Prodotti stranieri etichettati come italiani, protestano gli agricoltori della Cia
Attesi tanti imprenditori dalla Lucchesia per la manifestazione di martedì 28 gennaio
“Come Cia Toscana Nord non possiamo rimanere indifferenti al grido di allarme che arriva dal mondo agricolo e che ha portato gli agricoltori a decidere di dare vita a una forte protesta martedì prossimo a causa di una crisi così grave come non si era mai vista prima”. A dirlo è il presidente della Cia Toscana Nord, Luca Simoncini, annunciando la vicinanza dell’associazione alla protesta in programma a Migliarino Pisano il 28 gennaio e alla quale è attesa la partecipazione anche di numerosi agricoltori della provincia di Lucca.
“A rischio sono le nostre produzioni agricole fondamentali – prosegue Simoncini – come i cereali, l’olio e gli stessi allevamenti. I costi che gravano sulle spalle degli agricoltori sono insostenibili e, come se non bastasse, devono far fronte all’invasione di prodotti stranieri etichettati come italiani. E questa sarebbe la ‘sovranità alimentare’ tanto acclamata dal governo e dal ministro Lollobrigida?”, si domanda Simoncini.
Sebbene la Cia Toscana Nord non sia coinvolta nell’organizzazione della protesta, ne sostiene le ragione in quanto condivide i temi su cui essa si basa: “Siamo sempre aperti all’ascolto e alla collaborazione e il grido di dolore di questi agricoltori è anche il nostro”, afferma il presidente. I temi che hanno portato il mondo agricolo a scendere per le strade sono anche le nostre battaglie presenti e future: dal fine delle importazioni selvagge e all’affermazione del principio di reciprocità che vieti l’importazione di derrate agricole prodotte con metodi non ammessi in Italia, all’obbligatorietà di indicazione del prezzo all’origine ed equità di filiera, fino all’affermazione del ruolo positivo dell’agricoltura nelle crisi ambientali, poiché siamo convinti che gli agricoltori siano la soluzione e non il problema”.
A fronte di questa situazione, Simoncini afferma di voler portare nelle sedi più opportune le istanze del mondo agricolo e, al contempo, chiede al ministro la dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura italiana: “Basta con la demagogia – conclude – adesso serve che il governo affronti i veri problemi del settore in Italia e in Europa“.