Export manifatturiero in calo, a Lucca il cartario registra un -22,8 per cento rispetto al 2022

Ma per Confindustria Toscana nord nessun allarme: “Il termine di confronto ha avuto prestazioni superiori del 60% rispetto al periodo pre-covid”
La lettura dei risultati dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato nel terzo trimestre 2023 è particolarmente complessa: sul dato numerico influiscono infatti contemporaneamente più fattori che rendono difficile comprenderne l’effettiva portata economica.
“Tre i fattori che condizionano più fortemente l’interpretazione dei risultati emersi dalle elaborazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord sui dati Istat – fanno sapere dall’associazione di categoria – il rallentamento economico che si è fatto più intenso con la seconda parte dell’anno; l’andamento di costi e prezzi (costi di materie prime, oltretutto incidenti in maniera differenziata a seconda dei vari prodotti, e di energia e gas; anche in conseguenza di questi, prezzi di vendita dei prodotti esportati), considerato che i dati Istat a livello provinciale sono circoscritti ai soli valori e non danno quindi elementi sui volumi; il fattore statistico del confronto con un anno, il 2022, che è stato, soprattutto per alcuni settori, ancora di pieno rimbalzo post-covid, quindi con risultati particolarmente positivi – in parte legati anche all’andamento dei prezzi – che rendono arduo ogni confronto. Con questa indispensabile premessa, il risultato a quota -3,4% del valore dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato nel terzo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 emerge da situazioni molto differenziate, più o meno condizionate dai fattori citati, di settori e tipologie di prodotti”.
“Nel caso di Lucca, sul -2,9% complessivo giocano un ruolo forte da un lato il cartario, con un -22,8% che non deve in alcun modo spaventare dato che il termine di confronto, il 2022, ha avuto prestazioni superiori del 60% rispetto al periodo pre-covid; dal lato opposto, in positivo, la perdurante galoppata della nautica che segna +34,8% su un già ottimo 2022 – proseguono -. Le stesse considerazioni fatte per il cartario valgono anche per la chimica e la plastica, entrambe intorno a -20% a fronte di un 2022 che però aveva raggiunto o superato quota +30% rispetto al 2019, e per i metalli e prodotti in metallo (-38,9%, con un 2022 arrivato a quota +47% rispetto al 2019); in linea invece con la nautica, sia pure con valori più contenuti, l’alimentare, con +10,8% rispetto allo stesso trimestre del 2022, anno che nel suo complesso ha segnato +37,5% sul 2019. Più regolari e meno estremi i risultati della farmaceutica (+11,5%), dei macchinari (-5%), dei settori della moda (-7,8%) e anche del lapideo (-18%, dopo un 2022 che comunque aveva segnato un incremento superiore al 6% rispetto al pre-covid)”.