Tutor e orientatori nelle scuole, monta la protesta a Lucca

22 gennaio 2024 | 19:45
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Tutor e orientatori nelle scuole, monta la protesta a Lucca

I Cobas: “I consigli docenti del Don Lazzeri di Pietrasanta, del Chini di Camaiore, dell’artistico di Lucca e dell’Isi di Barga hanno ribadito che si tratta di un’inutile sovrapposizione di azioni”

“Con il decreto ministeriale 63/2023 e la circolare ministeriale 958 del 5 aprile sorso il Governo ha introdotto nelle scuole superiori le figure dei docenti tutor e orientatore, da retribuire con ingenti risorse economiche. E’ significativo che risorse destinate a 10-15 docenti siano di importo di poco inferiore (e in qualche caso superiore) alla quota docenti del Fis destinata a tutti”. A dirlo è Andrea Salvoni, dell’esecutivo provinciale Cobas Lucca.

“Nei primi mesi dell’anno scolastico i collegi docenti sono stati chiamati a deliberare in materia – prosegue -. La stessa norma infatti stabilisce chiaramente che ‘il dirigente scolastico, conclusa l’attività di formazione, procederà, nel rispetto delle prerogative degli organi collegiali, alla nomina dei docenti tutor e del docente orientatore’. Va ricordato che tutte le nomine relative agli incarichi aggiuntivi retribuibili con il contratto d’istituto devono essere deliberate, secondo il contratto nazionale 2006/9, dal Collegio dei docenti, salvo solo due collaboratori del dirigente, da lui scelti. Non sono stati pochi i Collegi docenti che hanno espresso una ferma disapprovazione verso questo ennesimo tentativo di rompere l’unità e squalificare la centralità della professione docente”.

“In provincia di Lucca, in particolare – prosegue Salvoni -, sono state significative le prese di posizione dei collegi docenti contro l’introduzione dei tutor e delle 30 ore di orientamento. In forme diverse e con la costante sollecitazione delle rispettive Rsu Cobas, i collegi del Don Lazzeri di Pietrasanta, del Chini di Camaiore, dell’artistico di Lucca e dell’Isi di Barga hanno ribadito che la maggioranza dei/delle docenti ritiene l’introduzione dei tutor un’inutile sovrapposizione di azioni e competenze oltre che uno sperpero di denaro pubblico, che punta ad una divisiva concentrazione di risorse per retribuire un manipolo di tutor ai quali associare l’idea di una scuola che invece di educare, istruire e formare gli studenti, si presenti come una sorta di incubatrice di clienti- individui separati dal contesto classe”.

“Tutti i docenti del consiglio di classe sono educatori, formatori ed orientatori – prosegue Salvoni -, e già assolvono a quei doveri e a quelle attività che il decreto ministeriale 63/2023 pretenderebbe assegnare in via esclusiva o in ogni caso prevalente ai cosiddetti tutor e che in sostanza si declinano nelle strategie di personalizzazione che tutti i docenti attuano quotidianamente nei rispettivi percorsi disciplinari. Non a caso molte scuole dentro le 30 ore hanno inserito attività già svolte da tempo, per cui la novità si risolve in un’inutile burocratizzazione informatica dell’esistente. Laddove non è così la libertà di insegnamento, ivi compresa quella di valutazione, verrà inevitabilmente compressa: i docenti curricolari saranno condizionati da figure esterne al consiglio di classe e che in molti casi non conoscono minimamente gli studenti, il loro vissuto scolastico e sociale, i punti di forza e di debolezza, gli stili di apprendimento. Le 30 ore obbligatorie di orientamento per anno scolastico per tutte le classi costituiranno un numero esorbitante di ore con un ulteriore compressione del tempo da dedicare ai saperi disciplinari e allo sviluppo delle capacità cognitive. L’orientamento nella scuola dell’autonomia sta diventando strutturalmente marketing e pubblicità, talvolta anche ingannevole; ogni scuola è in competizione con le altre per accaparrarsi iscritti – clienti, dato che più iscritti significano più personale e più risorse economiche e più potere per i Ds; il rischio è che le nuove figure diventino a pieno titolo degli operatori di marketing scolastico”.

A” 100 anni dalla nascita di Don Milani – prosegue Salvoni – vogliamo riaffermare il valore della sua lezione e a coloro che vorrebbero delegare e retribuire solo alcuni presunti professionisti dell’orientamento ricordiamo che l’educazione e l’istruzione pubbliche sono essenzialmente delle attività nelle quali tutti i docenti sono chiamati a prendersi cura degli studenti. Se è vero che ‘la scuola ha un solo problema’ ovvero ‘i ragazzi che perde’ (Lettera a una professoressa), non saranno certo i tutor e gli orientatori ad abbattere la dispersione scolastica: questi incarichi hanno infatti un chiaro mandato da soddisfare, cioè invitare i ragazzi soltanto a farsi strada, in ossequio all’ideologia del merito, della competizione individuale e della cosiddetta autoimprenditorialità. Si sarebbero potuto usare i 150 milioni di euro previsti per le nuove figure, insieme ai fondi Pnrr per la dispersione, per ridurre il fenomeno delle classi pollaio, che è la principale causa della dispersione scolastica. E’ urgente rimettere al centro dell’agenda politica l’importanza del sistema pubblico di istruzione e formazione con l’investimento di risorse strutturali per la stabilizzazione del precariato, la riduzione del numero di alunni per classe, il risanamento e la messa a norma degli edifici scolastici. Invece, il Governo ha deciso di proporre improvvidi provvedimenti propagandistici ed ideologici: il liceo italico del made in Italy e la relativa soppressione del giovane ma sempre più scelto Liceo economico sociale; la sperimentazione quadriennale dell’istruzione tecnica e professionale con la quale si vuole asservire il sistema scolastico alle aziende. L’introduzione dei tutor ed orientatore costituisce solo il tassello iniziale di un più vasto svuotamento dall’interno della funzione culturale e sociale della scuola pubblica e della sua progressiva e mai interrotta riduzione ad agenzia somministratrice di servizi”.