Ospedale Versilia, Nursind lancia l’allarme: “Pronto soccorso in emergenza con pazienti in attesa per giorni”

3 gennaio 2025 | 16:13
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Ospedale Versilia, Nursind lancia l’allarme: “Pronto soccorso in emergenza con pazienti in attesa per giorni”

Maurizio Ravecca e Paola Costagli: “Il tempo delle attese è finito. Serve un intervento urgente per garantire ai cittadini il diritto alla salute”

Giorni difficili al pronto soccorso dell’ospedale Versilia. Con l’arrivo del nuovo anno, nulla è cambiato: le festività hanno solo aggravato una situazione già critica, mettendo ulteriormente sotto pressione il servizio di emergenza-urgenza. La difficoltà nel reperire i medici di famiglia ha spinto molte persone a rivolgersi alla guardia medica, già sommersa di richieste e con risorse limitate. La conseguenza è inevitabile: un afflusso continuo al pronto soccorso, dove i pazienti si accumulano in attesa di essere ricoverati o trattati. Questo sovraffollamento ha un impatto devastante sulla qualità dell’assistenza, nonostante l’impegno e la straordinaria professionalità del personale sanitario: medici, infermieri e oss che continuano a garantire cure e assistenza a tutti”. Inizia così la nota firmata da Maurizio Ravecca e Paola Costagli della segreteria Nursind Versilia e Lucca.

Pazienti bloccati per giorni, il reparto è al limite – proseguono -. Molti pazienti attendono il ricovero da giorni, ostacolati da una cronica carenza di posti letto e personale insufficiente. In alcuni casi i pazienti sono stati dirottati in un altro ospedale, pazienti della Versilia che, chiamata un’ambulanza, sono finiti in pronto soccorso a Massa o a Pisa. Il problema è duplice: da una parte l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche; dall’altra, la riduzione dei posti letto ospedalieri che prolunga le degenze in pronto soccorso (fenomeno del boarding) già al limite in Versilia. Possibili soluzioni: serve una risposta concreta come l’apertura straordinaria di posti letto nei periodi di maggiore afflusso. Gli spazi ci sono, ma mancano infermieri e oss per renderli operativi. I letti di presa in carico precoce, inizialmente previsti, non sono più sufficienti a gestire l’emergenza. Tuttavia, non basta ‘curare il sintomo’: è necessario agire sul territorio con interventi strutturali. Rafforzare la medicina di base, aumentare la disponibilità di medici di famiglia, potenziare i servizi di assistenza domiciliare e sviluppare le Case della Salute e i punti di primo soccorso, anche in questo caso servono assunzioni di personale sanitario per renderli operativi. Questi presidi territoriali potrebbero fornire risposte immediate per i pazienti meno critici, evitando di sovraccaricare l’ospedale. Serve una risposta chiara dal territorio. La comunità locale e le istituzioni devono farsi carico di questa emergenza“.

“È di pochi mesi fa la notizia delle dimissioni del coordinatore infermieristico, che ha scelto per la sua vita un altro lavoro più umano e con meno pressioni, ma che deve essere ancora sostituito – proseguono -. È inaccettabile che il pronto soccorso operi senza un coordinatore e che le prestazioni aggiuntive del personale siano pagate meno di quanto previsto dalla normativa regionale, gli infermieri sono i meno pagati d’Europa. Il tempo delle attese è finito. Serve un intervento urgente per garantire ai cittadini il diritto alla salute e restituire dignità al lavoro di chi, ogni giorno, combatte in prima linea dai tempi del Covid ormai, per fortuna, dimenticati grazie al personale sanitario.