Energia e sostenibilità: a che punto è la situazione in Italia?

L’Italia è in prima linea nella promozione di modelli di consumo più sostenibili per quanto riguarda il settore dell’energia.
Una posizione che nasce dalla volontà di tutelare l’ambiente dai cambiamenti climatici e migliorare la sicurezza in fatto di approvvigionamenti, oltre a ridurre i costi energetici e aderire agli obiettivi europei in termini di decarbonizzazione.
Per farlo, ha sviluppato il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima del 2019, al quale di recente si sono unite le strategie del PNRR, che per l’obiettivo Rivoluzione verde e Transizione ecologica prevede lo stanziamento di 68,6 miliardi euro complessivi.
Transizione energetica: la situazione in Italia
Stando ai dati forniti nel 2022 dal Rapporto sui Sustainable Development Goals tracciato dall’ISTAT, tra il 2012 e il 2020 in Italia si è assistito a un incremento del 20% della capacità netta di generazione di energia rinnovabile installata, con un consumo finale lordo soddisfatto da fonti energetiche rinnovabili(FER) in aumento del 7,4% e di ben 2,2 punti percentuali solo nel 2020.
Tuttavia, come dimostrano i dati dell’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano di ENEA, nei primi nove mesi del 2022 le rinnovabili hanno subìto un calo dell’11%, dovuto prevalentemente a una diminuzione dell’energia idroelettrica che solare ed eolico non sono riusciti a compensare.
Inoltre, a fronte di consumi energetici fermi, le emissioni di CO2 sono cresciute del 6%: un dato che potrebbe rendere più complicato raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE e di fronte al quale è necessario che tutti facciano la loro parte, a cominciare dalla scelta delle utenze domestiche.
Per esempio, per i contratti luce residenziali è possibile affidarsi a fornitori di energia green come Pulsee Luce e Gas, che permette di sottoscrivere offerte al 100% online includendo l’energia elettrica green prodotta da fonti al 100% rinnovabili.
Naturalmente, anche l’installazione di soluzioni per l’autoconsumo di energia elettrica resta uno dei capisaldi della transizione ecologica, come dimostrano anche i dati delle ultime istallazioni in Italia. Terna segnala infatti che nel 2022 si è assistito a un incremento degli impianti fotovoltaici del 158% rispetto al 2021, con un totale di 1.221.045 di unità e una potenza cumulativa che a fine anno ha raggiunto 25GW.
Un risultato che permette di guardare con maggiore ottimismo verso quel necessario processo evolutivo del settore energetico che da qui ai prossimi anni, in unione ad altre strategie trasversali di governance, si stima possa allineare il paese alle direttive comunitarie in tema di decarbonizzazione e sostenibilità.
Energia e sostenibilità: l’UE e i nuovi obiettivi dell’Italia
In termini di energia da fonti rinnovabili, stando agli obiettivi fissati nel 2019 dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, il proposito dell’Italia era inizialmente quello di raggiungere – ed eventualmente superare – entro il 2030 la quota del 30% di energia da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) nei consumi finali lordi.
Il tutto in unione a uno sviluppo del fotovoltaico fino a 52 GW nel 2030 contro gli attuali 20 GW, dell’eolico di 19 GW, rispetto ai 10GW odierni, e al parallelo raggiungimento di una quota FER stimata al 55% per il solo settore elettrico.
Con il Green Deal europeo, però, sono stati fissati nuovi target internazionali recepiti successivamente dalla Legge europea sul clima, che ha gettato le basi per le conseguenti proposte legislative del pacchetto Fit for 55%, con le quali si è deciso di innalzare la quota di rinnovabili nel consumo finale lordo di energia e di introdurre nuove direttive in merito all’installazione di impianti fotovoltaici.
Questo aggiornamento ha guidato parte delle strategie del Piano nazionale italiano di ripresa e resilienza e, successivamente ha condotto all’adozione, da parte del Ministero della Transizione ecologica, del Piano per la transizione ecologica (PTE).
Secondo i nuovi target, di conseguenza, entro il 2030 bisognerà ridurre i consumi energetici di un ulteriore 8% rispetto a quanto predisposto dal PNIEC, mentre il mix energetico dovrà integrare una quota di energie rinnovabili superiore al 70% contro il 55% inizialmente preventivato.