Cambiare la mobilità è possibile? Sì, con gli incentivi giusti

4 giugno 2015 | 13:10
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Cambiare la mobilità è possibile? Sì, con gli incentivi giusti

Lo sviluppo di soluzioni per la mobilità sostenibile è ormai da tempo priorità fissa nelle agende sia del governo italiano che delle amministrazioni locali. Ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili, e dunque dei mezzi che ne fanno uso, automobile in primis, è l’unico modo per raggiungere gli ambizioni obiettivi posti dall’Unione Europea nel piano di efficienza energetica con scadenza nel 2020. Direttive, regolamenti e multe però non sono sufficienti a sradicare dall’oggi al domani abitudini consolidate da decenni. Dal momento che è così difficile convincere gli italiani a fare a meno delle quattro ruote, che cosa potrebbe fare chi governa per cambiare la situazione?

La risposta, apparentemente semplice, è istituire un sistema di incentivi. Per cambiare un comportamento infatti non c’è nulla che funzioni come una motivazione pecuniaria. Un esperimento del genere è in corso d’opera in questo momento in Francia: il ministero dei trasporti, deciso a promuovere gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta, ha fissato da giugno 2014 un compenso a chilometro per i 10mila dipendenti di aziende e organizzazioni coinvolte nel progetto, che avrà termine alla fine di quest’anno. Già ora tuttavia i lavoratori esprimono alla stampa la soddisfazione per i benefici fisici ed economici ricevuti.
E in Italia? Nel Paese che conta una delle densità di autovetture circolanti in rapporto alla popolazione più alte d’Europa, ridurre tale numero sembra impossibile. Alcune Regioni hanno allora pensato di incentivare l’acquisto di automobili meno inquinanti, ovvero le vetture elettriche e ibride, che solitamente abbinano al classico motore a combustione un secondo motore alimentato a elettricità. Anche se le auto ecologiche ammontano insieme a meno del 2 per cento del mercato auto, è pur vero che le loro vendite sono in costante aumento, e sul versante dell’usato ottengono mediamente valutazioni auto più elevate rispetto ai modelli a combustibile fossile.
In Lazio, Lombardia, Veneto, Campania e Puglia i veicoli green sono esentati dal pagamento del bollofino a cinque anni dall’immatricolazione. Sconti al pagamento dell’imposta sono previsti, con differenze tuttavia da una Regione all’altra, anche per le auto con motore a Gpl o a metano; la Toscana lo ha invece azzerato per chi decide di montare l’impianto a gas sulla propria vecchia auto a benzina. In ogni caso, per i veicoli con due motori il bollo viene sempre calcolato in base alla potenza del solo motore a benzina e non a quella di entrambi. Se proprio è impossibile rinunciare all’automobile, val la pena quindi valutare i benefici che un’auto ecologica garantisce all’ambiente e alle proprie tasche.