Al Festival del Volontariato il focus sui presidenti delle associazioni

15 aprile 2015 | 07:43
Share0
Al Festival del Volontariato il focus sui presidenti delle associazioni

E’ una forma di leadership da presidente-mister quella più diffusa nel volontariato italiano che stacca le altre figure come l’innovatore, il politico e il manager e il comunicatore. Sono questi i principali tratti distintivi dei presidenti delle organizzazioni di volontariato (Odv) italiano che emergono dalla rilevazione realizzata dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione e dal Centro Nazionale per il Volontariato. La rilevazione si è svolta nel 2014 su un campione di circa 1900 presidenti rappresentativo per aree geografiche e settori di attività intervistati tramite un articolato questionario.
Partendo da due rilevazioni di dati – quella sulle organizzazioni di volontariato e quella relativa all’indagine Istat, Fondazione Volontariato e Partecipazione e CSVnet sulla misurazione del valore economico e sociale del volontariato – il Cnv e la Fondazione stanno realizzando insieme al Banco Popolare una nuova ricerca che verrà presentata nel mese di giugno. Fornisce e raffronta i profili dei volontari del nostro paese in relazione al resto della popolazione e delinea per la prima volta il ritratto dei leader delle organizzazioni di volontariato italiane in quanto presidenti delle stesse organizzazioni. Le prime anticipazioni della ricerca vengono diffuse in occasione del Festival del Volontariato che si terrà a Lucca da domani (16 aprile) a domenica.

“Da queste indagini – spiega il presidente del Cnv Edoardo Patriarca – emerge un’Italia operosa e equilibrata, che non si lascia andare a facili entusiasmi, ma che sperimenta ogni giorno quanto prendersi cura della comunità e di chi è in difficoltà possa contribuire a costruire quel benessere che oggi è minacciato dai modelli di vita individualisti e dalle crisi che viviamo. Si delineano i tratti dei presidenti delle organizzazioni e vengono fuori delle tendenze che scardinano anche molti luoghi comuni fino ad oggi dati per assodati”.
“I dati che oggi anticipiamo – spiega il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione Alessandro Bianchini – si pongono in linea con gli studi che la Fondazione porta avanti da diversi anni e che raccontano di un volontariato e dei suoi dirigenti determinanti nella tenuta della coesione sociale in Italia. Queste analisi sono importanti perché dimostrano che è fondamentale continuare a promuovere la cultura della solidarietà, dell’impegno, dell’innovazione”.

Il ritratto del leader delle organizzazioni di volontariato
E’ un profilo da presidente-mister – di uno che deve saper motivare e gestire il gruppo dei soci, dei volontari e lavoratori e reclutarne di nuovi – il tratto distintivo espresso come maggiormente prioritario nella funzione di leadership di una organizzazione di volontariato. Il 68,6% dei presidenti che hanno risposto al questionario ha scelto questa funzione come più rilevante e il 13,2 come seconda scelta. Al secondo posto emerge la figura del leader innovatore: per l’11,4% dei presidenti (il 25,5% come seconda scelta) il compito più importante è saper ideare e promuovere progetti innovativi. Al terzo posto il leader politico: quello che deve saper gestire i rapporti con enti pubblici e privati (9,2 come prima e 24,9% come seconda scelta). Al quarto posto la figura del leader manager, ovvero colui che deve soprattutto saper gestire le risorse economiche dell’associazione e trovarne di nuove (6,1 come prima scelta e 22,1 come seconda). Infine il leader comunicatore, che sappia costruire e comunicare visioni politiche e sociali (4% e 8,7%).

Le caratteristiche dei presidenti
Proviene soprattutto da altre organizzazioni del terzo settore (nel 12,2% dei casi) il presidente in carica nelle organizzazioni di volontariato italiane ed ha ricoperto nel 10,4% dei casi ruoli in amministrazioni pubbliche. Solo rispettivamente per il 6,5% e il 5,6% negli ultimi dieci anni ha rivestito cariche in sindacati o associazioni di categoria oppure in partiti politici. Non è molto appassionato di politica: se ne interessa molto o completamente solo nel 12,2% e 4,5% dei casi, abbastanza nel 30,9% poco o per niente nel 23,1% e 29,1%. Svolge attività di presidente in media da 9 anni, anche perché ha una vita relativamente stabile grazie ad una buona integrazione sociale: il 46% lavora e il 47% ha un reddito da pensione; Solo il 3% è disoccupato. La maggiore integrazione sociale, espressa dall’occupazione, caratterizza anche i volontari rispetto alla popolazione italiana (49% di occupati contro il 41,6%). Così come i volontari in organizzazioni di volontariato, anche i presidenti delle organizzazioni hanno un grado di soddisfazione più alto nei confronti della vita: 7,2 in una scala da 1 a 10 a fronte del 6,6% di chi non svolge alcuna attività di volontariato.
Il tempo, oltre alle proprie competenze, è il dono più grande che i presidenti fanno al volontariato e alla società: 25,6 ore al mese in media, una quantità di tempo più elevata rispetto a quello che emerge dall’indagine multi-scopo Aspetti della vita quotidiana dell’Istat, secondo cui volontari nelle Odv donano in media 20,4 ore alla propria organizzazione, mentre quelli attivi in altre organizzazioni 21 ore a fronte delle 16,6 dei volontari che svolgono attività gratuite a beneficio di altri o dell’ambiente in maniera non organizzata.
L’età media è di 58 anni (dieci anni di più dell’età media totale della popolazione italiana) a fronte di un’età media dei volontari nelle Odv di 48,1 anni. Più elevato è anche il titolo di istruzione: in media i presidenti delle Odv hanno un indice di istruzione più elevato pari a 13,4 (numero medio di anni di studio) a fronte dei 12 anni dei volontari in Odv e dei 10,4 anni del totale della popolazione italiana. Tanti laureati e poche donne tra i Presidenti: il 30,6% dei presidenti è laureato, in più di due terzi dei casi (68,5%) è maschio, mentre fra i volontari delle organizzazioni di volontariato la presenza di uomini e donne è bilanciata (44,8% di donne contro 55,2% di uomini).