Giù due palazzi per nuove case Erp, residenti preoccupati

17 ottobre 2016 | 16:07
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Giù due palazzi per nuove case Erp, residenti preoccupati

Quartieri social, il collettivo di lotta per la casa di Lucca e alcuni residenti di piazzale Ariosto preoccupati per la realizzazione del progetto Quartieri Social che prevederebbe l’abbattimento di alcune case popolari di piazzale Ariosto.

“Alcune settimane fa – spiegano in una nota – che tra gli interventi previsti nell’ambito del progetto Quartieri social (progetto per cui
l’amministrazione comunale di Lucca ha richiesto e ottenuto un finanziamento statale con cui realizzare alcuni interventi nelle immediate periferie cittadine di S. Concordio e S. Vito), vi è anche la demolizione di due fabbricati Erp situati in piazza Ariosto, e la loro ricostruzione sulla vecchia planimetria per un costo totale di 7,5 milioni di euro. Parliamo di un gruppo di immobili le cui condizioni strutturali sono a dir poco precarie, come può accorgersi chiunque vada a vederli (e come del resto gli abitanti hanno più volte segnalato in passato, chiedendo interventi all’Erp, senza risposte). Il progetto di riqualificazione di piazza Ariosto (dove abitano 35 famiglie), che a un primo sguardo potrebbe sembrare positivo, lascia invece aperte molte criticità, nel merito e nel metodo”.
“In primo luogo – spiegano collettivo e residenti – pensiamo che Erp e l’amministrazione comunale debbano darci delle risposte sul perché non sono stati effettuati in passato quelli interventi di manutenzione straordinaria che gli abitanti chiedevano, a fronte di grondaie e balconi pericolanti, infiltrazioni d’acqua dai tetti, canale di sfogo danneggiati, distacco dell’intonaco dalle facciate, infissi in pessime condizioni. A queste legittime richieste gli abitanti non hanno mai avuto risposta da parte degli enti pubblici. Nulla è stato fatto per mantenere la sicurezza strutturale e il decoro degli edifici e dell’ambiente circostante e oggi si vorrebbe intervenire con un progetto napoleonico senza minimamente tener presente le esigenze e le preoccupazioni delle persone che abitano in quei condomini e che non hanno nessuna intenzione di andarsene e affrontare un cambiamento radicale delle abitudini di vita, tanto meno in ragione del fatto che i dettagli dell’intervento non sono stati resi noti”.
“Molte sono le domande a cui Erp e l’amministrazione comunale devono rispondere. Solo per restare alle più importanti: in base a quali criteri sono stati scelti i palazzi da demolire e ricostruire? Siamo davvero sicuri che fosse realmente necessario (e conveniente in termini di esborso di soldi pubblici) una demolizione e una ricostruzione invece di un intervento straordinario di ristrutturazione? Pretendiamo di conoscere le perizie tecniche relative alle condizioni degli immobili della zona così da poter valutare se questo tipo di intervento era realmente necessario, o se invece non è meglio concordare con gli abitanti la possibilità di alternative praticabili. Poi qualora l’intervento di demolizione e ricostruzione risulti effettivamente necessario, quali garanzie abbiamo circa i tempi di esecuzione dei lavori? Dove andranno gli abitanti di piazza Ariosto nel frattempo? A quali ditte saranno affidati i lavori? E con che garanzie circa la qualità dell’intervento? Tutte queste specifiche dovrebbero essere già nel progetto comunale perché sono richieste nel bando del ministero, quantomeno a carattere preliminare”.
“Come abitanti di Piazza Ariosto – chiude la nota – vogliamo delle risposte chiare e nette sul nostro futuro e pretendiamo un ascolto reale dei nostri bisogni. Come cittadini e come membri del collettivo di lotta per la casa chiediamo conto ad Erp e all’amministrazione comunale della situazione in cui versano le case popolari nel nostro territorio, e del perché invece di usare questi soldi per opere di manutenzione e ristrutturazione diffuse, che verrebbero sicuramente incontro ai desideri di più persone, si punti a un intervento faraonico pieno di zone d’ombra e nemmeno concordato con gli abitanti. Non accettiamo più di essere chiamati soltanto a giochi fatti”.