Riciclo di rifiuti elettronici ancora poco diffuso in Italia: i dati dell’UE

Il riciclo dei rifiuti elettronici è ancora poco diffuso in Italia: è questo ciò che emerge da uno studio a carattere comunitario pubblicato negli scorsi giorni sul sito Internet istituzionale del Parlamento Europeo.
Non si afferma nulla di nuovo nel dire che gli articoli elettrici ed elettronici siano oggi diffusissimi: dai grandi elettrodomestici alle piccole componenti elettroniche, dagli smartphone ai computer, dai dispositivi medici ai pannelli fotovoltaici, la tecnologia è ormai divenuta parte integrante della nostra vita, di conseguenza questi rifiuti vengono oggi prodotti in quantità massive, in Europa come in ogni parte del mondo.
Proteggere l’ambiente: cosa può fare il consumatore
Alla luce di questo, dunque, è fondamentale che il consumatore opti per delle scelte virtuose per preservare l’ambiente.
Anzitutto, gli oggetti tecnologici destinati ad essere gettati devono sempre essere smaltiti in modo corretto; è utile ricordare, a riguardo, che questi rifiuti rientrano nella categoria dei cosiddetti RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, la quale prevede delle procedure di smaltimento specifiche.
Questi rifiuti, dunque, non sono conferibili nella differenziata, ma devono essere consegnati presso delle isole ecologiche, o comunque tramite dei sistemi di raccolta dedicati.
A livello generale, bisogna cercare in tutti i modi di incentivare le azioni di riciclo, e anche la scelta dei prodotti da acquistare ha il suo peso nell’ottica dell’ecosostenibilità: se si deve acquistare, ad esempio, del materiale elettrico, non può che essere una buona idea quella di acquistare, da e-commerce specializzati come Emmebistore, dei prodotti del brand Bticino, noto per la sua attenzione al riciclo anche per quel che riguarda il packaging dei propri prodotti.
Ma quali sono, dunque, i dati relativi all’Italia per quel che riguarda il riciclo dei rifiuti elettronici? Andiamo a scoprirlo.
I dati: l’Italia è agli ultimi posti in Europa
In Italia, la raccolta di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è ai livelli più bassi d’Europa: secondo i dati Eurostat, relativi al 2021, in Italia è stata raccolta una media di 8,5 Kg per abitante di rifiuti di questa tipologia, una cifra ben distante dalla nazione prima in classifica, l’Austria, dove si tocca quota 15,46 Kg per abitante.
Ancor più emblematico è il dato relativo ai tassi di riciclo, che in Italia risultano essere su livelli minimi: sebbene i dati del nostro Paese siano i meno aggiornati (fanno infatti riferimento al 2015, mentre quelli delle altre nazioni si riferiscono al 2017), in Italia si è registrato un tasso di riciclo del 32,1%, percentuale estremamente distante dalle nazioni che occupano i primi posti della classifica, ovvero Croazia, con l’81,3%, Estonia, con il 69,8%, e Bulgaria con 68,8%.
Necessaria una rapida inversione di tendenza
I dati italiani, dunque, risultano deficitari, dunque è necessario che non solo le istituzioni, ma anche i cittadini si impegnino sempre di più per invertire questi trend, a beneficio dell’ambiente.
È utile ricordare che negli ultimi anni l’Unione Europea ha posto in essere diverse azioni finalizzate a ridurre le quantità di rifiuti elettronici: nel 2020, ad esempio, è stato introdotto il caricabatterie universale, ciò ha sicuramente consentito di risparmiare imponenti quantità di RAEE da smaltire, inoltre, entro la fine del 2024, le porte USB di tipo C diventeranno il caricatore standard per la maggioranza dei dispositivi elettronici sul territorio comunitario.