Confindustria, il manufatturiero a Lucca chiude in positivo (+1,4%). Bene anche il cartario, in calo la moda
Tiene anche il settore nautico: ecco tutti i numeri del 2024
Un 2024 che fa segnare un calo del settore industriale del 2,2% per cento su tutta l’area Toscana nord che comprende Lucca, Pistoia e Prato. Questo dato sconta il forte calo che c’è stato nel settore tessile, moda, abbigliamento e cuoio. Sul territorio di Lucca il dato rimane positivo, + 1,4%, perché area meno influenzata dal settore moda. Anche il settore alimentare si salva grazie alla produzione dell’olio.
Oggi (30 gennaio) a Palazzo Bernardini, sede di Confcommercio si è tenuto la conferenza di inizio anno, alla presenza del presidente di Confindustria Toscana nord, Daniele Matteini, del vicepresidente Tiziano Pieretti, del coordinatore del gruppo Meccanica per la carta di Confindustria, Giovanni Gambini, del direttore Marcello Gozzi e di Daniele Chersi del centro studi di Confindustria Toscana Nord.
Ad aprire l’incontro il ricordo di Edilio Stefani, presidente di Sofidel, scomparso improvvisamente oggi (30 gennaio).
“Siamo stati tutti estremamente toccati da questa notizia – dice il vicepresidente Tiziano Pieretti -. Stefani era una persona splendida, io ne ero legato da un rapporto di amicizia. Per me era un carissimo amico, oltre che un collega, oltre che una persona con cui ho lavorato tanti anni. La notizia arriva veramente come un fulmine a ciel sereno. Facciamo le condoglianze a tutta la famiglia, a tutti i componenti dell’azienda, perché è veramente una notizia drammatica che ci lascia sconfortati. Ora, così nell’immediato sono anche commosso da questa notizia, devo dire la verità”.
La conferenza è poi entrata nel vivo della situazione del settore industriale, per fare un punto sull’andamento del 2024 e le prospettive future per il 2025.
“Il contesto internazionale in cui opera l’industria di Lucca, Pistoia e Prato, e più in generale l’industria italiana, presenta un profilo estremamente complesso e sfaccettato – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Il termine più adeguato per definirlo è quello che abbiamo dovuto usare tante volte in questi anni: incertezza. Alcuni fattori fanno ben sperare e hanno alimentato la fiducia anche nei mesi scorsi, influendo positivamente sui risultati del 2024: l’inflazione ha, o forse sarebbe meglio dire aveva, rallentato nettamente la sua corsa; il costo del denaro è diminuito e subirà verosimilmente dalla Bce ulteriori limature; gli interventi finanziati dal Pnrr costituiranno un volano di sviluppo importante; l’occupazione nel corso del 2024 ha avuto un lieve sviluppo. Ma accanto a queste considerazioni ve ne sono altre molto meno confortanti: l’incremento dei costi energetici è un macigno sulle bollette delle aziende e un moltiplicatore di inflazione; le politiche daziarie che si prospettano da parte degli Usa sono preoccupanti; le tensioni belliche e più in generale geopolitiche danno segnali contrastanti e complessivamente poco rassicuranti; i consumi ristagnano, persino più del previsto e non solo in Italia. E’ confortante la notizia dell’Istat di ieri (29 gennaio) di un, sia pur lieve aumento della fiducia di imprese e consumatori a gennaio. Ma non è sorprendente che l’anno 2024 si sia chiuso per il complesso dell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord con i volumi di produzione in media d’anno a quota -2,2%, complice soprattutto l’andamento negativo del settore moda che è fortemente rappresentato a Prato ma ha punti di accentuata densità anche a Pistoia. Il risultato negativo del nostro territorio è molto vicino a quello italiano del complesso dei settori presenti in Confindustria Toscana Nord: la stima a livello nazionale, pur in assenza ancora dei dati di dicembre, si colloca intorno a -2%.”
Nel complesso del territorio di Lucca, Pistoia e Prato il dato annuale più positivo appartiene alla chimica-plastica con +3,2% rispetto al 2023; col segno più anche carta e cartotecnica con +1,8%, alimentari con +1,4%, nautica con +1,4%, metalmeccanica con +0,4%. Negativi invece le lavorazioni non metallifere (che includono lapideo, vetro e materiali edili) con -1,6% sull’anno precedente, l’arredamento inclusi i materassi con -2,1% ma soprattutto, con un severo -9,2%, il macrosettore moda (tessile, abbigliamento, calzature), peraltro in linea con le stime del dato nazionale. Con l’occasione sono stati forniti anche dati relativi al settore edile, la cui fonte sono le Casse Edili provinciali che li attestano fino al novembre 2024. All’epoca le imprese iscritte erano 1.964, lo stesso valore di novembre 2023. Il totale degli operai iscritti era di 8.498, in incremento di +2,8% rispetto allo stesso periodo dal 2023; in aumento, a quota +5,5%, anche le ore lavorate.
Come già in altre occasioni, i risultati relativi ai volumi di produzione hanno delle spiccate diversità nelle tre province di riferimento di Confindustria Toscana Nord, in conseguenza soprattutto della differente distribuzione nel territorio di settori più o meno performanti.
La situazione di Lucca
“La produzione manifatturiera lucchese chiude il 2024 con un segno positivo in media d’anno che, per quanto fermatosi a un esiguo +1,4%, è estremamente apprezzabile in un quadro nazionale di generale arretramento – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Sono pochi i segni meno sui settori lucchesi: quello più netto, -12,2%, è della moda e non sorprende dato l’andamento generale del settore; ma segna -3,2% anche la lavorazione dei non metalliferi, che include il lapideo, mentre sono sostanzialmente stabili, a quota rispettivamente – 0,2%, +0,4% e + 0,6%, la produzione di macchine, in particolare per il cartario, la metallurgia e gli alimentari. Ottime le prestazioni della chimica-plastica, che chiude il 2024 con +7,8% rispetto al 2023, in controtendenza rispetto a un dato nazionale leggermente negativo; ma anche la carta e cartotecnica segnano +2,9%, sensibilmente meglio del totale italiano. La nautica chiude il 2024 in positivo con un aumento in media d’anno del +1,4% su livelli già elevati di attività, che rispecchiano le prestazioni eccellenti nel medio periodo del settore viareggino. Per quanto riguarda l’export, i dati Istat dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora disponibili; i primi 9 mesi dell’anno sono comunque nettamente positivi, a +8,3%: dato questo che, è utile ricordarlo, rappresenta non volumi ma valori e che è quindi legato anche a fattori inflattivi e monetari. Le imprese lucchesi affrontano il 2025 con la consapevolezza della loro forza ma anche con le preoccupazioni che vengono da un quadro generale complesso, in cui fattori di costo come l’energia possono fare la differenza per la nostra competitività.”
La situazione di Pistoia
“Pistoia chiude il 2024 con una frenata che la pone a metà classifica nell’area, vicina alla media del territorio di Confindustria Toscana Nord e a quella del Paese; il dato provinciale della produzione del 4° trimestre del 2024 si attesta rispetto allo stesso periodo del 2023 su -3,5%, mentre sul dato annuo la perdita si riduce al -2,7% – aggiunge il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -, Come al solito, andamenti diversi, o anche molto diversi, fra settori produttivi consentono alla provincia di Pistoia di ottenere una media tutto sommato accettabile, dati i momenti: a variazione tendenziale decisamente negativa di tessile (-9,3 % sul 4° trimestre, -8,1 % annuo ), abbigliamento (-8,4% sul 4° trimestre, -6,1 % annuo) e soprattutto del caratterizzante cuoio e calzature (-19,6% nel 4° trimestre, -16,1% annuo) si oppongono la metalmeccanica (+1% nell’ultimo trimestre dell’anno, +4,3% nell’anno), gli alimentari (rispettivamente, +0,6% e +2,3%) e la sostanziale ripresa del mobile (che, con il +6,1% del fine anno recupera chiude una serie negativa di risultati nel 2024). Negativa la carta (-4,8% nel 4° trimestre dell’anno, – 2,7% per l’intera annualità), mentre la chimica-plastica, negativa sullintero anno (-3,1%) risulta in lieve risalita (+0,6%) nell’ultimo trimestre 2024. Analogamente gli altri settori manifatturieri che hanno però perso quota nel 4° trimestre del 2024 ma sostanzialmente tengono sul dato annuo (-6,9% trimestrale, -0,3% annuo). In un contesto così complicato, e fortemente influenzato da fattori esterni, l’industria pistoiese deve sfruttare alcuni punti di forza che possono favorire la sua tenuta: fra queste, è sicuramente importante essere il luogo di riferimento dell’intera industria ferroviaria italiana.”
La situazione di Prato
“Chi segue le vicende economiche pratesi non può meravigliarsi del dato con cui si è chiuso il 2024 – conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. II -7,5% che si registra in media d’anno nei volumi di produzione delle imprese di Prato scaturisce dal -8,1% del tessile-abbigliamento e dal -9,3% della metalmeccanica, rappresentata per lo più dal meccanotessile e quindi da una specializzazione legata alla moda, che sta soffrendo con particolare intensità. L’aggregato degli altri settori manifatturieri non distrettuali, quali l’alimentare, la chimica-plastica-farmaceutica e i materassi, segnano un -0,5% che attutisce l’entità del dato finale. L’andamento nel corso dell’anno mostra un peggioramento costante fino a settembre, e un dato un po’ meno negativo nel 4° trimestre; ma questo dato ha come termine di confronto l’ultimo trimestre del 2023, caratterizzato dall’alluvione che colpi molte importanti aziende, e quindi l’apparente miglioramento si innesta sopra un livello di attività molto più basso della norma. Stabile l’export complessivo provinciale per i primi tre trimestri 2024 (il 4° trimestre non è stato ancora reso disponibile dall’ISTAT); l’export tessile del distretto registra tuttavia una diminuzione in valori del -8,9% rispetto al 2023. Va ricordato che i dati dell’export sono in valori e non in volumi: l’andamento risente quindi degli effetti dei listini prezzi a loro volta condizionati dall’inflazione. Il 2025 è un anno che si preannuncia complicato, anche per l’incremento dei costi energetici che colpisce soprattutto le lavorazioni e mina competitività e marginalità delle imprese. Incognita fondamentale comunque rimane l’evoluzione del mercato, la propensione agli acquisti moda e le scelte di consumo più o meno in linea con il prodotto tessile pratese: un prodotto che si caratterizza per qualità, sostenibilità e creatività.”