Donna senza casa, collettivo di lotta torna in Comune

12 gennaio 2017 | 12:47
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Donna senza casa, collettivo di lotta torna in Comune

Questa mattina (12 gennaio) il collettivo di lotta per la sasa si è nuovamente recato in Comune per chiedere una soluzione per la situazione di una donna e della sua famiglia, ancora senza una casa. “Già il 27 dicembre scorso – spiega il collettivo in una nota – ci eravamo presentati all’ufficio casa e avevamo parlato con il responsabile Aldo Intaschi, senza ottenere risposte ma solo accuse. Oggi doveva riceverci anche l’assessore Sichi che però ci ha liquidato per un altro impegno, così sempre il responsabile Intaschi e l’assistente sociale ci hanno ribadito che per Sahida non ci sono soluzioni, che deve cercarsi una casa in affitto, e che il Comune può solo pensare ad un contributo affitto minimo per 6 mesi, totalmente inadeguato”.

La donna – si spiega in una nota – “vive in una casa-famiglia con contratto in scadenza, ha due figli piccoli di 1 e 2 anni, un lavoro precario a Pisa, nessun mezzo per muoversi ed è separata dal marito costretto a vivere per strada. Nessuna agenzia riesce a trovarle una casa perché, oltre alle pesantissime difficoltà economiche, spesso i padroni di casa diffidano degli stranieri e del Comune come garante dei pagamenti. L’ufficio casa alza le mani perchè a quanto dicono non ci sono risorse e case, noi ribadiamo che invece manca la volontà di pianificare investimenti più adeguati nell’edilizia residenziale pubblica, che dovrebbero essere la priorità di ogni amministrazione comunale. Ad oggi per lei e per le altre persone che vivono nel territorio, senza casa e senza lavoro, non si vuole trovare una soluzione, noi pretendiamo invece abitazioni dignitose per tutti, e se le istituzioni non si muoveranno in questo senso, ce le prenderemo, perchè non staremo ancora inermi ad osservare la vergogna e l’ingiustizia di questo Stato che difende solo palazzinari e speculatori, lasciando nella miseria e nella precarietà milioni di persone. Quando l’ingiustizia si fa legge, la resistenza si fa dovere”.