Progest di Altopascio, incontro in Regione: lavoratori scettici sul rilancio
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Dopo due anni di contratti di solidarietà e due di cassa integrazione sindacati e Rsu disposti a una fiducia a termine nei confronti dell’azienda
Incontro tenutosi in Regione Toscana sul futuro della O.G.-Progest Altopascio, alla presenza dei sindacati (non però la Rsu di Altopascio che l’azienda non ha inteso riconoscere), dei rappresentanti dei Comuni interessati e della Regione.
“Un default annunciato per tutto il 2024 e confermato a fine anno con il comunicato del mancato pagamento da parte della società delle cedole scadute per 250 milioni di euro – dicono – Slc Cgil e Fistel Cisl e la Rsu O.G.-Progest Altopascio (Franco Magrini, Fabrizio Bottai, Gianluca Quinci, Nicola Calandriello, Mirko Bendinelli) – altre cedole in scadenza alla fine del 2025, per un ammontare complessivo di altri 200 milioni di euro e che interessano le società controllate dalla Pro-Gest (Cartitalia, Cartiera Villa Lagarina e Tolentino) e in mezzo un percorso complicato, passato prima attraverso l’ingresso nel cda della società di professionisti e consiglieri esterni per ideare un piano di uscita da questa crisi finanziaria, prima ancora che industriale, e poi attraverso il ricorso, 21 dicembre scorso, ad una procedura di composizione negoziata del credito – proceduta prevista dal codice della crisi d’impresa – che prevede la nomina, formalizzata agli inizi di gennaio – di un professionista esterno (l’ennesimo) che dovrebbe trovare un accordo con i creditori, sulla base di un piano industriale che ancora non ha visto la luce, dopo tutto questo tempo. Attorno ad alcune idee, secondo l’azienda importanti, si sta lavorando: vendita di capannoni e immobili non però sedi di attività produttive; acquisizioni dalla immobiliare Amg (sempre degli Zago) delle proprietà immobiliari dove hanno sede le unità produttive di Altopascio e Sesto Fiorentino, con la cessione di quest’ultimo e l’accorpamento di tutta la produzione ad Altopascio, che dovrebbe diventare, secondo le intenzioni annunciate, lo stabilimento integrato di punta del gruppo anche per effetto di investimenti per l’aumento della produttività e, conseguentemente, delle vendite; dismissione, in ultima ipotesi, anche della cartiera di Mantova”.
“Contenuti, poi, riportati ai lavoratori nella assemblee tenutesi pochi giorni dopo, che non sono stati accolti con particolare entusiasmo e fiducia dopo tutti questi anni nei quali, quello che era il primo stabilimento in Italia per la produzione e commercio di fogli di cartone per la produzione di scatole, richiesti in tutto lo stivale, che lavorava con tre macchine ondulatrici a pieno regime dal lunedì al venerdì su tre turni, è stato ridotto, dopo l’acquisto da parte di Pro-Gest, ad una realtà produttiva che, se va bene, fa meno della metà di prima (un ondulatore è stato dismesso e il 50% dei dipendenti se ne è andato), e dopo aver fatto 4 anni di contratto di solidarietà e ulteriori due anni di cassa integrazione, addirittura durante il Covid (mentre gli altri competitor giravano a pieno regime), ha dovuto avere a che fare anche con una gestione aziendale scriteriata e vessatoria che ha destabilizzato il clima, attraverso disdette di accordi, mancati riconoscimenti di retribuzione dovute, con conseguente abbassamento della paga e un peggioramento delle condizioni di lavoro, anche sotto il profilo della sicurezza e perdita della clientela”.
“Il giudizio delle maestranze – prosegue la nota – è risultato ulteriormente negativo, alla luce delle notizie diffuse a mezzo degli organi di stampa di possibili irregolarità per utilizzo, come viene riportato negli articoli, non lecito di risorse finanziarie, che sembrerebbe passare anche nell’intreccio dei rapporti tra la Pro-Gest e l’immobiliare sempre appartenente alla famiglia (la Amg). Ci si augura che non sia vero, nonostante siano usciti tutta una serie di dettagli molto puntuali, e che presto sia fatta piena luce e questo, ovviamente, tocca prima di tutto alla società farla. È stato dichiarato dai vertici dell’azienda l’importanza del rilancio di Altopascio e il ristabilimento di un clima adeguatamente positivo. A questo annuncio, i lavoratori hanno semplicemente osservato che sono disposti ad aspettare poco, per vedere se questo corrisponde al vero”.