
Proseguono gli incontri organizzati nell’ambito del percorso di sostegno alla neo genitorialità per i papà dalla struttura di psicologia dell’azienda Usl Toscana nord ovest – ambito territoriale di Lucca in collaborazione con il dipartimento materno infantile e l’unità funzionale attività consultoriali.
L’intervento è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’associazione Lucchesi nel Mondo, presieduta da Ilaria Del Bianco, che ha offerto un contributo all’associazione Phantasia, nell’ambito della quale operano due psicologi e psicoterapeuti molto esperti della tematica della neo genitorialità, Danilo Messina e Marco Vieri Cenerini, che hanno messo a disposizione le loro competenze per sviluppare il progetto.
L’associazione Lucchesi nel Mondo ha sostenuto questo intervento grazie al premio Bernardo Romei. Il desiderio dei genitori di Bernardo (il padre Augusto è presidente della sede dei Lucchesi nel Mondo di Bangkok) è quello di ricordare con questo riconoscimento la figura del figlio, prematuramente e improvvisamente scomparso a 23 anni.
Il progetto è stato organizzato e supervisionato da Patrizia Fistesmaire, psicologa del consultorio della zona Piana di Lucca. La buona riuscita del percorso è stata poi resa possibile dal supporto prezioso delle ostetriche del consultorio Giuliana Giannini e Alessia Melacca e dal coordinamento da parte del direttore del dipartimento materno infantile Raffaele Domenici e del responsabile della zona distretto Piana di Lucca Luigi Rossi.
Dopo la buona partecipazione registrata nello scorso mese di maggio, dal 15 ottobre alla cittadella della Salute Campo di Marte sono ripresi gli incontri, dal titolo E ora…che faccio?, con una partecipazione molto ampia di neo papà, che finalmente si possono riunire in una struttura sanitaria per confrontarsi sul tema della paternità. Si tratta di una delle prime esperienze in Toscana, seconda solo a quella effettuata nell’azienda ospedaliera di Careggi, dove si era sperimentato con successo un percorso simile.
“Curare significa anche farsi carico, in una visione globale dell’assistenza – ha evidenziato il dottor Domenici nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa -. L’intervento si colloca tra ospedale e territorio poiché incide tra il momento dell’attesa del primo figlio e la costituzione della neo-famiglia. A nome anche della direzione aziendale ringrazio l’Aassociazione Lucchesi nel Mondo e la famiglia Romei per la loro sensibilità e collaborazione, che ci ha consentito di attivare questa innovativa esperienza”.
“Siamo contenti di sostenere questo progetto sociale – ha detto la presidente dell’associazione Lucchesi nel Mondo Ilaria Del Bianco, insieme al vicepresidente Giovanni Lepri – grazie ad Augusto Romei, che ogni anno mette a disposizione dell’associazione un importante contributo per supportare attività culturali o sociali. Il sostegno ai neo-papà secondo noi è fondamentale perché la serenità e la tranquillità dei genitori è il primo elemento perché una famiglia funzioni davvero”.
“Ogni volta che partecipo ad iniziative o presentazioni in nome di mio figlio Bernardo – ha aggiunto Augusto Romei – per me è una grande emozione. Questo progetto mi sembra particolarmente significativo per la comunità lucchese”.
“Dall’esperienza maturata in ambito clinico ed anche da indagini svolte nel periodo puerperale – ha spiegato il vice presidente dell’associazione Phantasia Marco Vieri Cenerini – si evidenzia che il sostegno del padre è molto importante per mitigare alcune problematiche che sorgono dopo il parto e sono legate sia a fattori fisiologici che psicologici. Il percorso di sostegno ai neo papà si articola in cicli di quattro incontri di gruppo senza temi guida. E’ insomma uno spazio aperto in cui i partecipanti possono esprimersi liberamente”.
“Diventare padre e diventare madre – ha messo in rilievo l’altro psicologo e psicoterapeuta Danilo Messina – sono due processi diversi. Nei nostri incontri ci focalizziamo sui sentimenti: cerchiamo di interrogarci su cosa significa sentirsi padre. Lavoriamo su questo perché l’arrivo di un figlio determina nuove relazioni e nuovi equilibri, cui possono seguire delle negatività. Gli incontri sono liberi e gratuiti. E’ in corso il secondo ciclo (è iniziato ad ottobre e terminerà a dicembre) e ci si può già iscrivere, anche per mail (danilo.messina@gmail.com), al terzo ciclo in programma a partire da gennaio 2017”.
“Questa iniziativa – hanno sottolineato la responsabile e la coordinatrice delle ostetriche ospedaliere, rispettivamente Giulia Fantoni e Anna Paola Belluomini – nasce come attività psicologica ed educativa di continuità assistenziale nel percorso nascita. Un’azione mirata al sostegno della funzione paterna rappresenta uno dei determinanti più significativi per la riduzione del rischio di disagio che può investire la neo madre, la coppia e dunque anche il bambino o la bambina. Si tratta di una presa in carico focalizzata sul concetto di famiglia e quindi di una promozione a tutto tondo. Ciò che ci ha colpito di questi primi cicli di incontri è la grande adesione di futuri papà e neo papà ma anche il fatto che il gruppo sia sempre molto unito”.
Ancora oggi non esiste un punto di riferimento per i padri che intendono sviluppare la loro funzione paterna. Si tratta di una figura centrale quanto delicata, anche a causa della rivoluzione culturale degli ultimi decenni, che ha di fatto messo in crisi i modelli passati di paternità.
Il padre assume tuttora un ruolo marginale rispetto alla madre nell’offerta dei servizi dedicati, dunque la possibilità di creare dei gruppi di riflessione su queste tematiche è stata recepita con entusiasmo e ha raccolto consensi ed una partecipazione molto “appassionata”.
Il progetto si configura come un intervento principe per la prevenzione del disagio genitoriale ed anche della depressione post partum, che può insorgere in alcune situazioni specifiche e si può mitigare con interventi multidisciplinari.
La figura del padre sembra necessitare di una sua ridefinizione in questo periodo storico responsabile di trasformazioni culturali profonde nell’assetto identitario dell’uomo, della donna e delle famiglie.
Già dopo gli incontri svolti si è riscontrata la soddisfazione dei partecipanti ed anche delle relative compagne. Inoltre si è già registrata una lieve deflessione nella richiesta di sostegno psicologico individuale post partum, dunque si può ipotizzare che l’intervento psicologico in gruppo, come in letteratura ampiamente mostrato, favorendo il rispecchiamento e il sostegno tra pari, attivi dimensioni terapeutiche di contenimento e di accoglienza del disagio.
Sarà comunque importante valutare l’impatto dell’intervento a lungo termine anche in termini di ricaduta sui servizi e sulla comunità.