Mense, la protesta di una mamma: “Stop al doppio turno del pranzo per chi ha il pasto da casa”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata di una nostra lettrice che solleva nuovamente la questione degli spazi per il pasto di coloro che hanno deciso di non usufruire del servizio mensa. In questo caso la signora ha il rientro pomeridiano per due volte a settimana del figlio e qui nascono i problemi, legati al “doppio turno di pranzo”. Ma sullo stesso tema si è mosso anche il comitato La scuola che vogliamo che a metà aprile scorso ha inviato ai dirigenti scolastici e al provveditore Donatella Buonriposi una richiesta di incontro sulle modalità organizzative per consentire alle famiglie che lo richiedono di mangiare il panino in classe. Ma nessuno ha ancora risposto.
“All’orario previsto – spiega la mamma nella sua lettera parlando del suo caso specifico – tutti gli alunni vanno nel refettorio dove, chi usufruisce della mensa può mangiare, mentre chi ha il pasto da casa deve stare a guardare, poi, passati quei 40-50 minuti di attesa infruttuosa senza far niente e magari silenzio, tutti gli alunni devono ritornare in classe dove chi ha il pasto da casa può mangiare ma sicuramente incalzato dagli altri compagni di classe che ormai sazi, hanno voglia di non perdere altro tempo e vogliono andare a fare il loro meritato intervallo. I presidi dicono che questa è la loro miglior proposta di organizzazione, il provveditore annuncia da mesi che interverrà per promuovere un cambiamento ma di fatto niente è cambiato. I genitori hanno chiesto con lettere, colloqui e telefonate ai singoli presidi e anche al provveditore Donatella Buonriposi e alla vicesindaco e assessore con delega alle politiche formative, politiche sociali e di genere Ilaria Vietina, di attuare soluzioni diverse in grado di non penalizzare nessuno: chi vuole usufruire della mensa deve poter farlo, chi non vuole, deve poter farlo ugualmente senza sprechi di tempo (a scuola ci si sta per far lezione non per aspettare che gli altri compagni mangino) e lontano da soluzioni inappropriate non fanno merito ad una scuola che vuole dichiararsi equa, paritaria, e rispettosa della libertà di ognuno”.
“In alcune classi – conclude la mamma – dove gli insegnanti hanno fatto “obiezioni di coscienza” si sono trovate ottime soluzioni al doppio turno: una classe divisa in due gruppi e via, chi deve mangiare in mensa mangia nel refettorio predisposto e chi ha il panino mangia in classe, dove da sempre si fa merenda senza troppe remore di igiene e pulizia…e se il refettorio non c’è si mangia in due classi diverse ma contemporaneamente. I presidi di Lucca e anche il provveditore non ci ascoltano, non rispondono ai nostri solleciti e noi genitori siamo costretti ad aspettare che qualcosa accada mentre i nostri bimbi a scuola aspettano il loro turno ‘infame’”.
“Chiediamo – avevano scritto i membri del comitato La scuola che vogliamo ai dirigenti e all’ufficio scolastico provinciale – un’organizzazione per cui in tutte le scuole del territorio lucchese tutti coloro che vogliano portare il pasto da casa possano farlo senza arrecare danno al gruppo ed a se stessi, in ottemperanza ai principi di eguaglianza, solidarietà e rispetto della libertà che la scuola deve sempre farsi carico di rispettare e promuovere. Invitiamo pertanto ogni dirigente ad una chiara presa di posizione al riguardo per le prossime date in calendario di protesta di ogni Comprensivo”.