Oltre 9mila assunzioni in provincia: nel 69% dei casi saranno però a tempo determinato

Prosegue il mismatch tra domanda e offerta di lavoro
La domanda di lavoro nel primo trimestre 2024 conferma il trend di crescita registrato nel 2023 per l’area Toscana Nord Ovest con oltre 22mila posizioni lavorative offerte, ma prosegue il mismatch tra domanda e offerta di lavoro con difficoltà di reperimento elevate in tutti i territori.
Questo quanto emerge dai dati del sistema informativo Excelsior, indagine nazionale che fornisce dati su base provinciale realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal, in collaborazione con la Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest e dall’Istituto studi e ricerche su di un campione di oltre 3mila imprese con dipendenti delle tre province.
Tra i le richieste delle imprese è rilevante quella di aver maturato una precedente esperienza nel settore (sia specifica che generica), richiesta per oltre il 47% delle assunzioni da parte delle imprese lucchesi, del 51 % di quelle di Massa-Carrara e dal 43% delle imprese pisane. Ai candidati si richiede principalmente un livello di istruzione secondario (32% a Lucca e a Pisa, 38% a Massa-Carrara e %) o con qualifica di formazione o diploma professionale (36% a Lucca, 34% a Massa-Carrara e a Pisa). Meno richiesti sono i titoli universitari (11% a Lucca, 9 % a Massa-Carrara e 13% a Pisa), e comunque sono privilegiati coloro che sono in possesso di una laurea in indirizzo economico, o in ingegneria industriale, o in ingegneria civile ed architettura o in insegnamento e formazione.
Nel dettaglio la previsione delle assunzioni del primo trimestre del 2024 da parte delle imprese lucchesi con dipendenti supera le 9200 unità, con una sensibile crescita (+8%, corrispondente a +710 unità) rispetto al pari trimestre del 2023. Le assunzioni programmate dalle imprese apuane, nel primo trimestre del 2024, superano quota 3.700. In termini numerici si tratta di un aumento di 350 unità rispetto allo stesso trimestre del 2023 per un rilevante +10% in termini percentuali che rappresenta esattamente il doppio del dato nazionale. Mentre, il 23% delle imprese pisane prevedono di assumere personale nel trimestre gennaio-marzo 2024 per un totale che sfiora le 9.500 unità. Un dato che segnala una buona crescita (+5% corrispondente a +460 unità) rispetto al primo trimestre del 2023 e che è perfettamente in linea con quello nazionale.
“Il 2024 inizia positivamente per la domanda di lavoro, con tassi di crescita superiori rispetto all’Italia nel suo complesso e quindi con un segnale di fiducia da parte delle imprese che non è elemento secondario in economia – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest -. Ne consegue un cauto ottimismo che purtroppo è ancora condizionato dalla crescente difficoltà che le imprese incontrano nel reperire le figure professionali di cui necessitano che è addirittura più marcata rispetto a quella nazionale. Siamo impegnati fortemente e da tempo in questo ambito consapevoli della gravità di una situazione, tutta italiana, che è di serio ostacolo allo sviluppo e che rende oltremodo necessaria una riforma del sistema scolastico e formativo nazionale che è oggi più che mai una delle priorità del paese”.
La domanda di lavoro in provincia di Lucca
Nel primo trimestre del 2024 la previsione delle assunzioni da parte delle imprese lucchesi con dipendenti supera le 9200 unità, con una sensibile crescita (+8%, corrispondente a +710 unità) rispetto al pari trimestre del 2023. Si conferma, a livelli elevati anche in questo inizio d’anno, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro con difficoltà di reperimento dichiarate per oltre il 54% delle assunzioni previste: il ridotto numero di candidati (33%) e l’inadeguatezza della preparazione (16%) restano le cause più indicate dalle imprese. L’aver maturato una precedente esperienza nel settore, richiesta per oltre il 47% delle assunzioni, si conferma il requisito maggiormente ricercato dalle imprese. A seguire è rilevante l’esperienza specifica nella professione, richiesta nel 23% dei casi e, con percentuale inferiore (19%) quella generica. Nel 12% dei casi ai lavoratori in ingresso non viene invece richiesta alcuna esperienza pregressa.
Delle assunzioni in previsione, il 32% interessa candidati con un livello di istruzione secondario, mentre il 36% è rivolto a personale con qualifica di formazione o diploma professionale. La domanda di laureati si attesta a 11 punti percentuali, mentre nel 20% dei casi è ritenuta sufficiente la sola scuola dell’obbligo. Scendendo nello specifico si evidenzia che per il livello universitario l’indirizzo maggiormente richiesto è quello economico, con una previsione di laureati in ingresso pari a 260 unità. A seguire, con previsione di assunzioni di circa 100 unità, troviamo l’indirizzo ingegneria industriale (120), l’indirizzo insegnamento e formazione (110) e quello di ingegneria civile ed architettura (100).
La previsione relativa al livello scolastico secondario vede nettamente al primo posto l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing con 660 unità, seguito dall’indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità con 510 unità, l’indirizzo meccanica, meccatronica ed energia con 480 ed infine quello elettronica ed elettrotecnica con 380. Per gli studenti con qualifica di formazione o diploma professionale l’indirizzo meccanico è quello più rilevante con una previsione di 600 ingressi. A seguire l’indirizzo ristorazione (510), quello sistemi e servizi logistici (320) e quello della trasformazione agroalimentare (270).
Il 70% degli ingressi previsti nel primo trimestre 2024 interessa lavoratori di età inferiore ai 45 anni, con un picco per quelli nella fascia di età 30-44 anni (40%), mentre la quota rivolta ai giovani fino a 29 anni d’età è del 30%. L’8% delle assunzioni è poi destinato a lavoratori con 45-54 anni, mentre nel 22% dei casi l’età è requisito irrilevante. La dinamica della domanda di lavoro nel periodo considerato vede una crescita a doppia cifra del comparto dell’industria (+14%, corrispondente a +440 unità) e segno positivo anche per quello dei servizi, con una previsione di aumento del +5% per +260 unità.
La richiesta di lavoratori proveniente dall’industria si attesta complessivamente a oltre 3500 unità, quella prevista per i servizi supera quota 5mila. Con riferimento ai settori specifici del comparto industriale, il manifatturiero e public utilities fa registrare un aumento significativo con 2570 entrate, corrispondenti al +18%. È in crescita anche il settore delle costruzioni, anche se con percentuale minore (+3%, per 930 assunzioni). Nei Servizi la domanda di lavoro nel trimestre è stabile per il commercio e per i servizi alle imprese entrambi con una percentuale di crescita del +1%, rispettivamente con 1150 e 1530 addetti richiesti. Buona la domanda di lavoro prevista per il turismo (+6%) la cui richiesta arriva a 1.830 unità e significativa per i servizi alle persone con 1.220 entrate previste (+13%).
Nei primi tre mesi del 2024 tra le professioni impiegatizie e commerciali si registra una forte richiesta di 1460 addetti nelle attività di ristorazione, seguite da 600 addetti alle vendite e 230 addetti alla segreteria. Tra gli operai specializzati è significativa la richiesta di Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili con oltre 400 addetti, e di addetti alle rifiniture nelle costruzioni (300), mentre si attenua quella di lavoratori del settore edile (280 unità). Tra le professioni ad elevata specializzazione sono richiesti 180 tecnici dei rapporti con i mercati, 160 tecnici in campo ingegneristico e 150 tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni. Le professioni non qualificate, infine, evidenziano una rilevante richiesta di personale non qualificato nei servizi di pulizia (580 unità), di personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci (330 unità) e di personale non qualificato nella manifattura (150 unità).
Il primo mese del 2024 presenta una previsione di crescita della domanda di lavoro delle imprese lucchesi con dipendenti, con un buon incremento del +6% corrispondente a +190 unità rispetto allo stesso mese del 2023, per un totale di 3.250 entrate. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro si aggrava ulteriormente e in modo piuttosto sensibile rispetto all’anno scorso: le imprese incontrano difficoltà nel trovare le professionalità richieste nel 54% dei casi, cinque punti percentuali in più rispetto a gennaio 2023 e cinque in più anche rispetto al dato nazionale. Per il 31% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il restante 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).