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Come trovare lavoro in Europa

3 aprile 2024 | 15:50
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Come trovare lavoro in Europa

Trovare un lavoro fuori dall’Italia ma in Europa è il desiderio di tanti italiani. Anche oltre la ragione meramente economica, svolgere un’attività lavorativa in un Paese diverso dal proprio consente di allargare i propri orizzonti e aprirsi a culture nuove oltre che, ovviamente, di apprendere nuove lingue, un elemento fondamentale ormai in qualsiasi contesto occupazionale. Continuare a vivere in Europa, però, permette di sfruttare i vantaggi dello spazio Schengen, per il quale, dopo l’abolizione delle frontiere interne, la stragrande maggioranza dei cittadini europei può circolare liberamente negli altri Paesi che hanno aderito all’accordo. Una delle prime azioni da compiere quando si cerca lavoro in Europa è adeguare il proprio CV al formato europeo: qui puoi trovare un CV europass esempio. In questo articolo vediamo gli altri passaggi necessari per cercare lavoro in Europa.

La prima cosa da fare è conoscere il Paese dove si desidera andare

Il primo passo fondamentale da compiere quando si sceglie di avviare la ricerca di un’occupazione al di fuori dell’Italia ma in Europa è quello di informarsi bene sul luogo del trasferimento, sia che si tratti di un Paese prescelto, sia che si voglia valutare in base al tipo di lavoro ricercato. Naturalmente, su questo tema la riflessione deve essere strettamente collegata alle esperienze professionali passate e al proprio percorso formativo e, in questo, il web rappresenta una risorsa fondamentale perché fornisce tanti spunti molto utili. Per esempio, esistono diversi portali dell’Unione Europea dedicate al mondo del lavoro nei singoli Paesi membri e a dati più specifici sulle condizioni di vita e la situazione economica. Si può, però, cercare anche su altri siti, perché sono numerose le pagine dedicate alla vita degli stranieri nei singoli stati e non c’è niente di meglio di ricevere informazioni da chi ha già fatto esperienze simili.

Studiare (o ripassare) la lingua è sempre un’ottima strategia

Oggi, qualsiasi lavoro si scelga di fare, la conoscenza della lingua inglese è ritenuta un fondamentale criterio di selezione dai recruiter. L’inglese è una sorta di lingua franca mondiale ed è il modo migliore per riuscire a comunicare con persone provenienti da qualsiasi parte del globo, ragion per cui non esiste lavoro per il quale la sua conoscenza non sia necessaria. In generale, dunque, in qualsiasi Paese si decida di andare, approfondire la conoscenza dell’inglese è sempre utile. Non bisogna mai sottovalutare il livello di allenamento con l’inglese come con tutte le lingue diverse dalla propria: possedere una buona conoscenza teorica o grammaticale, di per sé, può non essere sufficiente e non praticare per un po’ può contribuire a togliere un po’ di fluidità e confidenza nell’uso quotidiano. Partendo dal presupposto che l’inglese permette di comunicare più o meno a qualsiasi latitudine, conoscere anche la lingua locale è sicuramente una buona prassi per trovare più facilmente lavoro all’estero. Non sempre viene richiesto un livello alto, ma studiarne le basi per poter gestire al meglio situazioni di vita quotidiana è certamente un plus. Oggi, grazie a internet e a numerose applicazioni dedicate, studiare le lingue (e praticarle) è diventato più semplice: questi strumenti, da soli, difficilmente consentono di raggiungere livelli alti, ma rimangono un prezioso aiuto anche per la loro accessibilità.

Tradurre il CV e scrivere una lettera di presentazione in inglese

Per cercare lavoro all’estero, naturalmente, la traduzione del proprio curriculum vitae e l’eventuale lettera di presentazione, comunque non sempre richiesta, è cruciale. Ovviamente, il consiglio è di prestare molta attenzione alla qualità della traduzione in inglese: affidarsi ai più comuni traduttori potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata. In questo, meglio essere sintetici nelle informazioni ma riuscire a usare i termini adatti, mentre per la cover letter è fondamentale riuscire a toccare le giuste corde, puntando sull’aspetto motivazionale e sulle esperienze passate che abbiano un certo legame con la posizione che si sta cercando o quella per cui ci si sta candidando. In questo senso, è bene anche riuscire a conservare equilibrio tra formalità e spontaneità.

Come cercare lavoro in Europa

Cercare un lavoro in Europa dovrebbe, in teoria, anche garantire più opportunità e consentire di trovare un numero maggiore di posizioni per le quali candidarsi. Perché questo possa accadere, però, è anche necessario saper utilizzare correttamente tutte le risorse a disposizione, perché utilizzare gli stessi canali per la ricerca in Italia e all’estero può rivelarsi infruttuoso. L’Unione Europea ha creato un apposito portale dedicato alla mobilità professionale, Eures, nel quale è possibile consultare gli annunci di lavoro aggiornati in ben 31 Paesi, compresi alcuni che appartengono all’area Schengen ma non all’UE. Il sito può essere consultato in tutte le lingue e questo, senza dubbio, aiuta molto in fase di ricerca. Euroactiv ed Eurojobs sono altri due siti utili in fase di ricerca, mentre Eurodesk si focalizza maggiormente sui giovani, offrendo preziose informazioni anche su tirocini, vacanze lavoro e lavoro au pair. Altri portali, invece, sono dedicati alle mansioni per le quali non si riceve un vero e proprio stipendio, ma tutte le spese per vitto e alloggio vengono coperte dal datore di lavoro. Attenzione anche a non escludere a priori la possibilità di iscriversi alle agenzie per il lavoro: esse possono rappresentare il punto di contatto con posizioni, aziende e associazioni che altrimenti non sarebbero state raggiunte.

Prepararsi al colloquio

Il colloquio (a volte più di uno) è uno degli step fondamentali, e forse più temuti, prima di trovare lavoro e il fatto di dover sostenere un colloquio in un’altra lingua spesso non aiuta a gestire al meglio l’ansia. Per affrontare al meglio questa prova, comunque, ci sono dei piccoli accorgimenti che possono fare la differenza e aiutare i candidati, come per esempio sapere in anticipo se si tratterà di un colloquio individuale o di gruppo: si tratta di un tipo di domanda assolutamente legittima e può contribuire a una migliore preparazione. Un’altra buona prassi è cercare di scoprire qualcosa in più sui colloqui di lavoro nel Paese scelto, sulle domande ricorrenti, sulle informazioni da poter comunicare in tutta libertà e su quelle che è meglio tacere al recruiter. In generale, un’altra buona idea è simulare il colloquio con qualche conoscente per poter creare una situazione simile a quella che si dovrà affrontare, specialmente per allenarsi a parlare una lingua straniere con fluidità e sicurezza.

I migliori Paesi europei in cui cercare lavoro

Per incrementare le probabilità di trovare un’occupazione in Europa, una buona idea può essere quella di avviare la ricerca dai Paesi dove l’occupazione fa registrare dati migliori. Per esempio, uno dei Paesi che gode di buona salute sul piano economico è il Belgio, con un basso tasso di disoccupazione, ma per lavorare qui è fondamentale conoscere bene inglese e francese. Non sono da meno i “vicini” Paesi Bassi, che combinano anche un’ottima qualità della vita stando alle rilevazioni statistiche basate su alcuni parametri oggettivi e sulle interviste. Rimaniamo nel cuore dell’Europa, perché anche la Germania è una delle mete migliori per un italiano che cerca lavoro, come dimostra la massiccia presenza di connazionali. A Monaco di Baviera, in particolare, più del 70% dei residenti afferma che trovare lavoro in città è molto facile. Anche l’Inghilterra, almeno fino a poco tempo fa, era una meta molto gettonata, ma dopo la Brexit le condizioni sono cambiate e oggi è meno facile stanziarsi nella terra d’Albione per cercare un lavoro per il cambio delle normative sugli ingressi. La Svizzera, invece, appare da sempre un’ottima soluzione: basso tasso di disoccupazione, vicinanza all’Italia, stipendi alti e il vantaggio dell’adesione allo spazio Schengen nonostante il Paese alpino non faccia parte dell’Unione Europea. La Repubblica Ceca non svetta particolarmente in questa classifica, ma tra i residenti di Praga quasi l’80% dice che trovare un lavoro è facile.

I migliori Paesi europei per qualità della vita

La qualità della vita è un dato fondamentale quando si cerca lavoro. Per quanto molto dipenda dalla capacità di adattarsi alle condizioni e alle peculiarità di un certo Paese, esistono alcuni fattori più o meno oggettivi che, infatti, vengono anche rilevati statisticamente ogni anno, come potere d’acquisto, sicurezza, assistenza sanitaria, inquinamento, traffico, clima e non solo. Stando ai dati del 2023, ben nove stati europei figurano tra i primi dieci su scala globale per qualità della vita, e quindi rappresentano ottime opzioni anche per trovare lavoro. Nella classifica primeggia Lussemburgo, con i già menzionati Paesi Bassi che inseguono. Ma si vive bene anche in Islanda, nonostante le condizioni climatiche possano sembrare proibitive, e in altre zone del nord, come la Danimarca. Nelle interviste ai cittadini, emerge, per esempio, che più del 95% dei residenti a Copenhagen sono soddisfatti della qualità della vita in città. Quinta in classifica è la Finlandia e, dopo l’Oman sesto, ecco altri tre stati europei: Svizzera, Norvegia e Austria, trainata da Vienna che è molto apprezzata dai suoi residenti. A chiudere la top 10, invece, c’è l’Estonia.