Bindocci (Uilcom): “Caldo, cartiere come forni: la situazione è insostenibile”

I sindacati: “La maggioranza sul tema non ha fatto assolutamente niente, forse perché i responsabili hanno uffici climatizzati: si intervenga con regole precise”
“La Uilcom della area Nord Toscana non ci sta a veder star male decine di operai con questo caldo, mentre le aziende della carta non fanno quasi niente”.
Così Massimiliano Bindocci, segretario regionale Uilcom Toscana del settore Carta Nord Toscana, che prosegue: “La questione del caldo insostenibile di questi giorni è nota a tutti, e da anni si ripete, anche se per quest’anno è tardi, il caldo di questi giorni deve far riflettere e imporre a tutti i soggetti interessati di trovare delle soluzioni. Nelle nostre aziende della carta c’è attenzione sugli infortuni traumatici, ma sulle malattie professionali, sui carichi di lavoro per taglio di organici e su ambiente e microclima nei luoghi di lavoro siamo ancora indietro anni luce. Ignorando il problema del caldo per le maestranze si mette a repentaglio la lucidità e la sicurezza del personale che può sentirsi male o infortunarsi più facilmente per spossatezza. Dobbiamo ricordare – prosegue – che nella produzione della carta a Lucca non c’è la climatizzazione in nessuna trasformazione ed in poche cartiere, ma solo in qualche cabina”.
“Chiediamo – aggiunge Bindocci – che si debbano approntare delle soluzioni di medio periodo strutturali in tutte le fabbriche del territorio, come: raffrescatori diffusi, ventilatori, muletti climatizzati, cabine climatizzate diffuse, distribuzione gratuita di acqua e sali minerali, abbigliamento estivo dato in modo tempestivo ed adeguato, gestione del calore prodotto dai macchinari, analisi delle postazioni e valutazione delle correnti d’aria. Questi non lo fa nessuna fabbrica del territorio, alcune hanno adottato qualche soluzione ma sempre in modo parziale, mentre la maggioranza sul tema non ha fatto assolutamente niente, forse perché i responsabili hanno uffici climatizzati”.
“La canicola di questi giorni – si legge nella nota – induce a pensare anche ad un protocollo che preveda soluzioni specifiche per i momenti topici del caldo, quando si superano certe temperature, prevedendo: pause retribuite di almeno 10 minuti ogni ora nei momenti più calde, e nelle trasformazioni la eventuale sospensione delle lavorazioni nelle ore più calde della giornata, in molte fabbriche si sta lavorando ad oltre 40 gradi. Proprio ieri abbiamo inviato ad Asl ed associazione industriali una richiesta di incontro sul tema, mentre nelle scorse settimane abbiamo distribuito alle nostre Rls/Rsu un materiale specifico per come affrontare il tema del caldo in produzione. Riteniamo che per salvare la salute delle persone se le aziende restano indifferenti al tema, cosa che capita molto più spesso di quanto si possa immaginare, sarà necessario anche ricorrere allo sciopero per evitare di sentirsi male, ovviamente solo quando si superano certe temperature. Invitiamo le aziende e la Asl a prendere questa richiesta sul serio e le maestranze a contattare le nostre Rsu o la nostra segreteria. La questione – conclude Bindocci – è fondamentale per la salute di molto operai”.