che hanno raggiunto quota 12.298 milioni di euro (+4,2%; +498 milioni), mentre il valore dei titoli (a custodia o in gestione, cd raccolta indiretta) ha toccato i 6.907 milioni (+1,2%). I depositi bancari e il risparmio postale delle famiglie (8.497 milioni) nel 2022 sono cresciuti del +5,5%, mentre il valore dei titoli si è attestato a 5.746 milioni (-0,1%). Da metà anno la dinamica risulta però in rallentamento, da un lato per una ritrovata tendenza alla crescita della spesa a seguito della cessazione dei vincoli imposti dalla pandemia e, dall’altro, a seguito dell’aumento dell’inflazione che ha costretto parte delle famiglie ad attingere ai propri risparmi. Inoltre, la caduta dei corsi dei titoli detenuti dalle famiglie e l’attenzione per l’immobiliare può averle spinte a cercare modalità di impiego del risparmio più remunerative.
L’incertezza frena gli investimenti e fa crescere le disponibilità finanziarie delle imprese
Le disponibilità finanziarie delle imprese (3.392 milioni) a Lucca hanno avuto la massima crescita nel biennio 2020-21, grazie anche alla possibilità di ricorrere alle garanzie del fondo centrale di garanzia per le Pmi, per poi mostrare minori aumenti nel 2022, anche se meglio di altre province. Per le imprese più piccole l’incremento è stato del +3,4% e per quelle più grandi (sopra 20 addetti) del +6,6%, con una crescita in progressivo rallentamento ma proseguita anche a inizio 2023. Aggiungendo il valore dei titoli (raccolta indiretta), pari a 442 milioni, le disponibilità del comparto produttivo raggiungono i 3.834 milioni (+5,3% nel 2022). L’aumento delle disponibilità finanziarie delle imprese è legato al rallentamento o talvolta al freno degli investimenti già realizzati in passato.
Calano i prestiti totali in provincia di Lucca
Fino al 2019 il credito complessivo concesso in provincia di Lucca (imprese e famiglie, impieghi vivi al netto delle sofferenze) era aumentato più che nelle altre aree sia grazie alla crescita degli investimenti sia per il buon andamento dell’economia. Dall’inizio della pandemia, pur in un contesto di ampi sostegni all’economia, di condizioni accomodanti da parte delle banche e di tassi di interesse contenuti, i prestiti hanno registrato una flessione che si e attestata al -1,7% (-155 milioni), la peggiore della Toscana. Nel 2022, dopo una temporanea ripresa durata fino a maggio, il credito complessivamente concesso alle aziende è tornato a diminuire toccando a fine anno quota 9.168 milioni (0,5%). A febbraio 2023 i prestiti registrano invece un recupero (+0,5%), pur in un contesto di tassi crescenti e di una maggiore avversione al rischio da parte delle banche a seguito dell’aumento dei prestiti in sofferenza.
Cresce il credito concesso alle famiglie, soprattutto per l’acquisto di abitazioni
Le famiglie lucchesi hanno accresciuto l’indebitamento bancario nell’ultimo triennio (+10,6% tra il 2019 ed il 2021 arrivando a 4.084 milioni), specie nel 2022 quando la crescita si è al +4,4%, soprattutto per finanziare l’acquisto di abitazioni (2.790 milioni a fine 2022; +7,7%) a sua volta riconducibile al ritrovato appeal del mercato residenziale. Il ricorso al credito al consumo (1.148 milioni), cresciuto nell’ultimo anno del 5,3%, sembra invece destinato a stabilizzare i livelli di consumo a seguito dell’aumento dell’inflazione mentre l’acquisto di “beni durevoli a medio e lungo termine” risulta assai contenuto (382 milioni) in lieve espansione (+2,7%).
Cala il credito concesso alle imprese, soprattutto le piccole e le artigiane. Tutti i settori con il segno meno
Quanto al sistema produttivo, per le imprese più piccole (con meno di 20 addetti) della provincia di Lucca, ampiamente supportate da sostegni e moratorie durante la pandemia, il 2022 è risultato decisamente negativo arrivando a segnare una flessione del 7,3% degli impieghi vivi (arrivati a quota 942 milioni), che prosegue anche a febbraio 2023. Per questa tipologia di impresa segnali di tensione emergono analizzando l’utilizzo delle linee di credito che è stato molto intenso (al 93,1% a fine 2022) ed anche gli sconfinamenti hanno toccato il 2,1%: tra i valori più elevati in regione. Anche per le imprese artigiane, dopo un biennio di crescita, la flessione del credito è stata consistente (-7,1% gli impieghi vivi pari a 235 milioni) comunque in linea rispetto alla media toscana.
I prestiti alle imprese più grandi (sopra i 20 addetti), in calo nel biennio 2020-21, hanno registrato una temporanea ripresa fino a maggio 2022 per poi tornare a flettere fino a dicembre per arrivare ad un -3,2% nell’anno (3.811 milioni) con una diminuzione che è proseguita fin a febbraio 2023 anche se con minore intensità (-0,6% su 12 mesi). I prestiti alle grandi aziende sono diminuiti del 12,6% (-548 mln) nel triennio 2019-22: il peggior dato in regione.
Il manifatturiero presenta a Lucca un calo dei prestiti del -2,4% nel 2022 (-17% nel triennio 2019-2022), ma in ripresa del +2,8% a febbraio 2023, con un utilizzo dei fidi accordati, in diminuzione, che si ferma al 60,9%. Per i servizi la flessione del credito 2022 è arrivata al – 5,1% (-7,2% nel triennio), ed è proseguita anche a inizio 2023 (-3,7% a febbraio), con un utilizzo delle linee credito sceso al 77,9% a fine 2022. I finanziamenti alle costruzioni (310 milioni), in ripresa negli ultimi anni (+1,5% nel triennio), sono tornati a flettere nel 2022 più che in altre province (-4,5%), in seguito all’aumento delle incertezze in merito ai bonus e all’aumento delle sofferenze che hanno innalzato il livello di attenzione sul comparto. La discesa del credito all’edilizia prosegue anche nel 2023 (-2,9% a febbraio).
Calano i finanziamenti a medio-lungo termine
Lo stock dei finanziamenti a medio e lungo termine concesso in provincia di Lucca, in aumento negli ultimi anni, è sceso a quota 8.254 milioni a fine 2022 segnando un calo del – 1,4%: tra i peggiori in Toscana. Il flusso delle erogazioni avvenute nel 2022 registra anch’esso una flessione che si assesta al -5,4%.
In particolare, il credito a medio lungo termine concesso alle imprese lucchesi (4.317 milioni, seconde in regione dietro Firenze) si è ridotto dell’8% nel 2022, con le erogazioni che hanno perso il 5,7% nell’anno. I finanziamenti oltre il breve termine per gli investimenti “finanziari e altri” (acquisto di beni mobili e immobili, partite di giro, eccetera) dopo un aumento del 15,6% tra il 2019 ed la metà del 2022, si sono stabilizzati a quota 7.226 milioni nel 2022 (-0,3%). Per contro gli investimenti “non finanziari” (ossia in costruzioni, fabbricazione macchinari, attrezzature, impianti, mezzi di trasporto, eccetera) hanno perso il -31,9% in tre anni (2019-2022) con un 2022 che registra un -8,5% (1.028 milioni a fine 2022).
Migliora la qualità del credito ma resta alta l’attenzione per le costruzioni
La solvibilità del sistema economico lucchese resta buona anche se nel secondo semestre del 2022, a causa del rallentamento della congiuntura, dell’aumento dei tassi e del conseguente innalzamento del livello di rischio legato anche ai finanziamenti ex moratoria, crescono le insolvenze, con possibili riflessi anche per il 2023. Il tasso di deterioramento – che esprime la quota di prestiti che ha registrato un peggioramento della qualità rispetto al totale – seppur in crescita a fine 2022 si attesta al 0,922% (era 0,745% a fine 2021): tra i livelli più bassi in regione. A fine 2022 le sofferenze, nel loro complesso, sono infatti scese a 139 milioni (-46,4%) per effetto delle svalutazioni e di rilevanti cessioni da parte delle aziende di credito a soggetti specializzati.
La qualità del complesso dei finanziamenti concessi alle piccole imprese è migliorata (1,512% il deterioramento contro l’1,958% di fine 2021), mentre è in peggioramento per le imprese più grandi attestandosi all’1,157% (contro lo 0,464% del 2021). A livello settoriale l’indicatore risulta molto elevato per le costruzioni, dove balza al 7,3% in chiusura d’anno, mentre risulta stabile). più contenuto per le attività manifatturiere (0,7%, in lieve aumento) e per i servizi (0,8%, stabile). Per le famiglie la qualità del credito è invece stazionaria e, a fine 2022, il tasso di deterioramento si ferma allo 0,496%: tra i migliori della regione.