Differenza tra biodegradabile e biocompostabile: dove buttare i prodotti monouso

Nell’era della sostenibilità, la scelta di prodotti ecocompatibili è fondamentale per ridurre il nostro impatto ambientale. Tra le etichette più diffuse troviamo “biodegradabile” e “biocompostabile“, ma spesso non si conoscono le reali differenze. Nelle prossime righe approfondiremo le due terminologie, e non solo, fornendo indicazioni precise su come smaltire correttamente i prodotti monouso (vedi qui una gamma di prodotti).
Biodegradabile vs biocompostabile: una distinzione importante per la salvaguardia dell’ambiente
Biodegradabile è un termine che evoca immagini di materiali che si dissolvono naturalmente nell’ambiente, restituendo nutrienti alla terra. Ma la realtà è più complessa. Non tutti i materiali biodegradabili sono uguali, e la loro gestione richiede consapevolezza per un corretto smaltimento e un futuro più sostenibile.
Un materiale, ai fini dello smaltimento, è considerato biodegradabile quando è capace di decomporsi naturalmente in acqua, anidride carbonica e altri composti semplici grazie all’azione di microrganismi. Il tempo necessario per questo processo varia a seconda del materiale e delle condizioni ambientali: da pochi giorni a diversi anni. Esempi di materiali biodegradabili sono:
- Avanzi di cibo
- Fondi di caffè
- Bucce di frutta e verdura (no agrumi)
- Legno non trattato
- Tessuti naturali (cotone, lana)
All’interno del gruppo dei materiali biodegradabili, si trova una sottocategoria specifica: i materialibiocompostabili. Questi si decompongono completamente in un ambiente controllato (compostaggio) in un tempo relativamente breve (meno di 3 mesi), trasformandosi in compost, un ammendante organico ricco di nutrienti per il terreno. Esempi di materiali biocompostabili sono:
- Stoviglie in Mater-Bi
- Sacchetti per l’umido
- Posate in legno
- Bicchieri in PLA
- Pannolini biodegradabili
- Carta certificata compostabile
Se si dispone di un compostaggio domestico, è possibile conferire i prodotti biocompostabili insieme ai rifiuti organici. In questo modo si otterrà un compost di alta qualità da utilizzare per fertilizzare il giardino o l’orto.
I biodegradabili non compostabili, infine, sono materiali che si decompongono naturalmente in acqua, anidride carbonica e altri composti semplici grazie all’azione di microrganismi, ma non lo fanno in modo sufficientemente rapido o completo per essere considerati compostabili.
- Sacchetti di carta non certificati compostabili
- Tovaglioli di carta
- Filtri per il caffè
- Buccette di agrumi
- Fazzoletti di carta
I biodegradabili non compostabili non possono essere conferiti nell’umido e devono essere lasciati nell’indifferenziata perché il processo di compostaggio richiede specifiche condizioni ambientali e tempi ben definiti. Se questi materiali venissero gettati nell’umido, potrebbero rallentare il processo di compostaggio, creando odori sgradevoli e compromettendo la qualità del compost finale.
Scegliere monouso compostabile: un piccolo gesto per un grande impatto
Nell’era della frenesia e del consumo mordi e fuggi, i prodotti monouso sono diventati una parte integrante della nostra vita quotidiana. Ma la loro praticità ha un costo: un impatto ambientale significativo.
Ogni anno, tonnellate di rifiuti plastici e non biodegradabili finiscono nelle discariche, dove impiegano secoli a decomporsi, rilasciando sostanze nocive nell’ambiente. Inquinano mari e terreni, danneggiando la fauna selvatica e l’ecosistema. La scelta di prodotti monouso compostabili rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile.
Il monouso compostabile riduce i rifiuti de evitano l’accumulo di rifiuti nelle discariche e negli oceani, inoltre il compost ottenuto dai prodotti compostabili arricchisce il suolo, migliorandone la fertilità e la struttura. Il riciclo diminuisce la quantità di materie prime necessarie e le emissioni di gas serra associate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti tradizionali e contribuisce così a preservare la biodiversità e a contrastare il cambiamento climatico.