Cisl: “In Versilia ogni anno sei lavoratori su dieci sono inquadrati in maniera irregolare”

Il sindacato: “Il lavoro stagionale? Un impiego mal pagato, sfruttato al massimo con regole spesso violate al limite della sopportazione”
Mancanza di lavoratori stagionali, e dipendenti nel turismo e negli esercizi pubblici, interviene FisascatCisl.
“La mancanza di disponibilità – spiega il sindacato – riteniamo non sia legata al reddito di cittadinanza (che tra l’altro andrà a scomparire entro la fine del 2023 e sarà sostituito da un modello differente e molto più restrittivo), così come non dipende dalla poca voglia di lavorare che spesso viene erroneamente attribuita ai giovani d’oggi: la spiegazione del problema ci mostra una realtà che molti preferiscono non guardare specialmente nella ricca e lussuosa Versilia, una realtà che parla di un lavoro mal pagato, sfruttato al massimo con regole spesso violate al limite della sopportazione di chi deve accettare un impiego”.
“In Versilia ogni anno sei lavoratori su dieci sono inquadrati in maniera irregolare, il nostro sindacato e il nostro ufficio vertenze è sobbarcato di pratiche vertenziali che vanno dal non corretto inquadramento alla mancata retribuzione di tutti gli emolumenti dovuti – prosegue -. Spesso non vengono consegnate le buste paga e di conseguenza dobbiamo invitare il personale interessato ad attivarsi con l’Ispettorato del lavoro, con tutte le difficoltà del caso perché da molto l’Ispettorato non riesce a dare risposte in breve tempo per la carenza di ispettori, con un organico depotenziato e con un incremento esponenziale di interventi l’inevitabile conseguenza è un allungamento dei tempi di recupero dei crediti”.
“Le strutture ricettive iniziano sempre più a utilizzare manodopera in appalto che spesso viene malpagata applicando contratti addirittura con retribuzioni di quattro euro l’ora, oppure le strutture stesse iniziano ad applicare contratti non firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale e che non garantiscono una retribuzione adeguata – va avanti -. I contratti nazionali sottoscritti da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sono scaduti da tempo e non si riescono a rinnovare, ciò comporta una perdita economica che va ad incidere molto sul potere d’acquisto dei salari del settore. Molte sono purtroppo le tipologie contrattuali utilizzate in questo settore come ad esempio il contratto a chiamata e per finire non possiamo dimenticare il lavoro nero o più frequente il lavoro grigio, ovvero contrattipart time utilizzati come full time”.
“Tutto questo è quanto si può prospettare per l’avvio della stagione 2023, purtroppo questi sono i presupposti che causano la mancanza di fiducia degli eventuali candidati, lavoratrici e lavoratori del settore, che se possono fanno altre scelte oppure come spesso accade fuggono appena hanno provato a lavorare per qualche settimana – conclude -. L’indicatore di questa situazione è rappresentato dalle molte dimissioni che si sono registrate (oltre duecento lo scorso anno per quanto riguarda solo le nostre sedi) e sono un evidente campanello d’allarme, il disagio è tanto e in molti casi i dipendenti sono trattati con metodi al limite della sopportazione. Auspichiamo che ci sia un’inversione di tendenza il prima possibile in un settore che per il paese Italia vale 93 miliardi di euro, pari a più del 6% del Pil nazionale che ha quasi 80mila dipendenti in Toscana di cui circa 12mila è la media degli occupati in Versilia”.