Kme, Braccini (Fiom): “L’azienda dia risposte sulla grave crisi della produzione”

Il coordinatore nazionale: “I dirigenti si vantano di aver fatto assunzioni: è vero ma il saldo con la riduzione del personale negli ultimi anni è sicuramente negativo”
All’indomani dell’intesa sindacale per la riduzione del personale in Kme, scoppia una nuova polemica. Il coordinatore Fiom per Kme, Massimo Braccini, invita l’azienda, al netto degli accordi con le sigle, a dare risposte sulla grave crisi che accompagna l’azienda.
“Ormai da anni, purtroppo – sottolinea Braccini -, la Kme utilizza ammortizzatori sociali; gli accordi è evidente che sono firmati con le organizzazioni sindacali, ma il reddito dei lavoratori viene comunque penalizzato”.
“Non sapendo cosa rispondere nel merito della grave crisi che accompagna l’azienda, invece di indicare soluzioni, cercano di personalizzare la situazione e di inquinare la realtà – osserva Braccini -. La nostra organizzazione sindacale ha varie articolazioni, in Kme vi sono la Rsu, le organizzazioni sindacali provinciali ed il coordinamento nazionale del gruppo. Il coordinatore nazionale del gruppo, come l’azienda dovrebbe ben sapere, visto che sembrano un pò smarriti, partecipa agli incontri di sua competenza, quindi sarebbe opportuno si rinvenissero invece di fare affermazioni senza fondamento. Altresì, ormai da anni, purtroppo, la Kme utilizza ammortizzatori sociali; gli accordi è evidente che sono firmati con le organizzazioni sindacali, ma il reddito dei lavoratori viene comunque penalizzato. E’ un fatto. Quante casse integrazioni a vario titolo e contratti di solidarietà sono stati utilizzati negli ultimi 15 anni nell’azienda Kme? Kme dovrebbe rispondere, invece a quanto pare non vogliono far apparire la realtà”.
“Inoltre, Kme vanta che vi sono state assunzioni – prosegue Braccini -: è vero, e tutti ovviamente lo valutiamo importante, ma non parlano della costante riduzione del personale che è andata avanti nel corso degli anni; quale è il saldo occupazionale nell’azienda Kme degli ultimi 20 anni? Purtroppo è pesantemente negativo. E lo è ancora di più se valutiamo anche quanti altri lavoratori dell’ indotto operavano dentro Kme, a differenza di oggi che siamo purtroppo di fronte ad un deserto produttivo”.
“Gran parte delle aree Kme che in passato erano produttive – aggiunge Braccini -, oggi sono vuote ed il progetto di reinsediamento non si è ancora visto. L’ultimo premio di risultato del gruppo Kme che abbiamo concordato tra le parti, ricordiamo a Kme che in questo caso lo firmano i coordinatori nazionali perché riguarda anche gli stabilimenti di Serravalle Scrivia e Firenze, è vero che ha erogato ai lavoratori circa 1600 euro, ma da quanti anni i lavoratori non avevano più avuto un premio simile? Basta fare un po’ di conti, appunto da bar, per capire che il premio è stato completamente mangiato dalla riduzione degli stipendi a seguito dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Peraltro, il famoso meccanismo della banca ore che l’azienda vanta, e che la Fiom non ha firmato a Fornaci di Barga, non è solo che un prestito di ore che poi i lavoratori dovranno recuperare, differentemente da ciò che invece la Fiom ha firmato nell’accordo nello stabilimento Kme di Serravalle Scrivia, come mai? Mettere in fila i dati produttivi, occupazionali e economici degli ultimi anni non ci sembra una cosa difficile, ma l’azienda sembra non abbia piacere che vengano manifestati, per ovvie motivazioni. Ci farebbe piacere essere di fronte ad una realtà diversa, invece siamo di fronte ad un azienda in difficoltà, come del resto lo è tutto il settore metallurgico in Europa. Non abbiamo mai accusato la Kme di venire meno al confronto, ma semplicemente che è in scadenza l’accordo sul premio di risultato e che bisogna avviarci a rinnovarlo. Il piano sanitario di cui vantano ci aspettiamo di tradurlo nel prossimo contratto aziendale, ben sapendo che i lavoratori metalmeccanici hanno già un piano sanitario riconosciuto dal contratto nazionale ed avevamo chiesto anche noi di migliorarlo con ulteriori misure a sostegno dei lavoratori”.