Lucca, il volontariato non sente crisi ma servono giovani



Quasi il 50% delle associazioni di volontariato presenti nel territorio lucchese ritiene di fondamentale importanza fare un appello ai giovani perché si impegnino maggiormente nelle associazioni e nelle attività di volontariato, inoltre lamenta una sensibile diminuzione di fondi, siano essi pubblici che derivanti da autofinanziamento. Questi sono i dati salienti che emergono dall’indagine Oltre la crisi Identità e bisogni del volontariato in Toscana il cui contenuto è stato discusso stamani (20 febbraio) alla sede Cesvot di Lucca alla presenza del sociologo e curatore della ricerca Andrea Salvini.
Nonostante questo, a Lucca e provincia rimangono tantissime le associazioni di volontariato, quasi 500 se si contano solo quelle iscritte al registro regionale. del volontariato. Di questa, la maggior parte impegnate in ambito sanitario (36%), seguite da quelle impegnate in ambito sociale (26%). Nello scenario lucchese, la quasi totalità delle associazioni svolge attività rivolte alla popolazione (87,1%) e ha prevalentemente grandi dimensioni. Quasi il 50% delle associazioni trae le sue origini dal passato (prima del 1994) con una scarsa percentuale di nate post 2010 (10%). La strutturazione è piuttosto uniforme, ma delle nate prima del 1994 il 54,3% ha grandi dimensioni. Operano invece in particolare nel sociale le associazioni piccole e medie. Bassissima è invece la percentuale di associazioni che si occupano di tutela dei diritti. Per quanto riguarda le organizzazioni più giovani, si evince una maggiore attività in ambito sociale, sanitario e nel culturale.
Rispetto alle modalità di finanziamento, il pubblico (nel sanitario, il 60%) e l’autofinanziamento (nel culturale, sociale, socio-sanitario e ambientale) si equivalgono e sono soprattutto le Odv più anziane a godere di contributi pubblici. Generalmente, si nota l’assenza di convenzioni (56%), ma se ne hanno soprattutto nel sanitario e nella protezione civile. Le Odv che registrano rapporti con enti rappresentano il 59,3% delle nate prima del 1994, e il 73,3% delle grandi; le più giovani tendono a non averne (le nate dopo il 2005 con percentuali superiori al 75%, delle piccole il 75,6%). La maggior parte delle associazioni usufruisce di una sede in comodato d’uso (68,4%).
Nello specifico le associazioni ritengono fondamentale contrastare la diminuzione di volontari, soprattutto di giovani, attraverso una maggiore accoglienza e tutoraggio di chi si avvicina per la prima volta al mondo del terzo settore, incrementando i momenti di incontro/confronto per la socializzazione e dando ai volontari stessi più riconoscimenti. E’ proprio ai giovani che le associazioni si rivolgono vedendo in loro una fondamentale risorsa per continuare a garantire e migliorare i servizi offerti. Ne conseguono le esigenze formative: per aumentare le competenze e la professionalità rispetto ai propri settori di azione, con servizi più mirati, si richiedono abilità nell’uso dei social media e dei mezzi di comunicazione (soprattutto nel sanitario, e nelle grandi organizzazioni di volontariato).
Se le organizzazioni di volontariato lucchesi hanno compreso come sia necessario mettere al centro i servizi, e quindi acquisire le competenze e le modalità per garantirli, rispetto al futuro percepiscono ampiamente il declino dei requisiti di gratuità e spontaneità (45,6%), ipotizzando sia una maggiore dipendenza dalle istituzioni pubbliche che una crescente managerialità del settore (entrambi per il 17,6% delle associazioni), che si accompagna ad un passaggio a forme organizzative tipiche dell’economica sociale. Ciononostante, per alcune Odv (8,4%) un modo per affrontare il futuro in maniera proficua è proprio recuperando della tradizionale tendenza etica e politica del volontariato.
“Anche se le associazioni lucchesi sono ancora a fare i conti con una fase di forte difficoltà a livello generale, è evidente come il volontariato abbia avviato un processo di riorganizzazione interno che lo vede confermato come cardine per la comunità e la coesione sociale – spiega Pierfranco Severi, presidente della delegazione Cesvot di Lucca -. In questo processo il Cesvot continua il suo lavoro di affiancamento e stimolo per tutte quelle associazioni che hanno colto l’importanza della formazione dei volontari e del loro aggiornamento per essere all’altezza delle esigenze dei cittadini”.