Proroga delle concessioni balneari, Giani e Marras: “La fretta, dopo l’inerzia, ha prodotto un pasticcio”

La giunta regionale boccia la misura annunciata dal governo. Perplessità anche in casa Cna
“Anziché attuare, nei sei mesi concessi dalla legge Draghi, la disciplina che avrebbe consentito di avere risposte su tanti dettagli e sul diritto a concorrere per gestire le spiagge con la giusta difesa del valore costruito dai concessionari uscenti, si è preferito stare in silenzio per due anni nel tentativo di mantenere una promessa da marinai fatta in campagna elettorale. Non si poteva lasciare un settore così importante del turismo italiano alla deriva e allora, alla fine, si è deciso di agire: ma lo si è fatto nel peggiore dei modi e, come si dice, la toppa è peggio del buco”. E’ severa la valutazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore a turismo e attività produttive Leonardo Marras sulla proroga delle concessioni balneari annunciata dal governo nazionale.
“Ci sono vuoti nella normativa – proseguono presidente e assessore – che daranno origine a contenziosi lunghissimi ed ogni scelta importante viene, di fatto, scaricata sui Comuni, con il rischio, più che concreto, di un risultato che potrebbe variare da Comune a Comune creando una realtà caotica e non uniforme. Questa è una proroga ad orologeria che consente soltanto di raggiungere due obiettivi: arrivare indenni alla scadenza della legislatura dell’attuale Parlamento e di far accogliere il ministro Fitto a Bruxelles senza altri imbarazzi”.
“Non ci sarà alcun vantaggio per le città e per le comunità costiere – precisa ancora l’assessore Marras, – nessuna certezza di investimento e miglioramento della qualità dei servizi sulla costa, nessun vantaggio per il turismo balneare. La fretta, dopo l’inerzia, ha prodotto un pasticcio e ha anche messo, anche se solo in parte, fuorigioco l’iniziativa della Regione Toscana. Noi non ci fermeremo e, seppur dovendosi adeguare alla nuova normativa, continueremo il lavoro iniziato per offrire ai Comuni e alle imprese toscane un quadro uniforme di riferimento”.
A esprimere qualche perplessità anche la Cna balneari.
“Il provvedimento sulle concessioni balneari adottato dal consiglio dei ministri non ci soddisfa. Se da un lato, infatti, la continuità delle attuali concessioni fino al 30 settembre del 2027 è positiva, i criteri previsti per il nuovo assetto non tutelano le imprese al momento attive – dice Cristiano Tomei -. Allungare l’efficacia delle attuali concessioni per tre anni concede alle amministrazioni competenti e alle imprese un tempo congruo per programmare il futuro di un settore trainante per il turismo e per l’economia. La nostra battaglia ha permesso alla categoria di ottenere una serie di risultati: il riconoscimento della capacità tecnico-professionale dei partecipanti alle future gare destinato ad agevolare le micro e le piccole imprese; la valorizzazione di quanti hanno ricavato la parte prevalente del proprio reddito dall’attività balneare; l’impegno ad assumere i dipendenti impegnati nelle imprese eventualmente oggetto di passaggio della concessione; la determinazione di un numero massimo di concessioni in capo allo stesso offerente al fine di evitare una concentrazione”.
“Nel provvedimento non ci soddisfa invece che sia previsto per gli attuali concessionari solo la remunerazione degli investimenti ancora da ammortizzare – aggiunge Tomei – senza prevedere nulla per gli investimenti effettuati nel corso di una intera vita imprenditoriale, limitandosi a un riconoscimento solo per l’ultimo quinquennio. Siamo estremamente preoccupati per il futuro delle 30mila imprese balneari, che tanto hanno fatto per qualificare l’offerta turistica, il 70 per cento delle quali micro e piccole imprese, che danno lavoro a ben 300mila addetti anche in aree fortemente disagiate sul versante socio-economico”.