Camera di Commercio: dati incoraggianti per fatturato e occupazione nel 2022

Restano preoccupazioni per l’aumento dei costi, l’indebolimento della domanda e le difficoltà di reperimento della manodopera
Nel 2022 quasi 6 imprese su 10 delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa segnalano un aumento di fatturato rispetto all’anno precedente mentre solo 2 su 10 hanno subito una riduzione. La situazione è migliore nel settore industriale, con 7 imprese su 10 che hanno avuto aumenti di fatturato e tra le artigiane (66%) mentre nei servizi non si va oltre il 52%. Si tratta di una crescita favorita da una buona dinamica della domanda (nazionale e internazionale) e, solo in parte, dal rialzo dei prezzi – fenomeno che ha riguardato circa il 50% delle imprese. L’85% delle attività dell’area hanno subito rincari di costo imputabili al caro materie prime e prodotti energetici. Meno netta, ma positiva, la dinamica occupazionale: 23 imprese su 100 hanno aumentato i propri organici a fronte di 13 che, invece, li hanno ridotti. A dirlo sono i dati emersi da ClimaImpresa 2023, il primo sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, in collaborazione con l’Istituto di Studi e Ricerche, nel periodo 14-25 giugno in 260 imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa per verificare dinamiche e tendenze del sistema produttivo.
Le attese per il 2023 restano orientate all’ottimismo: il fatturato delle aziende delle tre province è atteso in crescita nel 44% dei casi, risulta stabile per 1 impresa su 3 (era 1 su 5 nel 2022) mentre un 25% si attende una contrazione. Chiamate a fornire indicazioni in merito all’evoluzione del proprio mercato di riferimento le aziende si mostrano però molto meno ottimiste: a fronte di un 26% che prevede una crescita un altro 31% si aspetta invece un peggioramento. Le attese sono condizionate dalla preoccupazione delle imprese per l’aumento dei costi di produzione (segnalato da circa 2 imprese su 3), ma anche dall’indebolimento della domanda (segnalato dal 35% delle aziende) e da possibili problemi di liquidità (segnalati dal 26%).
“I dati emersi dal sondaggio ClimaImpresa 2023 – afferma il presidente della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, Valter Tamburini – confermano il buon momento dell’economia delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa anche per il 2023. Tuttavia non dobbiamo sottovalutare la preoccupazione espressa dalle imprese non solo per il continuo aumento dei costi ma anche per l’indebolimento della domanda. E’ quindi necessario – prosegue Tamburini – attivare tutte quelle iniziative che, pur all’interno di un quadro di finanza pubblica molto complesso, puntino a stimolare la domanda interna e a ridurre la pressione sul fronte dei costi. La Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, per quanto di competenza, continua ad impegnarsi per sostenere le imprese sul fronte della formazione, dei contributi ma anche con servizi di accompagnamento che le aiutino a crescere sui mercati esteri.”
I dati della provincia di Lucca
Buono l’andamento del fatturato delle imprese nel 2022
Nel 2022 il 59% delle imprese intervistate della provincia di Lucca ha registrato un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente, e più nello specifico quasi il 40% con variazioni a doppia cifra percentuale, a fronte di un 18% che, invece, ha subito una riduzione ed un 22% per il quale il giro d’affari è rimasto stabile. Il saldo aumenti-diminuzioni risulta quindi positivo e si assesta al 41%.
È importante sottolineare come questo aumento sia stato favorito da una buona dinamica della domanda nazionale e internazionale, e solo in parte da un ritocco all’insù dei prezzi di vendita, a causa dal caro materie prime ed energia. Sono infatti state molte di più le imprese che hanno subito aumenti dei costi di produzione, rispetto a quelle che hanno ritoccato i listini. Sebbene dall’indagine non sia possibile misurare il differenziale ricavi-costi è abbastanza pacifico ritenere che in linea generale questo sia stato negativo, andando ad incidere sulle marginalità delle aziende.
Se, come abbiamo visto, la dinamica del fatturato è stata molto positiva, dall’indagine emerge invece come siano stati pochi i riflessi sull’occupazione: il 61% delle imprese ha evidenziato una stazionarietà nel numero di occupati rispetto all’anno precedente. L’aumento occupazionale ha riguardato invece il 25% delle attività, mentre per il 14% si è verificata una riduzione segnando un saldo positivo per 11 punti percentuali.
Ampia la “forbice” costi di produzione-prezzi di vendita in provincia di Lucca
Riguardo ai costi, l’88% delle imprese lucchesi ha dovuto far fronte al loro aumento, mentre per un 10% vi è stata una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente. Sul fronte dei listini, il 53% delle imprese locali dichiara di averli aumentati mentre il 45% li ha mantenuti stabili.
Le attese delle imprese lucchesi sul 2023 orientate ad un cauto ottimismo
Il clima di fiducia sul 2023 sembra orientato al sereno. In linea generale, infatti, gli “ottimisti” superano i “pessimisti”: il 46% degli operatori lucchesi prevede, infatti, per il 2023 un aumento del fatturato della propria impresa, a fronte di un 23% che ne prevede, invece, una riduzione mentre il restante 30% si attende di mantenere il livello del 2022. Il saldo aumenti-diminuzioni è positivo per 23 punti percentuali.
L’ottimismo sulle prospettive della propria azienda rispetto al 2023 cambia allorquando le previsioni si estendono al proprio mercato di riferimento: il 35% delle imprese prevede un peggioramento delle condizioni di mercato, contro un 20% che, invece, si attende un miglioramento, portando il saldo miglioramento-peggioramento in terreno negativo (-15 punti percentuali).
Le imprese della provincia di Lucca preoccupate per l’aumento dei costi, l’indebolimento della domanda e le difficoltà di reperimento della manodopera
Tra le questioni che destano maggiore preoccupazione tra le imprese della provincia di Lucca, l’indagine segnala al primo posto l’incremento dei costi e prezzi, avvertita come problematica dal 70% delle aziende. A seguire troviamo l’indebolimento della domanda nazionale e internazionale (indicato dal 34% delle imprese) ed i problemi legati alla liquidità aziendale (indicato dal 22%). Parallelamente a questo, però, si registra anche una diffusa difficoltà da parte delle imprese, anche sul 2023, a trovare personale adeguato da immettere in azienda: criticità riscontrata da un discreto 32% dei rispondenti della provincia.