Differenza tra biodegradabile e biocompostabile: dove buttare i prodotti monouso

27 febbraio 2024 | 15:41
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Differenza tra biodegradabile e biocompostabile: dove buttare i prodotti monouso

Nell’era della sostenibilità, la scelta di prodotti ecocompatibili è fondamentale per ridurre il nostro impatto ambientale. Tra le etichette più diffuse troviamo “biodegradabile” e “biocompostabile“, ma spesso non si conoscono le reali differenze. Nelle prossime righe approfondiremo le due terminologie, e non solo, fornendo indicazioni precise su come smaltire correttamente i prodotti monouso (vedi qui una gamma di prodotti).

Biodegradabile vs biocompostabile: una distinzione importante per la salvaguardia dell’ambiente

Biodegradabile è un termine che evoca immagini di materiali che si dissolvono naturalmente nell’ambiente, restituendo nutrienti alla terra. Ma la realtà è più complessa. Non tutti i materiali biodegradabili sono uguali, e la loro gestione richiede consapevolezza per un corretto smaltimento e un futuro più sostenibile.

Un materiale, ai fini dello smaltimento, è considerato biodegradabile quando è capace di decomporsi naturalmente in acqua, anidride carbonica e altri composti semplici grazie all’azione di microrganismi. Il tempo necessario per questo processo varia a seconda del materiale e delle condizioni ambientali: da pochi giorni a diversi anni. Esempi di materiali biodegradabili sono:

  • Avanzi di cibo
  • Fondi di caffè
  • Bucce di frutta e verdura (no agrumi)
  • Legno non trattato
  • Tessuti naturali (cotone, lana)

All’interno del gruppo dei materiali biodegradabili, si trova una sottocategoria specifica: i materialibiocompostabili. Questi si decompongono completamente in un ambiente controllato (compostaggio) in un tempo relativamente breve (meno di 3 mesi), trasformandosi in compost, un ammendante organico ricco di nutrienti per il terreno. Esempi di materiali biocompostabili sono:

  • Stoviglie in Mater-Bi
  • Sacchetti per l’umido
  • Posate in legno
  • Bicchieri in PLA
  • Pannolini biodegradabili
  • Carta certificata compostabile

Se si dispone di un compostaggio domestico, è possibile conferire i prodotti biocompostabili insieme ai rifiuti organici. In questo modo si otterrà un compost di alta qualità da utilizzare per fertilizzare il giardino o l’orto.

I biodegradabili non compostabili, infine, sono materiali che si decompongono naturalmente in acqua, anidride carbonica e altri composti semplici grazie all’azione di microrganismi, ma non lo fanno in modo sufficientemente rapido o completo per essere considerati compostabili.

  • Sacchetti di carta non certificati compostabili
  • Tovaglioli di carta
  • Filtri per il caffè
  • Buccette di agrumi
  • Fazzoletti di carta

I biodegradabili non compostabili non possono essere conferiti nell’umido e devono essere lasciati nell’indifferenziata perché il processo di compostaggio richiede specifiche condizioni ambientali e tempi ben definiti. Se questi materiali venissero gettati nell’umido, potrebbero rallentare il processo di compostaggio, creando odori sgradevoli e compromettendo la qualità del compost finale.

Scegliere monouso compostabile: un piccolo gesto per un grande impatto

Nell’era della frenesia e del consumo mordi e fuggi, i prodotti monouso sono diventati una parte integrante della nostra vita quotidiana. Ma la loro praticità ha un costo: un impatto ambientale significativo.
Ogni anno, tonnellate di rifiuti plastici e non biodegradabili finiscono nelle discariche, dove impiegano secoli a decomporsi, rilasciando sostanze nocive nell’ambiente. Inquinano mari e terreni, danneggiando la fauna selvatica e l’ecosistema. La scelta di prodotti monouso compostabili rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile.

Il monouso compostabile riduce i rifiuti de evitano l’accumulo di rifiuti nelle discariche e negli oceani, inoltre il compost ottenuto dai prodotti compostabili arricchisce il suolo, migliorandone la fertilità e la struttura. Il riciclo diminuisce la quantità di materie prime necessarie e le emissioni di gas serra associate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti tradizionali e contribuisce così a preservare la biodiversità e a contrastare il cambiamento climatico.