Usb: “Risposte inadeguate ai disagi del pronto soccorso”

Il problema della sanità locale a Lucca sta nella riforma regionale. Lo sottolinea il sindacato Usb Pubblico Impiego di Lucca e la rappresentante Rsu Gabriella Bertani, prendendo la parola sui disagi che si sono registrati recentemente al pronto soccorso del San Luca.
“La visita del presidente della Provincia al pronto soccorso dell’ospedale San Luca – sottolinea Bertani -, ha avuto grande evidenza sulla stampa locale ma come al solito quando si parla della sanità, come di tutto quello che riguarda lo stato sociale, la montagna ha partorito il solito topolino. Si stiracchia la solita coperta logora e sdrucita da una parte all’altra per cercare di nascondere le evidenti magagne. In questo caso, si smonta un’eccellenza organizzativa come la medicina d’urgenza, vanto dell’organizzazione del S. Luca, per recuperare letti e operatori per altra destinazione. Le criticità rilevate dalla visita del presidente della provincia, poi, sono veramente poca cosa, erano già tutte note da molto tempo e denunciate dai coordinamenti formatisi in difesa della sanità lucchese a partire dal progetto S. Luca, compreso un esposto alla magistratura che non ha avuto esito. In linea con la soluzione, cioè una non soluzione, della dirigenza ex Asl 2 di Lucca – aggiunge – è il programma della regione Toscana pubblicato il 6 gennaio ultimo scorso in cui l’assessora alla salute Stefania Saccardi ha esposto i soliti punti fondamentali del piano regionale e cioè rafforzamento del personale mediante aumento delle ore di lavoro dei dipendenti i quali – aggiunge Usb – sempre in carenza di organico dovranno sovraccaricarsi di lavoro a scapito di qualità e sicurezza loro e dei cittadini; in verità la Saccardi parla di assunzioni, ma a termine e non oltre i due mesi. Crediamo che sia impossibile per un operatore entrare nel vivo di un organizzazione ospedaliera entro pochissime ore per essere utilizzato a pieno per tutto il tempo del suo incarico temporaneo. Peraltro questo intervento è a costo zero per la grande nuova azienda perché verrà utilizzato il fondo economico stanziato per il personale del comparto. Nel piano di intervento regionale si parla anca di aumento dei posti letto dedicati alle aree di maggior criticità: bene, il 15 agosto 2016 fu intervistato l’amministratore Gesat concessionario dei 4 nuovi ospedali il quale lamentava il fatto che l’ospedale San Luca fosse fortemente sottoutilizzato perché l’occupazione media al nuovo nosocomio era del 58%. Nel progetto iniziale i posti letto erano 410 e i cittadini pagano con le loro tasse l’importo per tale numero; in realtà il vero numero è di 330 secondo la direttiva della Regione. In ultimo nel programma regionale si parla di dimissioni precoci e sistemazione dei pazienti in case di cure e in strutture adeguate per le cure intermedie; in realtà è stato fatto ben poco per potenziare la risposta territoriale soprattutto se relativa ad in ospedale per intensità di cura e quindi per definizione che prevede un ricovero del singolo di breve durata. Si continua a voler ignorare che questo progetto, basato sugli ospedali per intensità di cure” senza un adeguato investimento sul territorio è e sarà un grosso fallimento così come i tagli al sistema sanitario regionale e nazionale e tutto ciò porterà alla dissoluzione della sanità pubblica a favore dell’iniziativa privata peraltro rafforzata anche da un articolo 34 della nuova legge regionale 40/20 15 dove si prevede l’ampliamento della deroga a strutture private di prestazioni a completo carico del sistema sanitario e per l’abrogazione del quale molti comitati toscani si sono adoprati. Forze politiche e sindacali e amministrative si dichiarano impegnate a risolvere i problemi della sanità ignorando che quello che sta succedendo non è in realtà causa di una cattiva amministrazione ma da un progetto politico teso a smantellare lo stato sociale e il sistema attuale”.